Perù: giustizia indigena per difendersi dalla deforestazione e dai trafficanti di droga

Accaparratori di terre e trafficanti di cocaina invadono terre e assassinano indigeni

[12 Marzo 2021]

In Perù il territorio di Santa Martha sta subendo una deforestazione senza precedenti, causata dall’invasione di trafficanti di droga e di accaparratori di terre che sono proprietà ancestrale della comunità indigena di Cacataibo che occupa gran parte dei 14.485 ettari che è ufficialmente preservata come territorio forestale.

Negli ultimi anni, i trafficanti hanno occupato e disboscato illegalmente terreni per realizzare piantagioni di coca e piste di atterraggio. Secondo i dati satellitari dell’università del Maryland la deforestazione all’interno e intorno al territorio di Santa Marta, una regione della foresta pluviale amazzonica ricca di biodiversità è continua: nei primi 9 mesi del 2020, a Santa Martha sono stati emessi più di 2.500 allarmi per deforestazione. Questa zona, nelle regioni di Huanuco e Ucayali del Perù centrale, negli ultimi anni è diventata uno dei principali siti per il disboscamento illegale e la produzione e il traffico di cocaina, per i quali il Perù è il secondo produttore mondiale dopo la Colombia.

Gli esperti dicono che la pandemia di Covid-19 ha esacerbato l’accaparramento di terre: trafficanti di droga e migranti impoveriti provenienti da Codo del Pozuzo e Huanuco si sono stabiliti a Santa Martha e nei dintorni.  Con la pandemia la domanda globale di cocaina è aumentata e il Covid-19 ha anche costretto molte famiglie che vivevano di lavori in nero a cercare una nuova e immediata fonte di reddito. La pandemia ha anche provocato un rallentamento dei programmi governativi per l’eradicazione della coca.

Jaime Antezana, esperto di sicurezza pubblica e traffico di droga ha detto a Mongbay che «Ogni anno in Perù vengono solitamente eradicati 25.000 ettari di coca. Nel 2020, a novembre, la cifra non aveva nemmeno raggiunto i 2.000».

Stanco dell’impunità con cui i suoi “fratelli” vengono assassinati per essersi opposti ai trafficanti di droga e al disboscamento illegale nei loro territori dell’Amazzonia peruviana, il capo della tribù Cacataibo, Herlin Odicio ha annunciato: «Ci resta solo la giustizia indigena».

In meno di un anno, 4 indios Cacataibo e 2 della tribù Ashaninka sono stati assassinati nella regione per aver affrontato gli invasori delle loro terre ancestrali, gli ultimi due nelle ultime tre settimane. Ma, intervistato da EFE, Odicio ha denunciato che questi assassinii vanno avanti da tempo.

I cacataibos vengono uccisi da anni, ma non si sono mai lamentati pubblicamente fino a quando Odicio non è diventato il leader della Federación Nativa de Comunidades Cacataibo (Fenacoca) che riunisce 9 comunità indigene con circa 10.000 persone lungo i fiumi Aguaytia, Zungaroyacu e San Alejandro.

Secondo Odicio Ormai Santa Martha «E’ già una secondo VRAEM». La  Valle de los Rios, Apurimac, Ene e Mantaro, l’area montuosa più nota per la produzione di cocaina del Perù, più a sud di Santa Martha, dalla quale proviene – con l’aiuto di quel che resta dei guerriglieri maoisti di Sendero Luminoso – il 70% delle 411 tonnellate cocaina che il Perù esporta ogni anno.

Per Odicio «E’ come negli anni ’90», cioè l’epoca della persecuzione dei popoli indigeni nell’Amazzonia peruviana da parte sia dell’esercito che di Sendero Luminoso e del Movimiento revolucionario Tupac Amaru (MRTA), che spinse milioni di indigeni a fuggire dalle loro terre per evitare di essere ridotti in schiavitù o annientati.

Odicio denuncia: «Questa situazione è deplorevole. I leader (indigeni) non la denunciano mai pubblicamente perché temono per la loro vita, ma quando non lo denunci, il peggio accade comunque. Sono stato minacciato molte volte. Le minacce sono indirette … tramite telefonate e messaggi. Stiamo cercando di proteggerci, ma nessuno ci sta fornendo una soluzione. I gruppi criminali che gestiscono il disboscamento illegale e la coltivazione della coca agiscono in coordinamento con le autorità locali e regionali».

Il leader della Fenacoca ha accusato direttamente i funzionari del dipartimento dell’agricoltura dei governi regionali di Huanuco e Ucayali che danno carta bianca ai criminali per invadere le terre tribali: «Negoziano per la terra delle comunità e … invadono. … Coltivano raccolti illeciti, … producono cocaina e ci sono persino piste di atterraggio clandestine» per la partenza dei “narco-voli” con i quali la droga viene trasportata fuori dalla regione verso il Brasile o la Bolivia.

Odicio aggiunge: «Stanno anche facendo strade non autorizzate all’interno delle comunità, senza studi sull’impatto ambientale. Non so cosa stia facendo il nostro governo. E’ il caos. Non rispettano i diritti dei popoli indigeni. Abbiamo molte leggi, ma non vengono applicate».

Nonostante le denunce pubbliche sui recenti omicidi, continua a prevalere l’impunità: solo pochi giorni fa l l’assassino di un indigeno è stato rilasciato dalla polizia dopo essere stato identificato.

Odicio conclude: «Siamo persino andati alla Comisión Interamericana de Derechos Humanos, ma finora niente. Non ci resta altro che la giustizia indigena, che può funzionare meglio della giustizia peruviana. Controllare il nostro territorio e difenderci insieme ai nostri fratelli per proteggere la nostra terra. Dal momento che lo Stato ci sta ignorando, ci resta solo di unire le nostre forze».