La camminata degli scimpanzé è sorprendente simile a quella degli esseri umani (VIDEO)

Uno studio che potrebbe aiutarci a comprendere meglio l'evoluzione del bipedismo

[8 Ottobre 2015]

Lo studio “Surprising trunk rotational capabilities in chimpanzees and implications for bipedal walking proficiency in early hominins”, pubblicato da Nature Communications rischia di fare  pezzi la nostra convinzione di essere l’unico primate in grado di coordinare il movimento dei fianchi e della parte superiore del corpo, aiutandosi con l’oscillazione delle braccia, per camminare su due piedi, bruciando poca energia. Una camminata caratteristica degli esseri umani e dalla quale crediamo dipenda anche la nostra unicità e buona parte dello sviluppo della nostra manualità e intelligenza.  Una capacità che si basa su adattamenti alla flessibilità del tronco presenti negli esseri umani, ma non negli scimpanzé, nelle altre grandi scimmie, o australopitechi.

Ma un team di ricercatori statunitensi ha utilizzato la cinematica tridimensionale analisi per dimostrare che, «contrariamente al pensiero corrente, gli scimpanzé quando camminano in modo bipede ruotano le  loro regioni lombare e toracica in modo simile agli esseri umani. Questo si verifica nonostante le differenze nella grandezza del movimento del tronco, e nonostante le differenze morfologiche e della “rigidità” del tronco tra le specie».

I ricercatori della  Stony Brook University e dell’università dell’Arizona dicono che «Questi risultati suggeriscono che, come gli esseri umani e gli scimpanzé, i primi ominidi camminavano con rotazioni della parte superiore del corpo che contrapponevano alla rotazione pelvica». Quindi, anche se i primi ominidi camminavano con rotazioni del bacino del 50% più grandi di quelle dei moderni  esseri umani, potrebbero comunque aver avuto dalla camminata bipede dei benefici energetici e meccanici che avrebbe permesso loro di ridurre il lavoro ei costi della locomozione, migliorando pria di quanto si pensasse l’efficienza della camminata nell’evoluzione degli ominidi.

E’ noto che gli scimpanzé possono addestrati a camminare sulle due zampe posteriori e che a volte lo fanno anche in natura, ma non è il loro modo preferto di spostarsi. Quando camminano in posizione eretta, i loro grossi tronchi allungati e i fianchi larghi li inducono ad abbassarsi. Mentre camminano il tronco appare rigido,  mentre l’oscillazione dei fianchi e delle braccia ci sembra eccessivamente pronunciata e goffa.

Le osservazioni sulla deambulazione delle grandi scimmie  e gli studi sulla struttura ossea degli scimpanzé facevano presumere che i nostri parenti più stretti non avessero la contro-rotazione caratteristica della camminata umana, il che portava a concludere che gli antenati umani prima dell’Homo erectus  probabilmente si spostassero come gli scimpanzé. Ma i ricercatori statunitensi hanno finalmente verificato quella che era solo un’ipotesi ed hanno scoperto che, a quanto pare, è sbagliata.

L’analisi cinematica ha dimostrato che tra la camminata umana e quella degli scimpanzé ci sono molte più somiglianze di quanto si pensasse e questo suggerisce che i nostri antenati più simili agli scimpanzé, come l’Australopithecus afarensis, potrebbero essere stati tra i primi ominidi di camminare sulle loro gambe.

Hercules e Leo, due scimpanzé addestrati a camminare in posizione eretta, hanno aiutato i ricercatori a raggiungere questi risultati: gli scienziati hanno attaccato dei marcatori movimento su numerosi punti dei due scimpanzé e su volontari umani e poi hanno visto come camminavano scimmie ed esseri umani. Contrariamente alle ipotesi ed alle convinzioni comuni, gli scimpanzé quando assumono la camminata si bilanciano con la parte superiore del corpo e con le anche che si muovono nella stessa direzione. Gli esseri umani, invece,  muovono le stesse strutture in direzioni opposte. L’ondeggiamento degli scimpanzé serve per risparmiare energia e le loro gabbie toraciche si muovono ad un ritmo simile a quello degli esseri umani: il team ha trovato solo un 0,4 di differenza nella rotazione assiale fra i tronchi umani e quelli degli scimpanzé. «Questi risultati – scrivono i ricercatori – dimostrano che gli scimpanzé utilizzano  le rotazioni per contrastare le rotazioni pelviche più o meno allo stesso modo degli esseri umani», una scoperta che smentisce l’ipotesi che gli scimpanzé siano completamente rigidi nella loro parte superiore.

Quindi, anche se i primi ominidi avevano bacini simili a quelli degli scimpanzé, che ruotavano fino al 50% in più rispetto a quelle degli esseri umani moderni, avrebbero probabilmente potuto camminare in posizione eretta e risparmiare energia, oscillando i loro tronchi a tempo con i loro fianchi. Le cose cambiano se i passa alla corsa bipede, che richiede flessibilità maggiori tra il movimento delle anche e del tronco: «Potrebbe essere stata un po’ meno efficace» sottolinea il team di ricerca. I prossimi studi potrebbero riuscire a capire quando gli antenati dell’uomo sono riusciti a passare all’attuale equilibrio bipede anche-tronco – e quindi a correre in maniera efficiente –  e perché l’evoluzione abbia favorito quel percorso per la nostra locomozione verticale.

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