Le vespe riconoscono amici e nemici dalla faccia. Uno studio delle università di Firenze e Queen Mary

[5 Febbraio 2015]

Un team di ricercatori del del dipartimento di biologia dell’università degli Studi di Firenze (Petrocelli, Ricciardi e Turillazzi) e della School of Biological and Chemical Sciences della Queen Mary University di Londra (Baracchi e Chittcka) ha scoperto una specie di vespe sociali tropicali che non solo ricordano le facce dei membri delle loro coloni, ma attaccano ogni individuo che non abbia un volto familiare.

Nello studio “Speed and accuracy in nest-mate recognition: a hover wasp prioritizes face recognition over colony odour cues to minimize intrusion by outsiders”, appena pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, il team fiorentino-londinese spiega che «Gli insetti sociali hanno evoluto sistemi di riconoscimento sofisticati che consenteno loro di accettare i compagni nel nido ma di rifiutare i conspecifici alieni. Nella vespa sociale, Liostenogaster flavolineata (Stenogastrinae), gli individui differiscono per il loro profilo di idrocarburi cuticolari secondo l’appartenenza alla colonia; ogni femmina possiede anche un unico modello facciale (visivo). Questa specie rappresenta un modello unico per comprendere come la visione e l’olfatto siano integrati e la misura in cui le vespe diano priorità ad un canale rispetto all’altro per discriminare gli stranieri ed i compagni di nido».

Per scovare e studiare queste piccole vespe gli scienziati italiani e inglesi  sono andati nelle remote  foreste tropicali del sud-est asiatico. Ogni nido di Liostenogaster flavolineata contiene una famiglia di individui e ci possono essere centinaia di nidi uno accanto all’altro, collegati a formare una sorta di città. Ma la vicinanza di così tante altre famiglie significa ogni colonia affronta continui tentativi di intrusione dal “quartiere” e che le vespe di altre famiglie potrebbero rubare le risorse o teoricamente, fare come i cucù:  far allevare le proprie uova ad un’altra famiglia.

Ma il team italo-inglese ha scoperto che «Le femmine di Liostenogaster flavolineata sono in grado di discriminare tra le femmine aliene e quelle del nido utilizzando isolatamente i  modelli facciali o i segnali chimici. Tuttavia, le due modalità sensoriali non sono ugualmente efficaci nella discriminazione dell’”amico” dal “nemico”.  Gli spunti visivi inducono un aumento del numero di attacchi errati sui compagni di nido (falsi allarmi), ma questi attacchi vengono rapidamente interrotti e non provocano mai gravi lesioni. Spunti odoriferi, presentati isolatamente, provocano un aumento del numero di incidenti: accettazioni erronee di estranei».

I ricercatori fiorentini sottolineano: «È interessante notare che le vespe prendono in considerazione le relative efficienze delle due modalità sensoriali quando prendono decisioni rapide in merito all’appartenenza di un individuo alla colonia: i profili chimici sono del tutto ignorati quando gli stimoli visivi e chimici sono presentati insieme. Così, le vespe adottano la strategia “err on the safe side”, memorizzando i singoli volti per riconoscere i membri della colonia e trascurando tracce olfattive per ridurre al minimo il rischio di intrusione nella colonia da parte di estranei».

Il nuovo studio quindi rivela un raffinato gioco tra vista e profumo nel riconoscimento dei compagni di nido: quando le vespe hanno solo informazioni visive sono più propense ad attaccare accidentalmente un amico, quando hanno a diposizione solo gli odori sono più propense a scambiare un nemico per amico. «Sembravano peccare di un eccesso di cautela e davano priorità  ad un volto più o meno riconosciuto il volto di un’altra  vespa al momento di decidere se attaccare – dicono i ricercatori della Queen Mary –  Questo porta a vespe di tanto in tanto ad attaccare subito altri individui della loro colonia, prima di realizzare il loro errore e di fermarsi prima di poter causare alcun danno.

David Baracchi, ricercatore alla School of Biological and Chemical Sciences della Queen Mary University, spiega ancora: «Queste vespe possono utilizzare sia il riconoscimento del volto che il profumo per determinare se un’altra vespa è amica o nemica. Purtroppo né la vista né l’odorato è infallibile, quindi embrano non voler correre rischi e attaccano  chiunque non riconoscono in faccia».

Secondo Lars Chittka, «Questi risultati sul riconoscimento individuale della faccia delle vespe si aggiungono ad una serie di recenti scoperte riguardanti la notevole sofisticazione comportamentale e cognitiva negli insetti sociali con minuscoli cervelli».

La conclusione alla quale è giunta il team fiorentino-londinese è che  questo studio  «E’ la prima dimostrazione che l’identificazione di intrusi nella colonia è mediato dalla scarsa familiarità dei loro volti. Per la prima volta, gli autori hanno esaminato sia il riconoscimento visivo che l’odorato delle vespe, aumentando la nostra comprensione di come gli animali diano priorità ai diversi sensi».