LifeElife: al via la sperimentazione dei palamiti pelagici a basso impatto
Un progetto finanziato dall’Ue per tutelare squali e razze nel Mediterraneo
[12 Luglio 2022]
E’ iniziata una nuova e importante fase del progetto LifeElife per la conservazione degli elasmobranchi – squali e razze – nel Mar Mediterraneo: «L’attività dimostrativa che prevede l’utilizzo del palangaro pelagico a basso impatto, uno degli attrezzi da pesca sperimentali che, insieme alle buone pratiche nella pesca professionale, hanno l’obiettivo di ridurre il bycatch – ovvero, cattura accidentale – e la mortalità degli elasmobranchi», spiega lo staffi di LifeElife. Il palangaro o palamito è costituito da una lunga lenza, con inseriti ad intervalli regolari spezzoni di lenza più sottile portanti ognuno un amo.
Un’attività che fa seguito a quella di sperimentazione di un altro strumento, il SED (Shark Excluder Device/dispositivo di esclusione per squali) – una griglia posta nelle reti a strascico che impedisce agli squali di essere catturati accidentalmente. I test della griglia si sono conclusi con successo nel Mar Adriatico, mentre sono in corso nel Mar Ionio con i pescatori di Cirò Marina (Crotone) e Catania.
Il progetto LifeElife , co-finanziato del programma LIFE dell’Unione Europea, punta a migliorare la conservazione di alcune specie di elasmobranchi (squali e razze) nel Mar Mediterraneo, promuovendo pratiche di conservazione nel contesto della pesca professionale, in alcuni porti italiani, greci e ciprioti, e nelle aree marine protette di Tavolara e delle isole Pelagie attraverso una corretta informazione su queste specie e l’applicazione di strumenti alternativi di pesca, che consentano di limitare le catture accidentali e aumentare la sopravvivenza degli squali pescati. LifeElife ha una durata di 5 anni e coinvolge dieci partner in Italia, Grecia e Cipro: la Stazione Zoologica Anton Dohrn, coordinatore del progetto, l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) e quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Sardegna), Costa Edutainment, con particolare riferimento agli Acquari di Genova e Cattolica, il Consorzio Mediterraneo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Legambiente Onlus, il Marine & Environmental Research (MER) Lab, Algowatt e l’Università degli Studi di Padova. Le azioni pilota e dimostrative si svolgeranno in diverse marinerie, come Chioggia, Porto Garibaldi, San Benedetto del Tronto, Monopoli, Lampedusa, Cirò Marina, Vibo Marina, Nord Sardegna, Catania, Mazara del Vallo, Loano ed in alcuni siti a Cipro e in Grecia.
Le specie prioritarie considerate a rischio o fortemente minacciate inserite nel progetto sono: lo spinarolo (Squalus acanthias), lo squalo smeriglio (Lamna nasus), lo squalo volpe (Alopias spp), lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus) interessato anche da fenomeni di pesca illegale all’interno dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, lo squalo elefante (Cethorinus maximus) e lo squalo zigrino (Dalatias licha). Altre specie vulnerabili che potranno essere oggetto delle azioni di conservazione di LIFE ELIFE sono il palombo (Mustelus spp), la verdesca (Prionace glauca) e lo squalo mako (Isurus oxyrinchus).
A LifeElife spiegano ancora che «Il palangaro pelagico a basso impatto è armato di ami circolari (C-hooks) che sostituiscono i tradizionali ami a forma di J (J-hooks) e ne costituiscono una valida alternativa che consente di perseguire la pesca delle specie bersaglio – in questo caso il pesce spada (Xiphias gladius) – e al contempo rende facile e sicuro il rilascio di altre specie catturate accidentalmente. L’attività dimostrativa con il palangaro pelagico a basso impatto coinvolge diverse imbarcazioni attive non solo nel mar Ionio, ma anche nello Stretto di Sicilia (Lampedusa e Mazara del Vallo), nel Tirreno Centro-Meridionale (Vibo Marina e Porto Torres) e in Mar Ligure (Albenga). Già dalle prime uscite, l’uso del nuovo strumento ha confermato la sua validità: in una delle uscite di pesca al largo di Cirò Marina, sono stati infatti pescati due esemplari di trigone viola (Pteroplatytrygon violacea) che sono stati subito rilasciati senza subire danni.
Il trigone viola è un elasmobranco, frequentemente oggetto di cattura accidentale nella pesca con il palangaro pelagico tradizionale. Benché considerato a basso rischio di estinzione dall’Iucn in Europa sia nel Mediterraneo, agevolare anche il suo rilascio permette non solo di conservarne la popolazione ma di perseguire quell’approccio precauzionale alla gestione delle risorse marine fortemente raccomandato dall’Ue».