Servono una legge Ue e un "Accordo di Parigi" sulla biodiversità per garantire ripristino, resilienza e un'adeguata protezione degli ecosistemi entro il 2050
Le aree protette dovranno coprire il 30% della superficie terrestre e marina dell’Unione europea
Parlamento europeo: obiettivi vincolanti per proteggere fauna selvatica, persone e biodiversità urbana
[9 Giugno 2021]
Con 515 voti favorevoli, 90 contrari e 86 astensioni, il Parlamento europeo ha respinto i principali tentativi di indebolire la sua relazione d’iniziativa sulla biodiversità e ha approvato definitivamente la risoluzione sulla “Strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita”, che si occupa della crisi della biodiversità in Europa e nel resto del mondo.
Il Parlamento europeo ricorda che «La natura è in declino su scala globale a un ritmo senza precedenti. Sui circa 8 milioni di specie esistenti, un milione sono a rischio di estinzione (IPBES)». Per questo gli eurodeputati «accolgono favorevolmente l’ambizione della strategia dell’Ue sulla biodiversità di ripristinare, rendere resilienti e proteggere adeguatamente gli ecosistemi entro il 2050» e, a sostegno della strategia, chiedono »una legge dell’Ue sulla biodiversità simile alla legge europea sul clima».
Però, i deputati europei «Si rammaricano profondamente che l’Unione Europea non abbia raggiunto gli obiettivi per la biodiversità entro il 2020» e avvertono che «La nuova strategia deve affrontare in modo adeguato le cinque principali cause dei cambiamenti: cambiamenti nell’uso del suolo e del mare; sfruttamento diretto degli organismi; cambiamenti climatici; inquinamento; e specie esotiche invasive. Insistono, inoltre, sulla necessità di mobilitare 20 miliardi di euro all’anno per l’azione a favore della biodiversità in Europa».
Inoltre, il Parlamento europea chiede che «Venga stipulato un “accordo di Parigi” sulla biodiversità in occasione della conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a ottobre 2021, durante la quale saranno stabilite le priorità globali in materia di biodiversità per il 2030 e oltre.
Anche se l’Unione europea ha già, in rapporto al suo territorio, la più vasta rete di aree protette al mondo, gli eurodeputati ritengono che «Sia necessario un piano Ue di ripristino della natura» e ribadiscono la loro richiesta di «Far diventare aree protette almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’Ue entro il 2030, e di fornire maggiore protezione a tali aree, comprese tutte le foreste primarie e antiche presenti nell’Ue. Gli obiettivi nazionali dovrebbero tenere conto di differenze quali dimensione geografica o percentuale di aree naturali».
Secondo gli eurodeputati, «Non ci deve essere alcun deterioramento delle tendenze di conservazione e occorre raggiungere uno stato di conservazione favorevole per tutte le specie protette e gli habitat entro il 2030. Inoltre, almeno il 30% delle specie e degli habitat che non hanno uno stato di conservazione soddisfacente dovrebbe raggiungere questo obiettivo». L’Ue deve anche guidare gli sforzi per porre fine al commercio di specie minacciate di estinzione e delle loro parti.
L’Europarlamento chiede anche una rigorosa protezione di tutte le foreste vetuste e primarie rimaste e la revisione delle norme dell’Ue sull’uso della biomassa per la produzione di energia e che la prossima strategia forestale dell’Ue dia chiaramente la priorità alla protezione e al ripristino del clima e della biodiversità come suoi obiettivi centrali. Ma il Wwf lamenta il fatto che «I deputati non sono riusciti a riconoscere la necessità di integrare la biodiversità come principio chiave per la gestione delle foreste, attraverso linee guida per una silvicoltura più vicina alla natura».
Il Parlamento sostiene «L’istituzione di una piattaforma europea per l’inverdimento urbano, insieme a obiettivi vincolanti sulla biodiversità nelle città, quali una percentuale minima di tetti verdi sui nuovi edifici e il divieto di uso di pesticidi chimici».
I deputati europei si oppongono a una nuova autorizzazione del glifosato dopo il 31 dicembre 2022 e tornano a chiedere «Una revisione urgente dell’iniziativa dell’Ue a favore degli impollinatori, affinché includa un ambizioso quadro europeo di monitoraggio degli impollinatori, con obiettivi e indicatori chiari per contrastare il declino di questi insetti, fondamentali per l’ambiente e la sicurezza alimentare. Inoltre, per ridurre l’uso di pesticidi gli agricoltori hanno bisogno di soluzioni di protezione sicure delle colture per l’ambiente».
Secondo il Wwf, «Nel complesso, la relazione sta inviando un forte segnale di sostegno alla Commissione europea affinché tenga fede agli impegni dell’European Green Deal con i suoi importanti passi successivi: la strategia forestale dell’Ue e la proposta di legge comunitaria sul ripristino della natura».
Il relatore, il socialista spagnolo César Luena, ha riassunrto così quanto approvato dall’Europarlamento: «Chiediamo una legge dell’UE sulla biodiversità che sia simile alla legge dell’Ue sul clima così da stabilire il quadro di governance fino al 2050 per proteggere la biodiversità, compresi gli obiettivi vincolanti per il 2030. Sono soddisfatto perché abbiamo approvato i principali obiettivi della proposta della Commissione e sostenuto la creazione di un piano dell’Ue di ripristino della natura finalizzato al recupero di almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’Ue. Constatiamo inoltre un ampio consenso per una legge per la protezione e l’uso sostenibile del suolo, e un piano per affrontare congiuntamente la crisi climatica e della biodiversità».
Sabien Leemans, senior policy officer for biodiversity dell’european policy office del Wwf, ha concluso: «La strategia dell’Ue per la biodiversità per il 2030 ha il potenziale per innescare il cambiamento trasformativo disperatamente necessario per invertire la perdita di biodiversità. Ii membri del Parlamento europeo hanno dato alla Strategia l’impulso tanto necessario chiedendo strumenti legali forti per aiutarla nella sua attuazione. Dobbiamo rendere il ripristino della natura su larga scala un obbligo giuridico per tutti gli Stati membri perché i meccanismi volontari semplicemente non funzionano. Il voto è un appello urgente all’azione».