Il raro incontro con una tartaruga liuto nel Mar Ligure

La più grande tartaruga marina del mondo trovata da Delfini del Ponente

[29 Settembre 2021]

L’associazione Delfini del Ponente  ha reso noto con emozione il suo incontro con una creatura rara: «Quando i biologi marini, i ricercatori o i semplici appassionati escono in mare per avvistare i cetacei o altri animali marini hanno sempre, nel profondo, la speranza di incontrare qualche specie rara. Quel brivido, quella fiammella di emozione che resta viva nel cuore ogni volta che si solcano le onde in mare aperto. E questa volta la stretta allo stomaco di agitazione è diventata reale perché il team di ricercatori di Delfini del Ponente ha trovato il suo “diamante grezzo”: la tartaruga liuto!»

La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) è l’unica tartaruga marina che non è provvista di un vero e proprio carapace corazzato e infatti è conosciuta anche come leatherback turtle ossia tartaruga dal dorso di cuoio per la tipica struttura del dorso. Questo appare un adattamento all’immersione profonda: è infatti l’unica specie che può immergersi fino ad oltre 1.000 m di profondità! Ha un carapce coriaceo con 7 creste, più o meno evidenti.  All’interno della bocca, sul palato e nell’esofago ha dei dentelli spinosi rivolti verso l’interno, in modo che la preda ingoiata non esca dalla bocca.  È un animale dalle sembianze e dalle origini preistoriche i bambini possono pensare che sia un dinosauro ed effettivamente l’impressione è proprio quella!

Elena Fontanesi, biologa e vice-presidente di Delfini del Ponente, racconta come è avvenuto l’incontro con questo grande e antico rettile: «Ci trovavamo a circa un miglio dalla costa durante una delle nostre solite uscite per il monitoraggio della fauna marina costiera con il progetto di Delfini del Ponente in Liguria. Quando appena prima del Porto di Aregai in provincia di Imperia, abbiamo notato una macchia nera in mare e ci siamo avvicinati con il gommone convinti fosse un sacchetto di plastica da raccogliere. E invece no. Mano a mano che il team di ricercatori si avvicinava quella sensazione di aver incontrato la propria “balena bianca” si faceva più forte. Quello non era affatto un sacchetto dell’immondizia: era una tartaruga liuto. Era la prima volta che la vedevamo. In tanti anni di studi, ricerca e monitoraggio in mare non ci era ancora capitato di osservarla così da vicino ed è stato stupefacente. Un po’ come osservare un animale preistorico e spesso ai giovani appassionati parliamo della tartaruga liuto come del dinosauro del mare!».

Nel Mediterraneo gli avvistamenti della tartarughe liuto sono rari e spesso si tratta di animali morti. Per questo l’entusiasmo dei ricercatori di Delfini del Ponente è più che giustificato.

L’associazione ricorda che «La Tartaruga Liuto è la più grande al mondo e può anche superare i 2 metri di carapace arrivando anche a pesare 700 chili. Quella avvistata al largo di Imperia molto probabilmente misurava circa 1 metro e 30 centimetri, nella norma insomma, ma non per questo meno stupefacente! Questa specie non si riproduce nel Mediterraneo e, nonostante sia una delle tre tipologie di tartarughe che si possono incontrare nel nostro mare (insieme alla Caretta Caretta e alla Tartaruga Verde), la liuto non nidifica qui e quindi è molto raro avvistarla. Questo animale attraversa lo stretto di Gibilterra e arriva nel Mediterrano quasi ed esclusivamente per il foraggiamento. Di cosa va ghiotta la tartaruga liuto? Mangia principalmente organismi planctonici gelatinosi come meduse e tunicati e, per trovarli, spesso si spinge anche in mari piuttosto freddi, fino a latitudini subpolari. Il Mediterraneo è ricco di cibo, ma è anche purtroppo molto pericoloso: tanti avvistamenti di tartaruga liuto riguardano infatti esemplari morti per colpa dei traumi riportati dopo le collisioni con i natanti, oppure con grandi quantità di plastiche ingerite o morte perché impigliate in attrezzature da pesca.  Proprio per questo motivo, per tanti anni la Liuto è stata considerata a rischio di estinzione, ma dal 2013 il suo stato da critico è stato modificato in vulnerabile nella Red List dell’Iucn».

La Fontanesi evidenzia che «Molto probabilmente l’attenzione nei confronti delle specie marine, tartarughe comprese, è aumentata significativamente negli ultimi anni. Per questo motivo non solo noi ricercatori, ma anche le persone che normalmente si trovano in mare hanno imparato a rallentare la velocità di navigazione in certe aree, a fare attenzione agli incontri con gli animali marini rispettando la fauna e soprattutto a riportare avvistamenti inusuali, fornendo importanti informazioni alla comunità scientifica».

Per Delfini del Ponente questa nuova attenzione non basta: «La Liuto è comunque a rischio e la popolazione globale in diminuzione perché il numero di nidi in alcune aree del mondo si è drasticamente ridotto, il successo di schiusa delle sue uova è molto basso, anche a causa dei cambiamenti climatici in corso a cui la specie è molto suscettibile, e i piccoli che riescono ad entrare in mare e che sopravvivono sono pochissimi per nidiata. È evidente quindi che è necessario sempre di più che vengano messe in atto delle misure di salvaguardia per la conservazione della specie».