La scomparsa delle spugne del Lago Baikal. Colpa dell’inquinamento o delle fughe di metano? (FOTOGALLERY)
Sono organismi vitali per rendere così pura la più grande riserva di acqua dolce del mondo
[27 Dicembre 2016]
Secondo quanto scrive The Siberian Times, In soli due anni, le spugne sono scomparse nell’area del Lago Baikal tra Capo Tolsty e Listvyanka, una nota località turistica russa nella regione di Irkutsk, e su una vasta area a nord di questo grande lago a forma di mezzaluna, che contiene circa il 20% dell’acqua dolce non congelata del mondo.
Una delle teorie che vano per la maggiore è che la scomparsa e la malattia che colpisce le spugne del Baikal sia dovuta all’impatto di turisti e all’inquinamento che producono, con la conseguente crescita di alghe dannose e maleodoranti. Igor Khanaev, dell’Istituto limnologico di Irkutsk, ha detto The Siberian Times che per quanto riguarda la zona di Listvyanka, «E’ chiaro che i rifiuti scaricati dalle barche hanno seriamente cambiato l’ecosistema del lago in questo settore». Ma gli scienziati propendono più per un’altra ipotesi: le fuoriuscite di metano dal fondo del lago più profondo del pianeta.
Le spugne sono colpite da una “malattia sconosciuta” causata dai batteri e questa rappresenta una vera e propria catastrofe ecologica, visto che un esemplare di spugne del Baikal alto 5 – 7 centimetri filtra fino a 20 litri di acqua al giorno trattenendo batteri e diversi minerali, svolgendo così un ruolo essenziale nel processo di biofiltrazione dell’acqua del Baikal, considerata una delle più pure del mondo, almeno fino a quando non si sono cominciati a vedere i segni di un crescente inquinamento.
Il tasso medio di crescita di queste spugne endemiche è solo di circa 1 centimetro all’anno, quindi una spugna 1 metro può avere un secolo di vita, ma ci mette molto meno a scomparire, mentre per ripristinare la loro presenza sui fondali inquinati ci potrebbero volere decenni.
Lo spettacolo che si poteva vedere quest’estate in alcune aree del Baikal era deprimente: le spugne verdi erano sostituito da escrescenze marroni o anche da scheltri di spugne ricoperti da festoni rosa di cyanella che, insieme alla diffusione di spirogyra, probabilmente alimentata dalle acque reflue urbane scaricate nel lago, porta gli esperti a parlare di «crisi ecologica» per il Baikal.
Khanaev, che è a capo di un gruppo di ricerca che compie immersioni subacquee e monitoraggio nel lago, ha detto a The Siberian Times: «Non possiamo dire se le colonie di alghe filamentose, che danneggiano la fauna endemica, siano cresciute nel corso dell’ultimo anno. ‘Ma possiamo chiaramente affermare che la fauna endemica è in uno stato peggiore come mai prima. In precedenza, nella zona di Listvyanka, avevamo qualche speranza di preservare i resti delle spugne del Baikal o alcune forme di vita acquatica ma ora non c’è più speranza per nessuno».
Ma gli scienziati non hanno ancora accertato la causa che ha portato alla scomparsa delle spugne, anche se degli esperimenti di laboratorio condotti o dall’Istituto limnologico hanno scoperto che – qualunque sia la causa – l’uso di nanoparticelle di argento forse sono un antidoto per evitare la morte delle spugne. Sergey Belikov, che dirige il laboratorio di analisi chimica e bio-organica dell’Istituto, spiega a sua volta: «Prendiamo una spugna apparentemente sana dal Baikal, estraiamo le sue cellule attraverso un filtro speciale e le mattiamo in un contenitore. Normalmente, entro un giorno o due costruiscono un primmorph ricoperto di epitelio. E, in circa un anno, alcune di loro cominciano formare una spugna nuova». Ma per capire se attraverso queste nuove spugne si potrà ricolonizzare il fondo del Baikal sono necessari ulteriori esperimenti.
La teoria che la causa della malattia delle spugne possa essere il metano è legata alla presenza di gas metanolo ossidante e alla scoperta di batteri (Verrucomicrobia a suddivisione 6) in concentrazioni 60 volte maggiore nelle spugne malate che in quelle sane. I ricercatori russi sottolineano che «In circostanze normali, questo batterio non influenza in modo significativo il ciclo di vita di una spugna in buona salute, ma forse una crescita così attiva può causare conseguenze distruttive».
Oleg Khlystov, direttore ad interim del laboratorio di geologia del lago Baikal, spiega come si formano gli idrati di metano nel lago: «Il Baikal ha una grande quantità di sedimento con una notevole quantità di materia organica. La sostanza organica produce diversi tipi di idrocarburi, tra cui il metano. L’alta pressione dell’acqua, a causa della grande profondità dell’acqua, insieme alla temperatura piuttosto fredda dell’acqua sul fondale – circa 3,5 gradi Celsius – ha contribuito alla formazione di idrati di gas». La quantità di metano imprigionato negli idrati del Baikal ammonterebbe a circa 1 trilione di metri cubi.
Ma un altro ricercatore dell’Istituto limnologico, Nikolay Granin, a capo del laboratorio di Idrologia e idro-fisica, non è per niente convinto che la scomparsa delle spugne endemiche dipenda dal metano e ha detto al Siberian Times: «Al momento stiamo osservando il metano che filtra in nel Baikal. Ci sono emissioni nelle acque profonde – ad una profondità di oltre 380 metri – e filtrazioni poco profonde, ad una profondità inferiore ai 380 metri. Attualmente, abbiamo informazioni circa 22 – 24 emissioni nelle acque profonde e più di 100 emissioni poco profonde. Non possiamo dire con certezza se la quantità delle emissioni sia in aumento, dato che finora l’osservazione sono state insufficienti. Per quanto riguarda il legame tra il riscaldamento globale e le emissioni di metano, ci sono un sacco di speculazioni su questo. Crediamo che il riscaldamento non abbia un impatto d sulle filtrazioni, dato che la temperatura sul fondale praticamente non cambia. Si può dire che il livello del lago provochi le perdite. Se il livello scenderà ulteriormente, ci potrebbe essere un aumento nel numero di filtrazioni».