Perù: appello a Papa Francesco perché condanni “la strada della morte”
Survival e le associazioni indigene: il Papa ci aiuti a fermare la strada che minaccia le tribù incontattate
[17 Gennaio 2018]
Tra il 18 e il 21 gennaio Papa Francesco visiterà il Perù e, alla vigilia del suo arrivo, Survival International coglie l’occasione per lanciare un appello al pontefice perché «condanni i tentativi di aprire una pericolosa strada nella foresta amazzonica, che minaccia di distruggere alcuni dei popoli indigeni più vulnerabili del pianeta».
L’ONG che difende i popoli autoctoni ricorda che il Congresso del Perù ha recentemente approvato un disegno di legge, presentato dal parlamentare del Partido Popular Glider Ushñahua, «per costruire delle strade in aree remote dell’Amazzonia peruviana. Se otterrà l’approvazione presidenziale, sarà autorizzata anche la costruzione della cosiddetta “strada della morte”, tra le regioni di Ucayali e Madre de Dios, nella Frontiera Incontattata. Questa regione, a cavallo tra Brasile e Perù, ospita il maggior numero di popoli incontattati del pianeta. La strada aprirebbe la foresta alle invasioni esterne e alle attività estrattive altamente distruttive, come il taglio del legno e l’estrazione mineraria illegali».
Il disegno di legge 1123-2016-CR, »riconosce come priorità nazionale la costruzione di strade nelle aree di frontiera» e secondo Survival «è stato approvato dal Congresso alla fine del 2017, tra irregolarità inquietanti. Il ministero della cultura, il ministero dell’Ambiente, le organizzazioni indigene peruviane Aidesep (Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana) e Fenamad (Federación Nativa del Río Madre de Dios y Afluentes) e le comunità indigene hanno espresso il proprio dissenso rispetto alla legge. Sostengono che violi i diritti dei popoli incontattati e affermano che è giuridicamente inattuabile perché attraverserebbe territori che sono inaccessibili per garantire la protezione delle tribù in contattate».
Sul lato peruviano della Frontiera Incontattata ci sono riserve, territori indigeni e parchi nazionali istituiti anche per proteggere i popoli incontattati. «Ma non è abbastanza – dice Survival – il governo peruviano deve includere tutte queste zone in un’unica area protetta e inaccessibile».
Nella sua enciclica Laudato Si’, Papa Francesco esalta la profonda connessione dei popoli indigeni con la Terra e il loro ruolo nella conservazione della natura e il presidente della Fenamad, Julio Cusurichi Palacios, ha sottolineato un tema molto caro al Papa: «L’interesse economico non può essere superiore a quello per la vita umana« e anche la relatrice speciale dell’Onu sui diritti dei popoli indigeni ha espresso la propria opposizione al progetto: «Questa legge potrebbe avere conseguenze irreversibili per la sopravvivenza di questi gruppi […] Esperienze passate, in cui la costruzione di strade o attività simili hanno portato a un contatto forzato, hanno causato impatti irreversibili, come lo sterminio fisico e culturale dei popoli indigeni in isolamento».
Il 19 gennaio il Papa incontrerà le comunità indigene a Madre de Dios per discutere della cura dell’ambiente e dell’umanità e Survival gli chiede di «prendere posizione contro la “strada della morte” per l’impatto devastante che avrebbe sugli ecosistemi amazzonici e sulle tribù incontattate come i Mashco-Piro, che dipendono dalla foresta per la loro sopravvivenza e che non hanno difese imminitarie verso le malattie importate dagli invasori».
Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, conclude: «Chiediamo al Papa di condannare questo disegno di legge aberrante che mette a rischio la sopravvivenza di alcuni dei popoli più vulnerabili del pianeta. E’ necessario che il Perù rispetti le proprie leggi e il diritto internazionale, e che garantisca la protezione dei territori delle tribù incontattate. Gli indigeni incontattati sono i migliori custodi dei loro ambienti e le prove dimostrano che i loro territori costituiscono la migliore barriera alla deforestazione. Se la “strada della morte” sarà costruita, sarà un attacco genocida contro queste tribù e i loro ecosistemi».