Il serpente a 4 zampe che scavava gallerie. Un fossile svela i segreti dell’evoluzione (FOTOGALLERY)
I serpenti si sono evoluti nel Gondwana e sulla terraferma, non in mare
[24 Luglio 2015]
La scoperta fatta dai britannici David M. Martill e Nicholas R. Longrich e dal Tedesco Helmut Tischlinger è di quelle che confermano che l’evoluzione al lavoro da miliardi di anni sul nostro Pianeta, ma mette in dubbio le convinzioni che abbiamo su come abbia fatto quel lavoro.
Come spiegano i tre autori nello studio “A four-legged snake from the Early Cretaceous of Gondwana” pubblicato su Science «I serpenti sono oggi un gruppo estremamente eterogeneo e di successo oggi, ma le loro origini evolutive sono oscure. La scoperta di serpenti con due zampe aveva a fatto luce sulla transizione dalle lucertole ai serpenti, ma non era stato descritto nessun serpente con quattro arti, e l’ecologia dei primi serpenti è poco conosciuta».
Il team britannico-tedesco descrive un serpente a quattro zampe del Cretacico inferiore (Aptiano) nella Formazione Crato del Brasile. Il serpente ha un piano del corpo serpentiforme con un tronco allungato, coda corta e grandi scagli ventrali suggerendo la caratteristica locomozione serpentina, conserva ancora piccoli arti prensili». Il cranio e le proporzioni del corpo, così come le ossa indicano un adattamento ad una vita sotterranea «Suggerendo che i serpenti si siano evoluti da scavatori anziché da antenati marini», come si pensava fino a d ora.
I denti ad uncino, la mandibola slogabile, la colonna vertebrale flessibile in grado di stritolare le prede e la presenza di vertebrati rimasti nello stomaco «Indicano che questa specie predava vertebrati e che i serpenti hanno realizzato la transizione a carnivori all’inizio della loro storia». Inoltre, scrivono i ricercatori, «La struttura degli arti suggerisce che erano adattati per afferrare», probabilmente per trattenere le prede o il partner durante l’accoppiamento. Insieme alla variegata fauna di serpenti del Cretaceo in Sud America, in Africa e in India, questo serpente suggerisce che i serpenti abbiano avuto origine nel Gondwana.
Quindi l’idea che i serpenti si siano evoluti da rettili marini perde consistenza e Nick Longrich, un biologo dell’università di Bath, sottolinea ce «Questo è il serpente fossile più primitivo conosciuto e non è abbastanza chiaramente acquatico». Intervistato da Science in Action su BBC World Service, Longrich ha spiegato che «La coda della creatura non era a forma di pagaia per nuotare e non aveva nessun segno di pinne; intanto il suo tronco lungo e sul muso corto erano tipici di uno scavatore. E’ facile dire che era adattato a scavare.
Quando Longrich ha visto le foto del fossile di 19,5 centimetri, che è stato chiamato Tetrapodophis amplectus, è rimasto davvero sorpreso perché si aspettava qualcosa di simile ad un passaggio tra le specie, invece aveva molte v caratteristiche fisiche dei moderni serpenti, compresa quella di inghiottire sano un altro vertebrato. «Era abbastanza inequivocabilmente un serpente. Ma aveva anche delle braccine e delle gambine».
Si tratta di moncherini, quelli anteriori lunghe 4mm e quelle posteriori 7 mm, ma Longrich ha avuto un’altra sorpresa quando ha scoperto che erano tutt’altro che rudimentali avanzi evolutivi, come quelli degli attuali orbettini: «Erano davvero altamente specializzati: avevano dita delle “mani” molto e “piedi” affusolati, con con piccoli artigli all’estremità». I ricercatori pensano che il Tetrapodophis amplectus abbia a smesso di utilizzare gli arti per camminare e che li abbiano utilizzati per afferrare le prede sotto terra. Non a caso Tetrapodophis significa serpente a quattro zampe, ma amplectus è la parola latina “abbracciare”.
Il team ha costruito anche un albero genealogico con le informazioni note sull’aspetto fisico e la genetica degli antichi serpenti e il T. amplectus occupa il primo ramo sul tronco che ha dato vita ai serpenti moderni.
Come quasi sempre, questa straordinaria scoperta è avvenuta per caso: il fossile ha preso la polvere per decenni in una collezione privata prima che il museo tedesco di Solnhofen lo acquistasse e lo esponesse come “fossile sconosciuto”.
E’ stato lì che Martill, dell’università di Portsmouth, si è imbattuto nell’antenato dei serpenti mentre portava i suoi studenti in gita che erano con lui per vedere dei fossili Archaeopteryx.
Ecco come spiega l’incontro con un pezzo fondamentale dellevoluzione lo scienziato britannico: «Tutto d’un tratto mi è cascata la mascella quando ho visto questo piccolo fossile grande come un pezzo di corda». E lo sbalordimento è aumentato quando, guardando il fossile più da vicino, Martill è riuscito a individuare le quattro piccole zampe, poi ha subito chiesto il museo il permesso di studiare la creatura.
Bruno Simoes, che studia l’evoluzione della vista nei serpenti al Museo di Storia Naturale di Londra, ha detto alla BBC di essere rimasto colpito dalla nuova scoperta, «perché le membra del serpente sono così ben conservati, e appaiono così ben sviluppate». Infatti l’antico fossile è molto simile ai serpenti attuali e «Ci dà una buona idea di come erano i serpenti ancestrali»
Anche Simoes pensa che, insieme a molti altri ritrovamenti recenti, questa nuova prova fossile dimostri che i serpenti si sono evoluti d sulla terraferma: «Tutti [gli ultimi risultati] suggeriscono che l’antenato di tutti i serpenti fosse un animale terrestre… che viveva in parte sotto terra».