La rinascita del fiume di Londra: boom di baby foche alla foce del Tamigi (VIDEO)
Il Tamigi non è più la "fogna a cielo aperto" inquinata e biologicamente morta gli anni ’50 ma un ecosistema vitale e respirante
[2 Luglio 2018]
E’ iniziato ieri il nuovo censimento delle foche comuni (Phoca vitulina) organizzato dalla Zoological Society of London (ZSL) che per la prima volta conterà anche i cuccioli nelle principali colonie lungo le coste del Kent e dell’Essex, facendo luce sull’importanza di questo habitat fondamentale per questa specie di foche nel Regno Unito.
Alla ZSL spiegano che «Condotto attraverso una combinazione di sondaggi aerei, costieri e imbarcazioni, il censimento iniziale delle foche in allevamento osserverà anche l’impatto di una serie di minacce emergenti per questi animali, dalle malattie e alle pressioni delle specie selvatiche ai progetti di costruzione costiera, all’inquinamento da plastica e alla competizione inter-specie per cibo/habitat».
Il lavoro della ZSL per la salvaguardia della fauna selvatica nel Tamigi è sostenuto da diversi partner, tra i quali Tideway, la compagnia che costruisce la nuova ‘super fogna’ di Londra.
La leader del team di ricerca, la biologa conservazionista della ZSL Thea Cox, ha sottolineato che «L’estuario del Tamigi è da lungo tempo conosciuto come un habitat importante per le foche comuni adulte: ora, con il nostro primo sondaggio specifico sull’estuario del Tamigi, speriamo di dimostrare anche quanto questo habitat sia vitale come habitat riproduttivo per questi mammiferi marini carismatici. L’anno scorso, abbiamo stimato una popolazione di 1.104 foche comuni e di 2.406 foche grigie in tutto l’estuario: un aumento rispettivamente del 14% e del 19% rispetto ai dati del 2016. Queste scoperte positive supportano l’idea che l’odierno Tamigi non sia la stessa “fogna a cielo aperto” inquinata e biologicamente morta, che era negli anni ’50, ma in realtà abbia ancora una fiorente fauna selvatica. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare, lanciare il nostro primo censimento dei cuccioli quest’anno dovrebbe fornire ulteriori prove inestimabili per sostenere il rinascimento in corso del fiume di Londra come un ecosistema vivente e respirante».
Infatti, negli ultimi anni le foche sono tornate sul Tamigi e sulle basse lingue di sabbia he si affacciano sul suo estuario. La Cox spiega a BBC News che «Queste foche sono i predatori al vertice nell’estuario. Sapere quante ce ne sono è un ottimo indicatore della salute dell’estuario, quale habitat è disponibile per loro, quale fonte di cibo è disponibile per loro. In particolare, capire quanti cuccioli hanno, ci dirà molto sul potenziale riproduttivo della popolazione. Si aggiungerà alla baseline esistente che abbiamo grazie a 5 anni di indagini demografiche: una parte davvero buona di nuove informazioni che raccoglieremo quest’anno».
La maggior parte dei pinnipedi che vive nel Tamigi sono foche comuni, le altre sono foche grigie (Halichoerus grypus), che sono più grandi e hanno un naso più lungo e più piatto. Le foche comuni stanno partorendo e i biologi della ZSL censiscono i nuovi arrivi all’estuario del fiume che attraversa Londra, ma, da quando la caccia alle foche è stata bandita nei primi anni ’70, questi mammiferi marini stanno gradualmente tornando sulle cose del Regno Unito e il loro numero è aumentato sia nell’estuario del Grande Tamigi che e al largo della costa orientale dell’Inghilterra. Le minacce però non mancano: oltre all’inquinamento da plastica e alla possibile scarsità di cibo ci sono anche le malattie: nel 2002 un virus ha ucciso quasi un quarto delle foche comuni che vivevano della costa orientale dell’Inghilterra.
La Cox conclude: «Abbiamo visto aumentare i numeri, il che è una notizia brillante, ma questo non vuol dire che non siano ancora soggette a minacce. Tra queste potrebbero esserci principali progetti di costruzione sull’estuario, i progetti di dragaggio e il disturbo in generale causato dall’utilizzo antropico dell’estuario».
Comunque il Tamigi sembra aver completata la sua “impossibile” rinascita e la nascita dei cuccioli di foca, osservata per la prima volta nel 2017, potrebbe significare che il suo estuario sta diventando un importante sito di riproduzione e significa certamente che l’ambiente sta davvero diventando più pulito e che l’inquinamento industriale ed urbano che le aveva sterminate e fatte fuggire non c’è più. Una possibile lezione anche per i fiumi italiani.