Scoperte tre nuove specie di nautilus nel Mar dei Coralli e nel Pacifico meridionale

I ricercatori: «Sono ovunque là fuori». Ma i nautilus restano fortemente minacciati da collezionismo, inquinamento e cambiamento climatico

[23 Febbraio 2023]

Nel XVI secolo, i commercianti europei che raggiunsero le Molucche, nell’Indonesia orientale, alla ricerca di noce moscata, chiodi di garofano e pepe, si imbatteroni in qualcosa di altrettanti interessante: conchiglie di nautilus a forma di spirale, che osptavano stane creature piene di tentacoli. Le conchiglie, con strisce bianche e marroni all’esterno e madreperla all’interno, venivano inviate in Europa e vendute come curiosità, o trasformate in calici impreziositi d’oro. Un fascino per i nautilus che non è mai cessato. Per secoli, le conchiglie nautilus hanno ispirato matematici, poeti, artigiani e artisti.  “Nautilus” è diventato il nome di navi, collezioni di orologi di lusso, macchinari e persino una compagnia mineraria in acque profonde. Ma nonostante la loro fama, gli scienziati sanno sorprendentemente poco di questi animali, i cui antenati sarebbero comparsi sulla Terra 500 milioni di anni fa. «Ad esempio – fa notare Mongabay – , nessuno ha mai visto un uovo di nautilus in natura. E mentre si ritiene che vivano circa 15 anni, gli scienziati ritengono impossibile che un nautilus invecchi dopo che il suo guscio si è completamente sviluppato.

Gregory Barord, del  Department of Marine Science, Central Campus della Des Moines University definisce il nautilus «L’animale più misterioso e conosciuto. Se li si confronta con il polpo, la quantità di informazioni che conosciamo su di loro è praticamente nulla. La maggior parte delle informazioni che avevamo su di loro era che le loro popolazioni stavano diminuendo ovunque a causa del commercio di conchiglie, ma non sapevamo nulla degli animali reali».

Barord, che fa parte di Save the Nautilus, è il principale autore del nuovo studio Three new species of Nautilus Linnaeus, 1758 (Mollusca, Cephalopoda) from the Coral Sea and South Pacific”, Pubblicato su Zoo Keys da un team di ricercatori statunitensi e di Guam, e sul suo blog racconta che «Recentemente, il nostro team ha scoperto tre nuove specie di nautilus: Nautilus vitiensis, (Fiji), Nautilus samoaensis (Samoa americane) e Nautilus vanuatuensis (Vanuatu) e le ha descritte in questa pubblicazione. Questi nautilus abitano la gamma più orientale di nautilus nell’Oceano Pacifico e sono stati tutti precedentemente raggruppati sotto la specie, Nautilus pompilius. Ora, cosa significano queste nuove descrizioni di specie per l’evoluzione dei nautilus, la conservazione dei nautilus e il programma di biologia marina qui nell’Iowa?»

Barord spiega che «Il lignaggio dei nautiloidi si estende molto indietro nella documentazione sui fossili, fino a oltre 500 milioni di anni! Allora, i nautiloidi erano abbondanti e diversificati in tutti gli oceani, come è evidente dai moltissimi fossili trovati in tutto il mondo. Oggi i nautiloidi si trovano solo nell’Indo-Pacifico, vivono nei pendii profondi della barriera corallina. I nautilus esistenti (viventi) sono isolati da altre popolazioni da acque profonde (il loro guscio implode sotto gli 800 metri), temperature calde dell’acqua superficiale (le temperature superiori a 27° C sono letali) e un comportamento generale nektobenthic dei nautilus li fanno rimanere vicini al fondale oceanico. Le popolazioni isolate raramente si incrociano, se non mai, e nel tempo si adattano ed evolvono alle risorse e agli habitat locali, il che può provocare eventi di speciazione. Questo processo di radiazione adattativa è uno dei componenti fondamentali della selezione naturale e qualcosa che Charles Darwin descrisse quando osservò i fringuelli nelle isole Galapagos. Continuando a esaminare i processi che guidano l’evoluzione del nautilus oggi, otteniamo una migliore comprensione di come si sono evoluti i nautilus in passato e quali fattori erano più o meno importanti per la loro sopravvivenza».».

Oltre alle tre specie appena identificate, gli scienziati hanno formalmente descritto altre 6 specie di nautilus, tra cui il fuzzy nautilus (Allonautilus scrobiculatus ) che vive nel mare intorno alla Nuova Guinea. Ma i ricercatori affermano che probabilmente ci sono molte altre specie in attesa di essere descritte. Un coautore dello studio, Peter Ward, un paleobiologo dell’università di Washington, che sta lavorando a un altro studio che descriverà due specie di nautilus trovate a Osprey Reef, una montagna sottomarina al largo della costa settentrionale dell’Australia, ha detto a Mongabay «Sono ovunque là fuori. Stiamo scoprendo che ognuno di questi monti sottomarini, di cui ce ne sono così tanti nell’Indo-Pacifico, sembra avere le proprie specie di nautilus uniche. Ci sono quattro o cinque montagne sottomarine al largo dell’Australia, solo due delle quali sono state campionate, e in ogni caso c’è una specie completamente diversa. Quindi questi  cosi si isolano facilmente, speciano, diventano incapaci di incrociarsi con altri nautili. Quindi penso che abbiamo appena scalfito la superficie di quante specie ci siano».

Per raccogliere campioni delle specie appena descritte su Zoo Keys, Barord e i suoi colleghi hanno scandagliato l’oceano intorno alle Fiji, Samoa americane e Vanuatu e hanno costruito grandi trappole in acciaio, rete e filo di ferro innescate con carne cruda (di solito pollo) che al tramonto hanno calato a una profondità di 300 metri, per poi salparle la mattina successiva. Primal per studiare i nautilus i  ricercatori li uccidevano ma Barord e il suo team hanno utilizzato un approccio non letale: li hanno mantenuti a una temperatura per loro confortevole, mettendoli in acqua di mare refrigerata, e hanno prelevato campioni di tentacoli di appena un centimetro. Barord assicura che «Questo non fa male agli animali». Quando li hanno rimessi in acqua, i ricercatori hanno fatto una cosa che viene chiamata “rutto del nautilus”, che consiste nel nuotare o immergersi con loro per circa 30 metri per assicurarsi che i nautilus non abbiano bolle d’aria intrappolate nei loro gusci e che possano tornare sani e salvi al loro habitat delle acque profonde.

Oltre all’identificazione di nuove specie, gli scienziati stanno lavorando per produrre stime della popolazione delle specie di nautilus conosciute per cercare di capire meglio que quale sia lo stato di conservazione di queste misteriose creature. Mentre alcune popolazioni di nautilus sembrano stabili o addirittura in aumento a causa della pesca eccessiva dei loro predatori, altre popolazioni sono minacciate di estinzione. Ad esempio, la pesca non regolamentata di conchiglie di nautilus nelle Filippine ha provocato un forte declino di alcune popolazioni, inclusa  quella dello stretto di Tañon che è crollata del 97% in soli 16 anni. Secondo lo studioNautilus pompilius fishing and population decline in the Philippines: A comparison with an unexploited Australian Nautilus population”, pubblicato nel novembre 2010 su Fisheries Research da un team di ricercatori australiani e filippini, la specie più conosciuta, Nautilus pompilius, a causa della pesca eccessiva, potrebbe rientrare nella categoria “in via di estinzione” della Lista Rossa IUCN che però non  ha ancora inserito i nautili nelle specie da valutare. Anche le popolazioni di Nautilus in altri Paesi come Indonesia, Nuova Caledonia e Palau, stanno registrando riduzioni. Ma nelle Fiji, nelle Samoa americane e a Vanuatu non sono note attività di pesca del nautilus.

Nel 2017, la Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora ( CITES) ha incluso tutti i nautilus (Famiglia Nautilidae) nell’Appendice II, richiedendo un permesso di esportazione per ) per cercare di regolamentare il commercio delle loro conchiglie che. a seconda della rarità, possono essere vendute fino a circa 1.000 dollari l’una. Per Barord, «Questa designazione è stata importante in quanto protegge tutti i nautilus a livello familiare, al contrario di specie specifiche che stavano e stanno cambiando. Nel 2018, gli Stati Uniti hanno elencato Nautilus pompilius come specie minacciata ai sensi dell’Endangered Species Act Usa. Entrambi gli elenchi sono il risultato di decenni di pesca non regolamentata e declino della popolazione che è stato recentemente quantificato con dati scientifici. Sebbene la principale minaccia per le popolazioni di nautilus sia stata la pesca non regolamentata, e lo è tuttora, rimangono interrogativi sull’impatto di altri fattori come la sedimentazione, l’eutrofizzazione, l’acidificazione degli oceani e il riscaldamento globale. In che modo questi fattori potrebbero influenzare i nautilus, il loro habitat e gli esseri umani che vivono sulla costa in queste regioni?»

Nel 2016, i nautili sono stati inseriti nell’Appendice II della Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora ( CITESMa la pesca non è l’unica minaccia per i nautilus; sono vulnerabili anche all’inquinamento del limo prodotto dalle attività antropiche costiere, agli impatti del cambiamento climatico e il costante aumento delle temperature oceaniche sta costringendo i nautilus ad andare più in profondità  per evitare il caldo, ma possono spingersi solo fino a un certo punto a causa dei limiti dei loro gusci. Il cambiamento climatico sta anche acidificando l’acqua, il che rende più difficile per i nautilus produrre i loro gusci dei quali hanno bisogno per sopravvivere.

Ward  ricorda che «L’acidificazione degli oceani è molto più problematica nell’acqua calda, quindi man mano che l’acqua calda scende più in profondità, diventa più acida. Appena fuori dallo Stato di Washington, abbiamo acqua fredda, ed è già così acida che le larve delle ostriche non possono crescere: muoiono come larve perché vengono semplicemente divorate dall’acido».

Barord  evidenzia che «Dal punto di vista della conservazione, la descrizione di queste tre nuove specie fornisce ulteriori prove e giustificazioni per i regolamenti di conservazione e gli strumenti di gestione per proteggere le popolazioni di nautilus. Queste popolazioni sono morfologicamente e geneticamente distinte dalle altre popolazioni: se scompaiono, la loro impronta genetica unica andrà persa per sempre».

Barord   racconta il suo metodo di insegnamento: «Per rispondere a queste domande, torniamo alla mia classe qui a Des Moines. Sia che vogliamo salvare il nautilus o salvare l’intero oceano, inizia con la creatività e, naturalmente, il nautilus. I miei studenti vengono presentati al nautilus il primo giorno, apprendono il processo di conservazione marina da un fantastico documentario durante il primo mese e memorizzano il loro primo nome scientifico, Nautilus pompilius. Ora che sono appassionati di nautilus, passiamo ad altre cose. Piuttosto che parlare solo di erosione costiera e riscaldamento globale, le sedie (costa) scompaiono lentamente dall’aula (nazione insulare) e i banchi (villaggi) vengono tutti spostati fino a quando non iniziamo a prendere appunti su una cosa simile che sta accadendo a un’isola in Papua Nuova Guinea e lentamente, a volte rapidamente, iniziano a essere stabilite connessioni tra qualcosa di innocuo come una sedia che scompare e la vera casa di qualcuno dall’altra parte del mondo. Quindi, ci “divertiamo” e ci dividiamo in gruppi per vedere quale gruppo può continuare a lanciare palloncini in aria senza che tocchino terra, dato che il numero di palloncini va da uno a venti… Ogni gruppo fallisce e mentre osserviamo più da vicino i palloncini, i problemi che affliggono l’oceano – pesca eccessiva, erosione costiera, inquinamento da plastica, ecc. – sono scritti su palloncini diversi. E’ semplicemente troppo difficile, forse impossibile, per una persona o un gruppo, cercare di tenere traccia e risolvere tutti i problemi da soli. Infine, ogni gruppo si concentra su uno di questi problemi e pensa a una nuova soluzione per affrontare il problema, utilizzando pastelli, pennarelli, colla, ecc. Più leggi o più riciclaggio non sono soluzioni accettabili. Lo facciamo da decenni e tutti voi potete vedere i risultati, o la loro mancanza…».

Barord  descrive alcune soluzioni proposte dai suoi studenti:  1) distruggere interi habitat per far fronte alle specie invasive e ripopolare gli habitat con specie naturali, 2) modificare geneticamente i pesci in modo che fossero troppo piccanti perché le persone potessero più fare una pesca eccessiva e 3) irradiazione ultrasonica per alleviare l’eutrofizzazione, e commenta: «Ora, è probabile che nei prossimi decenni ci saranno pesci piccanti e geneticamente modificati che nuoteranno nell’oceano? Probabilmente no. Ma è possibile che la discussione intorno a queste nuove idee porti a soluzioni più efficaci che affrontino davvero il problema in un modo nuovo! Troppo spesso consideriamo la scienza come una semplice serie di passaggi per rispondere a una domanda e, sebbene ciò sia vero, perdiamo di vista il processo creativo che è alla base dell’intero metodo scientifico. Quella creatività porta alla meraviglia che porta a più domande. Quando inizi a fare più domande, scopri che altre persone hanno domande simili e fai squadra per rispondere a quelle domande, e sviluppare sempre più domande, entrare in contatto con sempre più persone e così via… Alla fine, hai il mondo intero che sta lavorando insieme per affrontare le domande per salvare il mondo. Questo è esattamente il modo in cui il nostro team si è riunito per descrivere queste tre nuove specie di nautili. E’ entusiasmante poter condividere queste scoperte con il mondo, ma forse ancora più entusiasmante è modellare il processo scientifico con i miei studenti, per mostrare loro come appare effettivamente la nostra scienza, dalle domande iniziali alla raccolta dei dati, alla pubblicazione e alla divulgazione. Ora siamo passati alle domande successive per continuare a imparare sempre di più sull’animale più misterioso e conosciuto degli oceani, il Nautilus pompilius».

Barord conclude: «I nautilus sono riusciti a sopravvivere a tutte le estinzioni di massa nelle ultime centinaia di milioni di anni e hanno sviluppato la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali. Ma i nautilus saranno in grado di sopravvivere agli impatti di un clima che sta cambiando a una velocità vertiginosa? Questa domanda rimane senza risposta. E’ importante imparare il più possibile sui nautilus in modo da capire cosa è necessario fare per proteggerli e l’identificazione di nuove specie è una parte importante di questo lavoro. Dobbiamo conoscere questi organismi prima che scompaiano, per assicurarci, si spera, che non scompaiano».