Wwf: sullo Stretto di Messina abbattuto un falco di palude. Articolo di The Guardian sul bracconaggio in Lombardia
Nel casertano due bracconieri fanno strage di uccelli protetti
Avrebbero ucciso “con crudeltà e senza necessità” oltre 70 uccelli e istigato via social altri cacciatori a fare altrettanto
[8 Aprile 2021]
La notizia arriva direttamente dal ministero della transizione ecologica: «Oltre 70 uccelli uccisi “con crudeltà e senza necessità”, fra cui 8 esemplari di Volpoche, specie particolarmente protetta, considerata oggi in via di estinzione. E’ il triste bottino di due bracconieri che avrebbero poi diffuso via social un video in cui mostravano fieri gli animali uccisi, indicando agli “amici” in ascolto il luogo dove avrebbero compiuto la strage di avifauna selvatica e spiegando come fosse un luogo ideale per cacciare molti volatili, istigando così altri cacciatori a commettere gli stessi reati. Questa la ricostruzione delle autorità che ha fatto scattare ieri le misure cautelari per due bracconieri della provincia di Caserta», A Villa Literno.
Per i due bracconieri la Procura di Napoli Nord ha chiesto, e ottenuto con pronuncia del Gip, il divieto di dimora nella provincia di Caserta. Una decisione arriva dopo le indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Caserta (Nipaaf), in collaborazione con i Carabinieri Forestali di Marcianise e del Raggruppamento Biodiversità di Caserta.
»Ad incastrare i due bracconieri – spiegano ancora al ministero – il video nel quale i due si vantavano del bottino animali uccisi, fra cui, in primissima fila, gli esemplari di Volpoche (nome scientifico: Tadorna tadorna), specie particolarmente protetta dalla Legge 157/1992 e inserita nella lista rossa di quelle in via di estinzione. Le immagini, rimbalzate via social da un telefonino all’altro, sono state infatti visionate anche da cacciatori rispettosi delle norme e indignati per il comportamento dei due bracconieri e da membri della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), che le hanno segnalate alla polizia. Le successive indagini hanno portato al sequestro all’arsenale dei due bracconieri (composto da fucili, munizioni e richiami per uccelli), del porto d’armi in loro possesso, dei pc ritrovati nelle loro abitazioni e di una postazione abusiva di caccia, realizzata artigianalmente con sedili di automobile coperti da un telo e mimetizzati con canne e posta a ridosso di una “vasca di caccia” sita in Villa Literno (provincia di Caserta)».
In una nota diffusa dagli investigatori si legge che «Alla luce degli elementi raccolti, sono stati ipotizzati a carico dei due bracconieri “oltre che violazioni contravvenzionali attinenti all’illecita attività venatoria […], i più gravi delitti di uccisione di animali e di istigazione a delinquere, con l’aggravante di aver commesso il fatto attraverso strumenti informatici e telematici».
Ma il bracconaggio italiano non conosce confini regionali e oggi The Guardian ha pubblicato l’articolo “Snared: catching poachers to save Italy’s songbirds” nel quale Wwf e CABS raccontano il bracconaggio in Lombardia
Il Wwf rilancia l’allarme stigmatizzando il caso di Villa Literno e aggiungendo che «E’ di poche ore fa la notizia del grave ferimento a colpi di fucile, sulla costa calabrese dello Stretto di Messina, di un falco di palude, splendido rapace che ogni anno, assieme a decine di migliaia di rapaci, percorre la rotta migratoria che dai quartieri di svernamento dell’Africa subsahariana porta ai siti di nidificazione in Europa. L’animale si trova ora ricoverato presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica Stretto di Messina, gestito dall’Associazione Mediterranea per la Natura (MAN) che, insieme ai volontari WWF, ha iniziato le attività di monitoraggio delle migrazioni in funzione antibracconaggio per il 38esimo anno consecutivo».
Il Pan da ricorda che «Come ogni anno, il passaggio dei migratori, che dopo avere attraversato il deserto e il canale di Sicilia giungono in Italia stanchi e affamati, coincide con l’aumento di fenomeni gravissimi di bracconaggio. Questi crimini sono compiuti per diversi scopi: dalla uccisione di piccoli uccelli destinati ad alimentare il mercato della ristorazione nel nord Italia, alla cattura delle specie utilizzate nel traffico clandestino dei richiami vivi, fino all’abbattimento di esemplari, anche appartenenti a specie che rischiano l’estinzione, per puro e ingiustificabile “divertimento”».
Il vice presidente del Wwf Italia, Dante Caserta, conclude: «Ciò che colpisce – afferma – è la constatazione che i bracconieri, nonostante siano oramai in molti casi noti alle forze di polizia, continuano ad operare alla luce del giorno, senza avere il timore di subire alcuna sanzione, arrivando, in alcuni casi, addirittura a rendere pubbliche le loro gesta criminali. “Questi episodi rendono evidenti la necessità e l’urgenza di agire per dotare la Magistratura e le Forze di Polizia di strumenti idonei a rendere realmente efficace l’azione di contrasto a crimini tanto crudeli quanto gravi perché, oltre a provocare enormi danni alla biodiversità, sono connessi a numerosi ulteriori fenomeni criminali che spesso fanno capo a strutture associative organizzate per delinquere. Il plauso del WWF Italia va alla Magistratura e alle forze di Polizia, oggi in particolare all’Arma dei Carabinieri che, grazie alla passione, alle abilità investigative e alle competenze giuridiche, riescono ad ottimizzare gli sforzi e creare le condizioni per individuare e sanzionare chi pensa di potere prendersi gioco dello Stato e delle sue leggi. Questo avviene nonostante l’immobilismo della politica che non introduce modifiche legislative per rendere il regime sanzionatorio per questi atti effettivamente deterrente e per dotare gli organi inquirenti di più efficaci strumenti investigativi. Questa operazione dimostra inoltre quanto sia importante che chiunque entri in contatto con foto o video simili li metta subito a disposizione delle Autorità».