Per i cuccioli di squalo il futuro è troppo caldo
Il cambiamento climatico causa la nascita precoce di squali più piccoli e denutriti. Il caso degli squali spallina e delle loro uova
[14 Gennaio 2021]
Il nuovo studio “Future thermal regimes for epaulette sharks (Hemiscyllium ocellatum): growth and metabolic performance cease to be optimal”, condotto al New England Aquarium e pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori statunitensi e australiani rileva che «Poiché il cambiamento climatico provoca il riscaldamento dell’oceano, i cuccioli di squalo nascono più piccoli, esausti, denutriti e in ambienti in cui è già difficile sopravvivere».
La principale autrice dello studio, Carolyn Wheeler dell’università del Massachusetts Boston e all’ARC Center of Excellence for Coral Reef Studies della James Cook University, ha esaminato gli effetti dell’aumento delle temperature sulla crescita, lo sviluppo e le prestazioni fisiologiche degli squali spallina (hemiscyllium ocellatum), una specie che deposita uova e che è endemica della Grande Barriera Corallina Australiana. La Wheeler ha studiato gli embrioni e i cuccioli di squali con la supervisione di John Mandelman, vicepresidente e chief scientist dell’Anderson Cabot Center for Ocean Life del New England Aquarium e sottolinea che «Abbiamo scoperto che più calde sono le condizioni, più velocemente succede tutto, il che potrebbe essere un problema per gli squali. Gli embrioni sono cresciuti più velocemente e hanno utilizzato il loro sacco vitellino più velocemente, che è la loro unica fonte di cibo mentre si sviluppano nella sacca delle uova. Questo li ha portati a schiudersi prima del solito. I cuccioli non erano solo più piccoli, ma dovevano nutrirsi quasi immediatamente mentre non avevano abbastanza energia».
Mandelman ricorda che «L’oceano deve affrontare crescenti minacce da parte degli esseri umani, come gli effetti del cambiamento climatico, ed è fondamentale condurre ricerche scientifiche per contribuire a rafforzare la gestione e la protezione di quelle specie oceaniche più colpite e vulnerabili. In questo caso, abbiamo affrontato una minaccia pressante – il riscaldamento degli oceani – e i potenziali impatti su una specie che potrebbe servire da modello per altre specie che depongono le uova tra gli squali e i loro parenti».
Il New England Aquarium ha un programma di riproduzione per gli squali spallina che consente ai ricercatori di utilizzare alcune delle uova per studiare gli impatti dei cambiamenti climatici su una specie di squalo originaria dell’altra parte del mondo. La ricerca è stata ospitata dall’’Animal Care sotto la direzione di Barbara Bailey, un’altra autrice dello studio, che spiega a sua volta: «Questo lavoro includeva gli sforzi dello staff, dei volontari e degli stagisti di diversi dipartimenti. Sono stata molto entusiasta di trovare una connessione tra gli animali nelle nostre mostre e l’opportunità di contribuire a uno studio scientifico incredibilmente importante».
La coautrice Jodie Rummer, co-supervisore della Wheeler alla James Cook University, evidenzia che «Le acque della Grande Barriera Corallina probabilmente sperimenteranno medie estive vicine o addirittura superiori a 31° C / 87,8° F entro la fine del secolo. Gli squali non si prendono cura delle loro uova dopo che sono state deposte, il che significa che un uovo di squalo deve essere in grado di sopravvivere senza protezione per un massimo di quattro mesi». Secondo la Rummer «L’aumento delle temperature oceaniche è una delle principali preoccupazioni per il futuro degli squali, in particolare quelli che depongono le uova. Lo squalo spallina è noto per la sua resistenza al cambiamento, anche all’acidificazione degli oceani. Quindi, se questa specie non riesce a far fronte al riscaldamento delle acque, allora come se la caveranno altre specie meno tolleranti?».
Gli squali crescono lentamente e non si riproducono così spesso rispetto ad altri pesci. Le popolazioni di molte di queste creature sono già minacciate in tutto il mondo. Lo studio conclude che «Gli squali del futuro nasceranno – o si schiuderanno, in questo caso – non solo in condizioni svantaggiose, ma in ambienti già più caldi di quelli che possono tollerare».