Una mamma delfino in cattività uccide il suo cucciolo. E’ una di quelle catturate a Taiji (VIDEO)
Petizione online: basta massacri di cetacei entro le Olimpiadi di Tokyo del 2020
[6 Ottobre 2016]
L’International marine mammal project ha reso noto che una femmina di tursiope catturata durante le sanguinose battute nella baia giapponese di Taiji ha ucciso il suo cucciolo e aggiunge: «Se rimaneva qualche dubbio che la cattività uccide, la recente morte di un cucciolo in un acquario giapponese dovrebbe spazzarlo via del tutto».
Il cucciolo ucciso era una femmina nata nell’acquario di Nagoya il 24 settembre. Sua madre, Lulu era stata catturata durante una delle brutali caccie ai cetacei che hanno reso tristemente famosa la baia di Taiji e documentate dal documentario The Cove che vinse l’Oscar nel 2010. Dopo giorni di molestie da parte di Lulu, la piccola delfina è morta e nelle foto si possono vedere i segni dei colpi del rostro della madre de ferite che sembrano sanguinare.
Secondo l’International marine mammal project, «E’ estremamente raro che le mamme delfino in natura pratichino l’infanticidio, o l’uccisione del proprio figlio. Tuttavia, è una delle principali preoccupazioni per i cetacei in cattività, come qualsiasi dipendente di un acquario può dire. Sono numerosi i casi di madri che si rifiutano di allattare il loro cuccioli, che li ignorano, che cercano di annegarli o – come sembra essere il caso con Lulu – li mordono o li molestano a morte. I gestori degli Aquarium preferiscono spiegarlo come il risultato di primipare che semplicemente non sanno essere buoni genitori. Ma è una logica è molto discutibile. Una ragione più probabile per questo tipo di violenza si trova all’interno delle cicatrici traumatiche dell’essere state separate dalla loro famiglia, di guardare e ascoltare i loro familiari morire uno ad uno e di essere rimosse definitivamente dalla loro casa. Oppure potrebbe essere che Lulu non voleva che il suo cucciolo sopportasse il dolore senza fine e la sofferenza della cattività. Non riusciremo mai a conoscere le sue ragioni. Ma quello che sappiamo è che l’utilizzo e l’abuso dei delfini da parte degli esseri umani causa incredibili sofferenze: una sofferenza che continuiamo a pagare, in quanto la domanda di intrattenimento con i cetacei in cattività continua a crescere».
Nel 2020, Tokyo ospiterà le Olimpiadi estive, che saranno un’occasione di festa e cooperazione per tutti meno che per le balene e delfini che il Giappone continua a massacrare. Per questo International marine mammal project ha lanciato la petizione online Japan: Stop the Slaughter & Captivity of Dolphins con la quale ci si impegna a non comprare mai un biglietto per uno spettacolo di delfini in cattività e si chiede al sindaco di Taiji, Kazutaka Sangen, e al primo ministro giapponese Shinzō Abe di porre fine entro il 2020 alle inaccettabili stragi di cetacei e al commercio di delfini vivi è inaccettabile.
La petizione ricorda ad Abe e a Sangen che la World association for zoos and aquariums e la Japanese association of zoos and aquariums concordano sul fatto che il codice etico vieta la cattura di delfini vivi per utilizzarli cattività durante le crudeli battute di caccia a Taiji e chiede anche di rilasciare il delfino albino Angel e soprattutto di smetterla di insistere che la caccia ai delfini è una tradizione culturale, «in quanto questo è stato dimostrato che è falso».