«Il Tpp è un accordo tossico». Sierra Club: «Ora ci sono le prove» (VIDEO)
La Trans-Pacific Partnership minaccia l’ambiente, la fauna selvatica e il clima
[6 Novembre 2015]
Ieri il governo conservatore della Nuova Zelanda ha pubblicato il testo segreto della Trans-Pacific Partnership (TPP), un accordo commerciale internazionale tra 12 Stati, un trattato (molto simile al Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) che stanno negoziando Unione europea e Stati Uniti d’Amercia. Anche il TPP arriva dopo anni di negoziati a porte chiuse ai quali hanno partecipato funzionari governativi e consulenti delle multinazionali e delle grandi imprese e dopo anni di opposizione e richieste di trasparenza da parte di molti rappresentati democratici statunitensi e di numerose ONG, compresa Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista USA.
Secondo il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, «Ora abbiamo prove concrete che la Trans-Pacific Partnership minaccia le nostre famiglie, le nostre comunità e il nostro ambiente. Non è una sorpresa che l’accordo sia pieno di regali agli inquinatori che minerebbero decenni di progresso ambientale, minaccerebbero il nostro clima, e non riuscirebbero proteggere adeguatamente la fauna selvatica, perché i grandi inquinatori hanno contribuito a scrivere l’accordo. Le parole “cambiamento climatico” non compaiono nemmeno nel testo, è una svendita, non si tratta dell’accordo commerciale del XXI secolo. CI porta ancora più indietro, dato che rafforza le corporations dei combustibili fossili nella possibilità di poter fidare le nostre tutele della salute pubblica e del clima nei tribunali commerciali irresponsabili, aumentando le esportazioni di combustibili fossili sporchi e il fracking. Molte disposizioni del capitolo ambiente dell’accordo sono prive di mordente e non riescono a offrire nessuna delle protezioni che i fautori di questo accordo hanno propagandato. Alcune disposizioni non riescono nemmeno a soddisfare gli standard minimi di tutela ambientale stabilito nella legge “fast-track” e compresi nei passati negoziati sugli accordi commerciali dell’amministrazione di George W. Bush. Il Congresso deve battersi per i posti di lavoro americani, per l’aria e l’acqua pulite e un clima sano , respingendo la tossica Trans-Pacific Partnership».
Sierra Club sta preparando una dettagliata analisi delle implicazioni ambientali dell’accordo TPP, ma intanto ha pubblicato una prima valutazione: “TPP Text Analysis: The TPP Would Increase Risks to Our Air, Water, and Climate”. Ecco cosa dice:
Capitolo Ambiente
- Multilateral Environmental Agreements (MEAs) Rollback: Il TPP rappresenta in realtà un passo indietro dal 2007 in poi, rispetto alle protezioni ambientali di tutti i free trade agreements (FTAs) rispetto ai MEAs. Gli accordi del passato hanno richiesto ad ognuno dei partner FTA di “adottare, mantenere e attuare leggi, regolamenti e tutte le altre misure meno agli obblighi tra le” sette MEAs fondamentali. Invece, il TPP ai Paesi del patto solo di “adottare, mantenere e attuare” politiche interne per soddisfare una delle sette MEAs fondamentali: la Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES). Questa regressione viola:
- L’accordo bipartisan “May 2007” tra l’allora presidente George W. Bush e democratici del Congresso;
- Il grado minimo di protezione ambientale del Bipartisan Congressional Trade Priorities and Accountability Act del 2015, conosciuto anche come “fast track”;
- L’obbligo minimo necessario per scoraggiare i Paesi a violare i propri impegni essenziali nei trattati ambientali al fine di stimolare il commercio e gli investimenti.
- norme di salvaguardia deboli: Mentre il range dei problemi di conservazione menzionata nel TPP può essere ampia, gli obblighi – che i paesi sono in realtà tenuti ad attuare- sono generalmente molto leggeri. Obblighi vaghi, combinati ad attuazioni deboli, come descritto di seguito, possono consentire ai Paesi di continuare con le pratiche business-as-usual che minacciano il nostro ambiente.
- commercio illegale di flora e fauna: Piuttosto che vietare il commercio di legname e della fauna selvatica raccolti illegalmente – problemi importanti in Paesi TPP come il Perù e il Vietnam – il TPP chiede ai Paesi solo di ” combattere” tale commercio. Per realizzare questo, l testo richiede solo misure deboli, come lo “scambio di informazioni ed esperienze”, mentre le misure più forti, come le sanzioni sono semplicemente elencate come opzioni.
- Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU): Invece di obbligare i Paesi a rispettare le disposizioni commerciali delle organizzazioni regionali per la pesca (RFMOs) che potrebbero aiutare a prevenire l’entrata sul mercato internazionale del pesce catturato illegalmente, il TPP invita solo i Paesi a “cercare di non minare” la documentazione commerciale delle RFMOs: una disposizione non vincolante che potrebbe consentire al TPP di facilitare una maggiore commercio di pesce IUU.
- Finning degli squali e caccia commerciale alle balene: Piuttosto che vietare la caccia commerciale e commercio di pinne di squalo – problemi importanti in Paesi TPP come il Giappone e Singapore – il TPP include un’aspirazione priva di mordente a “promuovere la conservazione a lungo termine degli squali … e dei mammiferi marini” tramite un lista non vincolante di misure proposte che i Paesi “dovrebbero” prendere.
- Omissione del cambiamento climatico: Nonostante il fatto che il commercio possa aumentare significativamente le emissioni climalteranti, stimolando un aumento dei trasporti marittimi, del consumo e delle esportazioni di combustibili fossili, il testo del TPP non riesce neanche a menzionare le parole “cambiamento climatico” o l’ United Nations Framework Convention on Climate Change: il trattato internazionale sul clima del quale tutti i paesi TPP fanno parte.
Mancata applicazione
Anche se in termini di salvaguardia il TPP includesse obblighi più specifici ed esortazioni meno vaghe, non ci sono prove che suggeriscono che sarebbero applicate, data la mancanza storica di far rispettare gli obblighi ambientali dei patti commerciali negli USA. Gli Stati Uniti non hanno mai sollevato, nemmeno una volta, un caso commerciale contro un altro Paese per non aver tenuto fede ai suoi impegni ambientali negli FTA USA-Peru, approvata nel 2007, includeva un Forestry Annex che non solo obbligava il Perù “a combattere il commercio associato al disboscamento illegale”, ma comprendeva 8 pagine di riforme specifiche che il Perù ha dovuto prendere per soddisfare questo requisito. Gli obblighi erano molto più dettagliati rispetto a qualsiasi cosa si veda nel capitolo ambiente del TPP e non sono soggetti allo stesso meccanismo di applicazione. Ma dopo più di sei anni dall’accordo commerciale USA-Perù, il disboscamento illegale della foresta pluviale amazzonica del Perù resta diffuso e incontrollato. In un’indagine del 2014, proprio governo del Perù ha scoperto che il 78 per cento del legno avviato all’esportazione è stato raccolto illegalmente. Per anni, i gruppi ambientalisti USA hanno chiesto al governo USA di utilizzare il FTA per contrastare esteso disboscamento illegale in Perù. Eppure fino ad oggi, il Perù non ha affrontato difficoltà formali, e tanto meno penalità, per aver violato i suoi obblighi del patto commerciale. E’ difficile immaginare che le disposizioni più deboli del TPP saranno più efficaci nella lotta contro le sfide alla conservazione della natura.
Nuovi diritti per le Fossil Fuel Corporations di sfidare le protezioni del clima
- Il TPP minerebbe gli sforzi per combattere la crisi climatica, perché rafforza le corporations dei combustibili fossili straniere nello sfidare le nostre salvaguardie ambientali e climatiche negli impenetrabili tribunali commerciali, attraverso il controverso sistema di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato.
- I diritti straordinari del TPP per le corporations straniere praticamente replicano quelli patti del passato, che hanno permesso più di 600 denunce degli investitori stranieri contro le politiche di oltre 100 governi, tra cui una moratoria sul fracking in Quebec, una graduale eliminazione dell’energia nucleare in Germania, e la decisione di un pannel ambientale di respingere un progetto minerario in Nova Scotia.
- In un colpo solo, il TPP più o meno raddoppierebbe il numero di imprese che possono utilizzare questo sistema per opporsi alle politiche USA. I privilegi degli investitori esteri dovrebbero essere presto estesi a più di 9.000 aziende negli USA. Questo include, per esempio, le controllate statunitensi di BHP Billiton, una delle più grandi società minerarie del mondo, i cui investimenti negli USA vanno dalle miniere di carbone in New Mexico, all’estrazione petrolifera offshore nel Golfo del Messico, alle operazioni di fracking in Texas.
Nessun blocco delle esportazioni di gas naturale e Fracking
Le disposizioni del TPP in materia di gas naturale richiederebbero che l’US Department of Energy (DOE) approvasse automaticamente tutte le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) in tutti i paesi TPP – tra cui il Giappone, il più grande importatore di GNL al mondo. Questo porterebbe a:
- Facilitare l’incremento del Fracking: un aumento della produzione di gas naturale significherebbe più fracking,il che causa l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, rischi per la salute, e terremoti, secondo una litania di studi.
- Esacerbare il cambiamento climatico: Il GNL è un combustibile ad alta intensità di carbonio con emissioni di gas serra nel ciclo di vita significativamente più elevate rispetto al gas naturale. La dipendenza dal GNL provocherà più perturbazioni climatiche.
- Incremento della dipendenza dalle infrastrutture per i combustibili fossili: l’export di GNL richiede una nuova grande infrastrutturazione per i combustibili fossili, compresa una rete di pozzi di gas naturale, terminali, impianti di liquefazione, pipelines e compressori che favoriscono la distruzione climatica provocata dalla produzione di combustibili fossili.