Mangiati vivi. A Gough i supertopi uccidono ogni anno 2 milioni di uccelli (VIDEO)
A rischio estinzione specie rarissime. Parte una gigantesca eradicazione dei topi
[22 Ottobre 2018]
La remota Gough Island, e che fa parte del territorio di oltremare britannico di Sant’Elena, Ascension e Tristan da Cunha, vista dal mare sembra un’idilliaca isola disabitata spersa nell’Oceano Atlantico meridionale, dove sbarcano raramente pochi scienziati per studiare le ben 22 specie di uccelli marini che si riproducono sulle sue coste e le due specie autoctone di uccelli terrestri che vivono tutto l’anno nei suoi 91 Km2. Per la sue flora e fauna uniche nel 1995 l’Unesco ha dichiarato Gough Patrimonio dell’Umanità.
Ma un rapporto della Royal Society for the Protection of Birds (Rspb) rivela che in realtà, vista da vicino, «quella di Gough è una storia che spezza il cuore».
Tutto comincia nel XIX secolo quando i topi vennero introdotti a Gough Island, «Ora, più di 100 anni dopo – raccontano all’Rspb – i topi hanno colonizzato l’intera isola, evolvendosi fino a diventare il 50% più grandi del topolino delle case medio e hanno iniziato a banchettare con le uova e i pulcini degli uccelli una volta abbondanti dell’isola».
Un nuovo studio calcola l’impatto che i topi (Mus musculus) invasivi stanno avendo su 10 specie di uccelli marini indifesi a Gough Island e «I risultati sono maggiori di quanto chiunque avesse mai immaginato». Infatti, la ricerca sostenuta dall’Rspb ha rilevato che « su Gough Island ogni anno a predazione da parte dei topi sta causando la perdita di 2 milioni di pulcini e uova. Potrebbe essere difficile credere che un topo di 30 grammi possa uccidere un pulcino di 10 chilogrammi, ma questa catastrofe ambientale è molto reale. Questi topi predatori stanno spingendo albatros, zigoli, procellarie e altri uccelli marini verso l’estinzione».
Il principale autore dello studio, l’irlandese Anthony Caravaggi, dell’università di Cork, spiega a BBC News che «Molti degli uccelli marini di Gough sono piccoli e nidificano nelle tane. I pulcini sono più piccoli e non hanno vie di fuga, quindi per un topo opportunista questi pulcini costituiscono una preda relativamente facile. I topi hanno avuto cos’ successo che sono diventati più grandi e ora stanno attaccando tutti gli uccelli marini, anche i pulcini degli albatros di Tristan, che sono molto più grandi di quelli degli altri piccoli uccelli marini».
E’ il destino delle specie rare che nidificano a Gough a destare le maggiori preoccupazioni tra gli scienziati, in particolare proprio l’albatro di Tristan (Diomedea dabbenena) del quale sopravvivono solo 2.000 coppie nidificanti. Gli albatros sono monogami, restano insieme per tutta la vita e depositano n solo uovo ogni due anni. Diversi genitori di albatros di Tristan sono stati filmati mentre tornavano al nido con il cibo per i loro pulcini che trovavano morti. I ricercatori dicono che l’estinzione di questi magnifici uccelli «Sembra certa entro un certo numero di decenni» e Caravaggi conferma: «In un brevissimo lasso di tempo, l’albatro di Tristan andrà perso e questo è vero anche per un certo numero di altre specie. Anche se a fare notizia è l’albatro di Tristan, un gran numero di altri uccelli , compreso il petrello dell’Atlantico (Pterodroma incerta – Petrello di Schlegel, ndr)e il prione di MacGillivray (Pachyptila macgillivrayi) seguiranno la sua sorte, se i topi non saranno rimossi».
Le videocamere posizionate accanto ai nidi rivelano l’orrore che subiscono questi pulcini. I topi, in gruppi fino a 9 individui li mangiano letteralmente vivi e le riprese mostrano mostrano come i pulcini spesso soffrano per giorni prima che le ferite aperte li portino alla morte.
Ma se i topi si sono adattati all’opportunità che rappresentano gli uccelli marini, perché anche gli uccelli marini non hanno reagito alla minaccia dei supertopi?
A questa domanda risponde un altro degli autori dello studio, Alex Bond del Natural History Museum
di Londra, «Il fatto è che queste specie di uccelli si sono evolute per vivere su isole libere da predatori, ecco perché lì ci sono così tanti uccelli marini. Per i topi ci sono forse nuove generazioni due volte l’anno, ma gli uccelli come l’albatro di Tristan, passano i loro primi 10 anni in mare, quindi ci vuole molto tempo perché questi meccanismi comportamentali entrino in azione. Sapevamo che c’erano un gran numero di pulcini e uova che venivano mangiati ogni anno, ma il numero effettivo dei topi è sbalorditivo. Gli uccelli marini di Gough Island hanno disperatamente bisogno del nostro aiuto».
E l’aiuto è in arrivo. la Rspb e il Tristan da Cunha Island Council, insieme a partner internazionali tra cui Island Conservation il Dipartimento per gli affari ambientali del Sudafrica, hanno sviluppato il Gough Island Restoration Programm. Ma lavorare in uno dei luoghi più remoti del pianeta è molto difficile, per questo il Gough team sta pianificando di eradicare i topi da Gough Island a partire dal 2020 «per fermare questa carneficina una volta per tutte. Se avrà successo, questa azione dopo salverà due milioni di uccelli marini ogni anno».
Data la posizione dell’isola, si tratta di un’enorme sfida logistica: bisogna noleggiare una nave in Sudafrica in grado di trasportare due elicotteri e un carico di esche avvelenate che verranno disseminate i in tutta l’isola dagli elicotteri. Le esche vegetali, che quindi non verranno mangiate dagli uccelli di Gough, contengono un anticoagulante che dovrebbe uccidere i topi entro 24 ore.
Bond ricorda che «Eradicare specie invasive dalle isole è stato fatto in circa 700 isole in tutto il mondo. Quindi quel che stiamo facendo non è una cosa nuova, facendo, questa è una tecnica collaudata che può fornirci la soluzione di cui abbiamo bisogno».
John Kelly, manager Rspb per l’eradicazione dei topi da Gough Island, conclude: «L’Rspb e il Tristan da Cunha Island Council hanno sviluppato un piano ambizioso per salvare l’albatro di Tristan e altre specie su Gough. I risultati di questo studio sono un potente promemoria del perché abbiamo affrontato questa sfida, il ripristino dell’isola a uno stato più naturale preverrà la morte di milioni di uccelli marini. Ma non possiamo farlo da soli. Chiediamo a tutti quelli che amano la natura di riunirsi per salvare queste specie preziose».