Incendi boschivi in Europa: il cambiamento climatico è ogni anno più evidente
Rapporto 2020 JRC: meglio del 2019, ma il 2021 è stato ancora peggio
[2 Novembre 2021]
Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea ha presentato la 21esima edizione del rapporto annuale “Forest Fires in Europe, the Middle East and North Africa” riguardante il 2020. Il JRC dà un contributo fondamentale alla riduzione del rischio di catastrofi da incendi in Europa e nel mondo, attraverso lo sviluppo e il funzionamento del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS). Nell’ambito del programma Copernicus dell’UE e del gruppo di esperti sugli incendi boschivi (EGFF), EFFIS fornisce un monitoraggio continuo dai satelliti della situazione degli incendi in Europa e nell’area del Mediterraneo e rappresenta una piattaforma per lo scambio di buone pratiche sulla prevenzione degli incendi, la lotta antincendio, il ripristino e altre attività relative alla gestione degli incendi a livello europeo. Nel 2020 il sistema EFFIS è stato utilizzato da organizzazioni governative e cittadini, con quasi 300.000 utenti di 178 Paesi ed è completato dal Global Wildfire Information System (GWIS), che estende il monitoraggio a tutto il mondo.
I rapporti sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa del JRC forniscono una panoramica molto completa della situazione degli incendi boschivi. L’edizione 2020 include rapporti su 33 Paesi che descrivono le attività nazionali di gestione degli incendi e le azioni intraprese a livello nazionale ed europeo durante le campagne antincendio in questo periodo.
Nel nuovo rapporto il JRc evidenzia che «Dopo il peggior anno del 2019, il 2020 è stato un altro anno in cui gli incendi hanno bruciato vaste aree di terreno naturale in Europa. Nonostante il maggiore livello di preparazione nei Paesi dell’Ue, nel 2020 nell’Ue sono bruciati circa 340 000 ettari, un’area del 30% più grande del Lussemburgo». E il JRC avverte che la stagione degli incendi 2021 è andata anche peggio: «Al momento della pubblicazione di questo rapporto, sono andati in fiamme quasi 0,5 milioni di ettari, il 61% dei quali sono foreste che impiegheranno anni per riprendersi. Circa il 25% delle zone bruciate in Europa si trovava all’interno dei siti Natura 2000, i serbatoi di biodiversità dell’Ue».
Nel 2021 l’Ue ha rafforzato la sua capacità di assistere i Paesi durante la stagione degli incendi e quest’estate è intervenuta sui grandi incendi che hanno colpito la regione del Mediterraneo, Italia compresa.
Al JRC ricordano qual è la causa principale: «Il cambiamento climatico è più evidente ogni anno. Una tendenza all’aumento chiaramente osservabile mostra livelli più elevati di pericolo di incendi, stagioni degli incendi più lunghe e “mega incendi” intensi e a rapida diffusione, sui quali i mezzi antincendio tradizionali hanno scarso effetto».
Il risultato è che quest’anno, alla fine di giugno, che segna l’inizio tradizionale della stagione degli incendi, erano già andati in fumo circa 130.000 ettari e al JRC fanno notare che «Gli incendi non colpiscono più solo gli Stati meridionali, ma rappresentano una minaccia crescente anche per l’Europa centrale e settentrionale. La stragrande maggioranza degli incendi nell’Ue, più di 9 su 10, è causata da azioni umane, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e le campagne educative sul rischio di incendi sono fondamentali per prevenire i disastri».
Ecco i principali risultati del rapporto 2020 sugli incendi boschiv:
La Romania è stato il Paese Ue più colpito, seguito da Portogallo, Spagna e Italia; Gli incendi hanno colpito pesantemente le aree “Natura 2000”con 136.331 ha bruciati – circa il 40% del totale – un’estensione leggermente inferiore rispetto al 2019 ma superiore alla media degli ultimi 9 anni; Come nel 2019, purtroppo, la Romania ha rappresentato ancora quasi la metà dell’area bruciata totale all’interno dei siti Natura2000, soprattutto nella Riserva Naturale del Delta del Danubio; Nel 2020, incendi di oltre 30 ha hanno colpito 20 dei 27 Stati membri, bruciando 339.489 ha in totale, un valore leggermente superiore a quello registrato nel 2019; Più persone hanno perso la vita nella stagione degli incendi del 2020 rispetto al 2019: i rapporti nazionali della Spagna hanno registrato 6 vittime, 4 delle quali vigili del fuoco; Nel 2020, la mappatura rapida del servizio di gestione delle emergenze di Copernicus è stata attivata 17 volte per una mappatura dettagliata degli incendi boschivi, il che è inferiore alle attivazioni nel 2021; Nel 2020 il meccanismo di protezione civile dell’Ue è stato adeguato con una flotta di aerei antincendio, rafforzando la sua capacità di assistere i Paesi durante la stagione degli incendi.
Il rapporto sottolinea che «La stagione degli incendi boschivi nel 2020 è stata caratterizzata da un gran numero di incendi durante la prima metà dell’anno. Gli incendi sono scoppiati in inverno sul delta del Danubio e nei Pirenei, e in primavera soprattutto nella regione balcanica. Durante l’estate e l’autunno, i più colpiti sono stati i Paesi del Mediterraneo, in particolare Spagna e Portogallo, che hanno registrato i più grandi eventi di incendio nell’Ue per il 2020. I più grandi incendi dell’anno si sono verificati al di fuori dell’Ue, in Ucraina vicino al reattore nucleare sepolto di Chernobyl».
Anche se durante il picco della stagione degli incendi le condizioni di pericolo di incendio non fossero favorevoli, i Paesi mediterranei dell’Ue sono stati in grado di contenere gli incendi che si sono verificati. Tuttavia, dato l’elevato numero di incendi in inverno e in primavera, la superficie totale bruciata nel 2020 nell’Ue è stata superiore alla media del periodo 2008-2019.
L’Ue sta lavorando attivamente per prevenire gli incendi boschivi, preservare le foreste, recuperare la biodiversità e salvare vite umane. Nel marzo di quest’anno la Commissione europea ha pubblicato nuove linee guida per la prevenzione degli incendi boschivi, per la gestione delle foreste e della vegetazione per ridurre la diffusione e l’intensità degli incendi e per dare risposte efficaci. Basandosi sulla strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 pubblicata nel 2020 nell’ambito dell’European Green Deal, a luglio la Commissione Ue ha proposto la nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030 che punta a intensificare l’azione sulla prevenzione degli incendi boschivi e a promuovere una migliore resilienza climatica.