Il Governo Meloni pone la fiducia sul decreto Asset, al Senato mani libere ai cacciatori
Le associazioni ambientaliste e animaliste chiedono l’inammissibilità degli emendamenti: «Effetti devastanti in termini di aumento di episodi di intolleranza e bracconaggio»
[28 Settembre 2023]
Nonostante l’appello diramato nella giornata di ieri da un nutrito gruppo di associazioni ambientaliste a animaliste, il Senato va verso il via libera alla conversione in legge del decreto Asset – sul quale il ministro per i Rapporti col Parlamento del Governo Meloni, Luca Ciriani, ha posto la fiducia –, contenente emendamenti che «cancellano le principali norme a tutela degli animali selvatici».
È quanto sostengono con forza Enpa, Federazione nazionale Pro natura, Lac, Lav, Leidaa, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Lndc animal protection, Oipa e Wwf Italia, che hanno già scritto al presidente del Senato Ignazio La Russa per chiedere che tali emendamenti vengano dichiarati inammissibili in quanto del tutto disomogenei rispetto al resto del decreto legge.
«Gli emendamenti in questione, approvati ricorrendo a forzature e palesi violazioni dei regolamenti parlamentari – affermano le associazioni – puntano a cancellare ogni forma di tutela della biodiversità e degli ecosistemi disapplicando il Regolamento europeo che limita l’uso delle munizioni in piombo, altamente tossico per persone, animali e ambiente, e a mettere sullo stesso piano l’Ispra, che è l’organo scientifico di riferimento dello Stato, nonché istituto autorevole nel campo della ricerca e ritenuto altamente affidabile dalla Commissione europea, e il Comitato tecnico faunistico venatorio, composto per la gran parte da rappresentati dei cacciatori o esponenti politici vicini al mondo venatorio».
Non solo: l’approvazione di tali emendamenti impedirebbe ai giudici amministrativi «di sospendere immediatamente i calendari venatori illegittimi, anche in casi di straordinarietà ed urgenza, per intervenire solo successivamente, quando il danno è irrimediabilmente compiuto».
«Queste gravi modifiche – concludono ambientalisti e animalisti – sono il seguito di una campagna d’odio alimentata dalla politica al governo e dal mondo venatorio, che insieme ad alcuni esponenti dell’opposizione sono ormai diventati in gran parte la stessa cosa. Questo accanimento mediatico sta già producendo effetti devastanti in termini di aumento di episodi di intolleranza e bracconaggio e la coincidenza tra la loro approvazione e il ritrovamento del cadavere dell’orsa F36, sulla quale già pendeva una condanna a morte bloccata proprio dal Tar è a dir poco inquietante».