I lupi ritornano in Olanda dopo 140 anni
Secondo gli ambientalisti olandesi, il paese ha nuovamente una piccola popolazione di lupi residenti
[10 Aprile 2019]
In molti Paesi Europei i lupi erano stati estinti dalla persecuzione umana oltre un secolo fa, ma da qualche anno stanno gradualmente ritornando nei loro vecchi territori, dopo aver attraversato le Alpi da sud o essere migrati dall’Europa orientale. In Olanda alcuni sporadici avvistamenti di lupi erano stati segnalati già a partire dal 2015, ma si pensava che questi animali avessero attraversato temporaneamente la frontiera con la Germania per poi ritornare ad est.
Ora due associazioni ambientaliste olandesi, FreeNature e Wolven in Nederland, dicono che i lupi si sono ristabiliti nei Paesi Bassi. Dopo aver seguito due femmine nella zona di Veluwe, cercando impronte ed escrementi dai quali poter identificare il DNA, l’ecologista Mirte Kruit, intervistato da Costing the Earth di BBC Radio 4 scherza: «E’ come Tinder: si può dire se è un maschio o una femmina, se sono single e cercano un compagno e ci raccontano della loro famiglia».
Secondo i dati raccolti da FreeNature e Wolven in Nederland, una delle femmine è restata costantemente nell’area per 6 mesi consecutivi e ora può essere considerata “consolidata”, nella zona è stato anche visto un maschio, quindi il primo branco di lupi olandesi potrebbe formarsi entro qualche mese. Gli ambientalisti stanno ancora raccogliendo dati sulla seconda femmina.
Ma la riconquista del loro areale da parte dei lupi non è sempre (anzi quasi mai) accolta bene. Gli ambientalisti olandesi temono che succeda quanto sta avvenendo in Francia dove, dopo il ritorno dei lupi dall’Italia nel 1992, le popolazioni di questi carnivori sono cresciute rapidamente e ora gli allevatori di pecore e capre dicono di subire attacchi, con circa 12.000 incidenti segnalati.
In Francia gli allevatori possono ricevere un risarcimento se dispongono di misure di protezione, come recinzioni elettriche o cani da guardia, ma molti sono comunque arrabbiati per il danno causato alle loro greggi. A febbraio 2018 il governo francese ha elaborato un piano lupo di “coabitazione” che fissa in 500 esemplari la popolazione di lupi “sostenibile” entro il 2023, una cifra che potrebbe essere già stata raggiunta e probabilmente superata quest’inverno. SE questo venisse confermato, la Francia propone di aumentare il tasso di abbattimenti dei lupi dal 12 al 17%. Ma gli ambientalisti ricordano che i lupi sono protetti dalla convenzione di Berna e possono essere uccisi solo in circostanze specifiche.
Nelle Alpes-de-Haute-Provence, la regione della Francia che ospita la maggior concentrazione di lupi – 22 branchi – gli allevatori si dividono tra quelli che vorrebbero abbatterli in caso di attacchi al bestiame e quelli che dicono che bisogna conviverci. Ma ormai più nessuno mette in dubbio che i lupi abbiano il diritto di stare in un territorio nel quale erano stati sterminati dalla caccia indiscriminata.
In Olanda Wolven in Nederland lavora dal 2008 proprio a questo: preparare gli olandesi al ritorno dei lupi nelle loro campagne e l’ecologista Roeland Vermeulen fa notare che «I lupi stabilizzati hanno più probabilità di mangiare cervi o cinghiali. Le pecore, al contrario, sono come cibo spazzatura, vengono catturate dai lupi in dispersione o da quelli meno esperti nella caccia. Penso che in Olanda ci sia spazio per 22 branchi, ciascuno di 5-8 lupi».
Se l’Olanda riuscirà a imparare dagli errori e delle buone pratiche degli altri, e trovare un equilibrio tra i lupi che ritornano e uomini che hanno occupato i loro antichi habitat, lo sapremo solo nei prossimi anni.