I bombi possono riconoscere un oggetto al buio “immaginandolo”
Proprio come noi, vedono un oggetto, ne creano un’immagine mentale e poi utilizzano un altro senso per riconoscerlo al buio
[24 Febbraio 2020]
Come siamo in grado di ritrovare la cose nell’oscurità? E come possiamo immaginare qualcosa che abbiamo visto alla luce? Cwyn Solvi, Selene Gutierrez Al-Khudhairy, Lars Chittka della Queen Mary University di Londra e della Macquarie University di Sydney, spiegano che «E’ perché il nostro cervello è in grado di archiviare le informazioni in modo tale che possano essere recuperate da diversi sensi. Questa integrazione multisensoriale ci consente di formare immagini mentali del mondo e sostiene la nostra consapevolezza cosciente».
Ma, nello studio “Bumble bees display cross-modal object recognition between visual and tactile senses” che hanno pubblicato su Science. I tre ricercatori hanno scoperto che la capacità di riconoscere oggetti attraverso diversi sensi è presente anche nel minuscolo di cervello insetti come i bombi che possono anche loro trovare oggetti nell’oscurità che prima avevano solo visto.
Alla luce del giorno, ma senza poter toccare gli oggetti, i bombi sono stati addestrati a trovare acqua zuccherata in oggetti con una determinata forma – cubica o sferica – e soluzione di chinino amaro in un’altra forma. Quando sono stati testati al buio, i bombi hanno preferito gli oggetti che prima contenevano acqua zuccherata, impiegando più tempo a esplorarli.
Altri bombi hanno risolto il problema al contrario: dopo che avevano imparato a riconoscere una particolare forma “gratificante” al buio, sono stati testati alla luce e, ancora una volta hanno scelto la forma “buona” che avevano imparato a riconoscere solo al tatto.
I ricercatori spiegano ancora che «Questa capacità si chiama riconoscimento multimodale e ci consente di percepire un quadro completo del mondo con ricche rappresentazioni».
Data la sua complessità, si pensava che questa impressionante impresa che plasma il cervello potesse essere realizzata esclusivamente dagli esseri umani e umani e da un pugno di altri vertebrati come ratti e delfini. Ma ora il nuovo studio ci dice che anche un bombo con un cervello grande come un chicco di senape può produrre elaborate rappresentazioni di quel che lo circonda e utilizzarle in futuro in condizioni del tutto diverse.
Si ritiene che, oltre a permetterci di trovare un barattolo di marmellata al buoi, negli esseri umani l’integrazione delle informazioni tra i sensi svolga un ruolo importante nella coscienza. Le scoperte dei ricercatori non dimostrano che è così anche per gli insetti, il cui cervello è cablato in modo molto diverso dal nostro.
Molti studi precedenti avevano già dimostrato le sorprendenti capacità celebrali di api e bombi: pur avendo meno di un milione di neuroni nel cervello (gli esseri umani ne hanno 86 miliardi) sono in grado di fare addizioni e sottrazioni, comprendere il concetto di zero, danzare, risolvere test abbastanza complicati e di riconoscere i volti e di avere persino qualcosa che somiglia alle emozioni. Quindi, gli scienziati hanno pensato che fossero ottimi candidati per capire se erano in grado di trasferire le informazioni da un senso all’altro.
La Solvi, principale autrice dello studio che al tempo della ricerca era alla Queen Mary University di Londra e ora è alla Macquarie University di Sydney, sottolinea che «I risultati del nostro studio dimostrano che i bombi non elaborano i loro sensi come canali separati: li uniscono come una sorta di rappresentazione unificata». Chittka aggiunge «Sappiamo da tempo che le api possono ricordare le forme dei fiori. Ma, per esempio, uno smartphone può riconoscere il nostro viso e lo fa senza alcuna forma di consapevolezza. Il nostro nuovo lavoro indica che nella mente delle api accade qualcosa che è completamente diverso da una macchina: le api possono evocare immagini mentali delle forme». IN un’intervista a Inverse, Chittka ha fatto notare che «Questo contribuisce alla nostra comprensione del mondo interiore di un animale, a ciò che sta accadendo nella sua mente, per così dire».
Secondo la Gutierrez Al-Khudhairy, «Se si considera la minuscola dimensione del cervello di un’ape, questa è un’impresa straordinaria. Le future ricerche sui circuiti neurali alla base di questa abilità nelle api potrebbero un giorno aiutarci a rivelare come i nostri cervelli immaginano il mondo così come facciamo noi».
La Solvi conclude con un avvertimento: «Questo non significa che le api esperimentino il mondo nello stesso modo in cui lo facciamo noi, ma mostra che nella loro testa c’è qualcosa in più di quanto non abbiamo mai creduto ci fosse».
Insomma, presumibilmente deli organismi “semplici” come i bombi sono molto più intelligenti di quanto pensiamo.