Sbancamenti nelle Gole di Fara San Martino, Tu.Vi.Va attacca il Parco Nazionale della Majella
«Non si gestisce il patrimonio Geoparco Unesco per il turismo a forza di ruspe. Come abbattere le colonne ai Fori Imperiali a Roma per far entrare più persone per evitare assembramenti»
[30 Settembre 2021]
Riceviamo e pubblichiamo
Il Coordinamento Tutela per le Vie Verdi d’Abruzzo, composto da diverse associazioni e operatori del turismo, si fa portavoce dell’indignazione che sta montando per i clamorosi lavori di sbancamento in corso alle magiche Gole di Fara San Martino (CH) in pieno Parco Nazionale della Majella, sito Natura2000 per la UE e Geoparco Unesco.
Le incredibili immagini dei mezzi meccanici che stanno demolendo speroni rocciosi in uno dei luoghi più noti d’Abruzzo stanno scatenando reazioni sul web da parte degli amanti della montagna che vedono distruggere rocce di milioni di anni per far posto ad una scalinata addossata alla parete rocciosa. Tanti i commenti durissimi sotto un post del presidente del Parco Zazzara che difende i lavori sostenendo trattarsi di una “messa in sicurezza” addossando alla parete rocciosa il percorso esistente per la questione della caduta massi.
Praticamente come buttare giù le colonne dei Fori Imperiali per fare più spazio ai turisti ed evitare assembramenti per il Covid! A questo punto anche il Corno Grande potrebbe essere capitozzato perché troppo impervio? Oppure potremmo farci direttamente delle scale mobili, se passa questo concetto.
A parte il fatto che comunque il percorso resterà sotto una parete, così l’afflusso aumenterà anche con persone non equipaggiate per la montagna, aggravando i rischi di un ennesimo e malaugurato incidente per via del prevedibile maggiore afflusso di persone (senza contare che a questo punto gli enti saranno pienamente responsabili avendo volontariamente indirizzato su quel tracciato i visitatori).
In ogni caso sfregiare il bene per permetterne la fruizione è incredibile. Ci chiediamo come sia possibile, anche per l’impatto paesaggistico enorme di una dei più noti paesaggi appenninici, con le pareti bianche dello sbancamento recente, che un tale intervento possa aver visto l’autorizzazione della Soprintendenza (se esiste).
Abbiamo anche cercato l’obbligatoria Valutazione di Incidenza Ambientale, di competenza comunale, ma sull’albo pretorio del Comune non siamo riusciti a trovarla. Esiste?
Neanche il Parco la cita nel suo nulla osta nonostante la Valutazione, derivante addirittura da direttive comunitarie, per granitica giurisprudenza debba ovviamente precedere qualsiasi decisione finale dell’ente.
Infine la Legge quadro sui Parchi vieta, senza possibilità di deroghe, l’alterazione del paesaggio e delle rocce di un Parco nazionale. Nè il Piano del Parco, pure richiamato nel nulla osta dell’ente, potrebbe superare queste sacrosante norme di tutela (a parte che non riusciamo a trovare un passaggio nel Piano del Parco che consenta tutto ciò).
In generale, serve sensibilità per conservare integro il nostro paesaggio millenario e non certo svilirlo con interventi così pesanti quando servirebbero servizi adeguati e una fruizione attenta e consapevole da parte di tutti, anche per prevenire per quanto possibile eventuali incidenti.
di Coordinamento TU.VI.VA.