I devastanti impatti su fauna e flora selvatiche dell’attacco alla diga di Kakhovka
Inquinamento, distruzione di habitat e scomparsa di specie autoctone rare le conseguenze immediate
[8 Giugno 2023]
Mente i russi e gli ucraini si scambiano accuse sulla responsabilità dell’attacco che alle 2,30 di notte del 6 giugno ha fatto esplodere la diga e la centrale idroelettrica di Kakhovka, L’Ukrainian Nature Conservation Group (UNCG) ricorda che la diga era stata minato dai soldati russi alla fine di febbraio 2022 e denuncia che «Questo atto di terrorismo è diventato l’impatto più significativo sugli ecosistemi naturali a partire dagli eventi successivi al 24 febbraio 2022, in Ucraina. Alcune pubblicazioni straniere hanno riportato in modo neutrale questo evento catastrofico. Tuttavia, è fondamentale esaminare alcune delle conseguenze più devastanti della distruzione della diga. Il bacino idrico di Kakhovka è il secondo bacino idrico più grande dell’Ucraina in termini di superficie (2.155 km2) e il più grande in termini di volume d’acqua (18,19 km3). Si estende in tre regioni dell’Ucraina: Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Kherson, per una lunghezza di 240 km. Con un idrocomplesso lungo quasi 4 km, il livello dell’acqua del fiume Dnipro è stato innalzato di 16 metri. Pertanto, le conseguenze negative di questo attacco terroristico sulla fauna selvatica si manifesteranno su un’area di almeno 5.000 km2 (comprese le zone allagate e prosciugate). La zona che è stata coperta dalle acque dell’invaso negli ultimi 68 anni ed è ora esposta alle intemperie supererà i 1.000 km2!».
UNCG ha poubblicato una valutazione che prende in considerazione le conseguenze dell’esplosione della diga Kakhovka HPS esclusivamente per la fauna selvatica, ma avverte che oltre agli effetti ecologici, ci sono implicazioni altrettanto importanti per l’economia, l’energia, la popolazione e, in ultima analisi, la sicurezza nucleare in Ucraina, che dovrebbero essere valutate da esperti competenti. Altri aspetti, come l’impatto sull’approvvigionamento idrico per la popolazione nell’area di Kakhovka HPS, gli effetti sull’agricoltura e altro ancora, sono già stati affrontati in altre pubblicazioni da vari scienziati e giornalisti».
Per l’ONG ambientalista ucraina, le conseguenze dell’attacco possono essere suddivise in due tipi: quelle dell’essiccazione del bacino idrico di Kahovka e l’inondazione a valle del fiume Dnepr e ha identificato alcuni impatti catastrofici sulla fauna selvatica:
Impatto sulla popolazione ittica. Uno dei maggiori impatti di questo disastro è sulle risorse ittiche. L’Ucraina sta perdendo vasti stock ittici. Il bacino idrico di Kahovka, come il corso inferiore del fiume Dnepr, rappresenta una delle maggiori concentrazioni di specie ittiche industriali d’acqua dolce in Ucraina. Al momento dell’attacco, il solo lago artificiale di Kahovka ospitava non meno di 43 specie ittiche, 20 delle quali di importanza economica (le catture annuali ammontavano fino a 2,6 mila tonnellate). Per gli ambientalisti, «Ci vorranno almeno 7 – 10 anni per ripristinare tali stock. Tutte le zone di riproduzione e il volume principale d’acqua, che sono gli habitat dei pesci, sono stati distrutti». La deposizione delle uova della maggior parte delle specie avviene in tarda primavera e all’inizio dell’estate, durante le quali è in vigore un “fermo pesca” che comprende, tra l’altro, una restrizioni alla circolazione dei motoscafi. Per UNCG, «Come risultato del rapido prosciugamento del serbatoio, quasi tutti gli avannotti nelle secche rimarranno arenati, destinati a perire, il che minerà i risultati della deposizione delle uova a lungo termine».
Inoltre, a causa del prosciugamento del bacino idrico di Kahovka, è probabile che il terreno di svernamento nell’area della Republican Bay all’interno del territorio del parco naturale nazionale di Kamianska Sich cesserà di esistere. Anche i terreni di svernamento nelle acque della baia di Havrylivska, della baia di Dudchanska e della baia vicino al villaggio di Novovoroncivka (adiacente ai confini del Parco naturale nazionale di Kamianska Sich) sono a rischio di disseccamento. La stragrande maggioranza dei pesci che vivevano nel bacino verrà trasportata in mare e perirà nell’acqua salata.
Impatto sugli uccelli. A causa della quasi totale scomparsa del Bacino di Kahovka, nell’area, scompariranno un certo numero di specie di uccelli che vi nidificano, (tra cui balestrucci, alzavole, ecc.). Attualmente è impossibile valutare l’impatto del disseccamento del bacino sulla popolazione di avifauna. Non ci sono studi che modellano i suoi effetti. Ad esempio, la nidificazione degli uccelli sui cosiddetti “kuchuguras” al centro del bacino è significativa. Queste aree erano precedentemente su isole ma ora i predatori e gli esseri umani possono accedervi direttamente da terra. L’UNCG sottolinea che «Questi luoghi sono da tempo studiati dagli ornitologi e rivestono un notevole interesse, come ricordato nella pubblicazione, che segnala la nidificazione di specie rare come il tarabusino (Ardeola ralloides), la garzetta (Egretta garzetta), la spatola (Platalea leucorodia)».
Impatto sulla fauna bentonica (benthos). Un gran numero di organismi che vivono neii corpi idrici prospera nel fango bentonico della zona costiera – i riffles – la parte dell’alveo dove sono presenti vegetazione e luce solare. Nel giro di poche ore questa zona è stata esposta, portando inevitabilmente alla morte della maggior parte degli organismi bentonici dell’ex bacino. Insieme alle informazioni sulla perdita delle popolazioni ittiche, si può concludere che la stragrande maggioranza di tutti gli organismi viventi che vivevano nel bacino di Kahovka sono già morti o moriranno nei prossimi giorni. Questo include vari invertebrati, che costituiscono la principale biomassa animale del bacino, in particolare molluschi bivalvi e varie specie di moscerini (Chironomus, sottofamiglia Culicinae), che rappresentano la base alimentare per pesci, uccelli, anfibi e altri animali .
Impatto sulla vita delle piante. A seguito della catastrofica diminuzione del livello dell’acqua nel bacino idrico, le piante acquatiche e ripariali del bacino idrico di Kahovka scompariranno. Al loro posto subentreranno piante esotiche invasive come la saeppola canadese (Erigeron canadensis), l’ambrosia comune (Ambrosia artemisiifolia), la verga d’oro maggiore (Solidago gigantea) e altre. Nel complesso, la zona esposta del letto del bacino idrico diventerà il più grande hotspot di propagazione di specie invasive pericolose nella regione.
Impatto su tipi di habitat rari. Tutti gli organismi viventi convivono in natura e formano habitat, “varietà della natura” uniche che sono anche rare e protette a livello paneuropeo. All’interno del territorio interessato dalla catastrofe ecologica, che comprende tipi di habitat rari protetti dalla Convenzione di Berna, sono stati individuati 38 tipi di habita prioritari. In Ucraina le aree della Emerald Network sono state create appositamente per la loro protezione. Gli habitat acquatici e gli habitat caratteristici delle zone umide soffriranno maggiormente per il disseccamento.
Impatto sulle aree di riserva naturale. Sopra la diga della centrale idroelettrica di Kahovka, ci sono anche una serie di aree di conservazione della natura, tra le quali cui almeno 11 riserve naturali, che saranno interessate dal disseccamento.
Impatto su siti di conservazione della natura di importanza internazionale. Le conseguenze del disastro avranno un impatto negativo sui siti della rete Smaragd UA0000106 Kakhovske Reservoir (218.119 ha) e Velykyi Luh National Nature Park (SiteCode: UA0000037) (16.755,00 ha), nonché sul complesso di zone umide di importanza internazionale Arcipelago di Velyki e Mali Kuchuhury (7.740,0 ha) e la pianura alluvionale di Sime Mayaki (2.140,0 ha).
Poi ci sono le conseguenze sulle aree allagate a valle della diga distrutta
Impatto sulla fauna terrestre. L’UNCG è consapevole che «Quantificare l’entità della distruzione della fauna è impossibile poiché in Ucraina non è stata condotta alcuna ricerca su simili catastrofi. Tuttavia, si può affermare con sicurezza che la portata di questa catastrofe è difficile da confrontare con qualsiasi evento precedente in Ucraina. Negli ultimi 90 anni, la pianura alluvionale del fiume Dnepr in Ucraina è stata regolamentata (con la costruzione di sei dighe) e popolata da animali privi di meccanismi efficaci per sfuggire alle inondazioni. Il rapido innalzamento del livello delle acque nelle zone basse e soprattutto sulle isole non lascia scampo alla maggior parte degli animali terrestri (mammiferi, rettili, insetti, ecc.) e alle colonie della maggior parte delle specie di uccelli. Il 6 giugno, le popolazioni di alcune specie hanno subito un duro colpo rispetto a quello che hanno subito negli ultimi 100 anni».
Potrebbero essersi estinte le intere popolazioni esistenti di due rare formiche: quasi tutti i luoghi conosciuti dove vivevano le Liometopum microcephalum e forse tutti i luoghi dove erano state trovate le Tapinoma kinburni sono nelle zone allagate. Inoltre, c’è stato un impatto catastrofico sulle popolazioni di specie di mammiferi a rischio di estinzione a livello globale. Ad esempio, il 70% della popolazione mondiale del topo della betulla di Nordmann (Sicista loriger) è stata inondata, il che potrebbe portare alla sua estinzione in futuro. La popolazione del ratto talpa della sabbia (Spalax arenarius) è stata ridotta fino al 50%, così come la popolazione del gerbillo falzfein (Stylodipus telum falzfeini). Gli ambientalisti ucraini evidenziano che «Questi animali, insieme alla vipera delle steppe (Vipera renardi) e al biacco del Caspio (Dolichophis caspius), non hanno mezzi di sopravvivenza nelle piene improvvise dei fiumi».
Impatto sulle colonie di nidificazione degli uccelli. Nella zona alluvionata verranno distrutti importanti siti di nidificazione di specie acquatiche e di decine di migliaia di uccelli costieri. Le pianure alluvionali del Dnepr inferiore ospitano le più grandi colonie di aironi e di altri uccelli coloniali della regione. L’impatto dell’alluvione ha colpito gli uccelli durante il loro periodo di nidificazione e mentre erano presenti nidiacei. Non c’è più tempo per la costituzione di nuove colonie e per una successiva fase riproduttiva. Alcuni uccelli, come aironi (Ardeola ralloides, Casmerodius albus, Ardea purpurea), ibis (Plegadis falcinellus), sterne (Chlidonias niger, Ch. leucopterus, Ch. hybridus), anatre (Anas clypeata, A. querquedula, A. platyrhynchos) , rallidi (Porzana), folaghe (Fulica atra), gallinelle d’acqua (Gallinula chloropus), e cigni reali (Cygnus olor), perderanno le loro colonie nidificanti ma potranno ripristinare la loro popolazione entro 3 – 7 anni. Il recupero delle popolazioni di predatori, come il falco di palude (Circus aeruginosus), richiederà più tempo (5 – 10 anni).
Impatto sulla vita delle piante. Nell’area allagata vivevano molte specie di flora con una distribuzione molto localizzata, comprese specie endemiche delle sabbie del Dnepr inferiore come Centaurea breviceps, Jurinea laxa, Thymus borysthenicus, così come le specie endemiche di Buzko-Dnipro Alyssum savranicum, Crataegus alutacea, Agropyron dasyanthum e Goniolimon graminifolium.
L’UNCG prevede che «A causa delle inondazioni, centinaia di migliaia di individui di queste piante, che costituiscono una parte significativa della loro popolazione totale, moriranno», in particolare le piante caratteristiche degli ecosistemi sabbiosi, per le quali anche un innalzamento del livello delle acque sotterranee può essere dannoso. L’ONG ambientalista aggiunge che «A causa delle inondazioni, è probabile che una parte delle foreste di betulle e querce perisca, comprese alcune delle più grandi querce giganti della regione di Kherson, situate nella foresta di Zburiv vicino alla riva del fiume Dnipro. Anche le popolazioni di orchidee selvatiche (Anacamptis coriophora, A. picta, A. palustris), Dactylorhiza incarnata ed Epipactis palustris del Red Data Book of Ukraine rischiano di scomparire sott’acqua. Inoltre, le inondazioni causeranno un aumento significativo dei livelli delle acque sotterranee in tutta la regione meridionale dell’Ucraina. Questo non solo aumenterà l’umidità del suolo, ma porterà anche alla salinizzazione, che è dannosa per la vegetazione.
Impatto su biotopi rari. I biotopi sabbiosi, sia costieri che continentali, con la loro flora e fauna uniche, saranno i più colpiti dalle inondazioni. Anche i biotopi acquatici saranno pesantemente colpiti a causa dell’inquinamento idrico. I corpi idrici poco profondi che rimarranno dopo che il livello dell’acqua si sarà abbassato saranno essenzialmente una miscela liquida con una grande quantità di inquinanti, comprese i liquami provenienti dalle migliaia di servizi igienici che sono attualmente allagati nelle dacie e nelle città.
Impatto sui territori delle riserve naturali. La stragrande maggioranza di tutti i territori naturali all’interno della zona alluvionata fa parte del Nature reserve fund dell’Ucraina. Secondo i calcoli dell’ UNCG, «48 elementi del Nature reserve fund, tra cui 1 riserva della biosfera, 3 parchi nazionali, 1 parco paesaggistico regionale, 16 riserve, 3 santuari naturali, 22 punti di riferimento naturali e 2 parchi-monumenti dell’arte, dei giardino e dei parchi, saranno essere parzialmente o totalmente interessata da inondazioni». Il territorio della Riserva della biosfera del Mar Nero è protetto dal 1927 e fa parte della Rete mondiale delle riserve della biosfera dell’UNESCO. L’area totale dei territori di riserva allagati può superare i 120.000 ettari. Inoltre, gli ambient alisti avvertono che «La portata della distruzione aumenterà rapidamente poiché la rapida corrente lungo il canale navigabile sotto l’alta sponda destra del Dnepr eroderà una serie di territori di riserva naturale situati lungo la sponda del fiume. Questo comporterà l’erosione degli argini alti nei primi giorni dopo l’inizio delle inondazioni e la loro continua erosione in futuro.
Impatto sui territori dell’Emerald Network. L’area allagata comprende in tutto o in parte 7 siti della Rete Smeraldo in Europa, istituiti dal 2009 al 2020 per decisioni del Consiglio d’Europa. La perdita delle caratteristiche naturali in questi territori mette a repentaglio gli impegni dell’Ucraina a preservare queste aree per l’intera Europa. Inoltre, le Isole Cosacche, che coprono un’area di 1000 ettari, sono designate Important Bird Areas (IBA) per la conservazione.
Impatto su zone umide di importanza internazionale.Il delta del Dnipro, che copre un’area di 33.630 ettari, è elencato come zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e gli effetti dell’inondazione sulla parte settentrionale del Mar Nero potrebbero avere un impatto negativo su altre 4 zone umide Ramsar nella regione, anche se per ora nessuno è davvero in grado di dire cosa d succederà e quali saranno le implicazioni.
Inondazioni fluviali. Dopo la catastrofica inondazione, noon è stato colpito solo il fiume Dnipro ma anche i suoi affluenti come l’Ingulets e il Viriovchyna, il cui corso inferiore è stato sommerso per molti chilometri dall’acqua rilasciata dal bacino idrico di Kakhovka. A partire dalla mattina del 7 giugno, questi fiumi stanno subendo un riflusso e gli ecosistemi naturali lungo le loro sponde ne risentiranno. Dato che si trattava di alvei fortemente regolati, lungo le loro sponde si erano formati ecosistemi terrestri di tipo non acquatico. Inoltre, la miscelazione dell’acqua del Dnipro e degli Ingulets introdurrà ulteriori specie nella fauna, che potrebbero peggiorare le condizioni della popolazione ittica locale e gli inquinanti che si sono sollevati dal fondo del bacino idroelettrico raggiungeranno questi fiumi.
E ci sono conseguenze anche per il Mar Nero:
Dissalazione del mare.Lo scarico di una così grande quantità di acqua fluviale può temporaneamente desalinizzare alcune aree del Mar Nero. Tuttavia, considerando che riguarda le acque dell’estuario del Dnipro-Bug, rifornito da migliaia di anni dai fiumi Dnipro e Bug meridionale, è improbabile che questo impatto abbia conseguenze catastrofiche.
Inquinamento marino. La distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka ha provocato l’ingresso nell’acqua di una quantità significativa di carburante e lubrificanti, che sono tossici per gli organismi acquatici e possono formare una pellicola sulla superficie dell’acqua. Inoltre, l’allagamento di aree abitate, comprese quelle con fosse fognarie, terreni agricoli, distributori di benzina e altre fonti di inquinamento, comporta l’immissione in mare di un volume insolitamente elevato di sostanze inquinanti, che possono colpire vari gruppi di organismi viventi, dal plancton ai cetacei. Metalli pesanti e altri inquinanti si sono accumulati per decenni nei sedimenti del bacino a causa degli scarichi di industrie – compresa la più grande centrale nucleare europea – in città come Zaporizhia, Dnipro, Kamyanske, ecc.
L’Ukrainian Nature Conservation Group (UNCG) ha tracciato un bilancio della sua inchiesta preliminare sulle conseguenze della distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka che, «A breve termine, sono catastrofiche per la natura e le persone. La portata della distruzione della fauna selvatica, degli ecosistemi naturali e di interi parchi nazionali è incomparabilmente maggiore delle conseguenze per la natura selvaggia di tutte le operazioni militari dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio 2022. Per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine, questo è un argomento per una ricerca separata. Scenari lungimiranti per l’ulteriore sviluppo degli eventi potrebbero abbandonare completamente l’idea di ripristinare la diga HES. Si potrebbe anche scoprire che, partendo dal clima e da altre considerazioni, sarebbe più ragionevole ripristinare il flusso del fiume Dnepr e riorientare l’economia dell’Ucraina meridionale dall’agricoltura arabile all’allevamento di bestiame al pascolo, che è sostenibile nelle attuali condizioni climatiche e giustificato in termini di avanzamento dei processi di desertificazione nella regione. In alternativa, i fondi necessari per ricostruire il Kakhovka HES potrebbero essere utilizzati per costruire moderne stazioni di pompaggio che consentirebbero di prelevare l’acqua direttamente dal fiume Dnepr per esigenze industriali e agricole, aggirando il bacino idrrico».