Second World Ocean Assessment: i benefici degli oceani sempre più compromessi dalle attività umane
L’Onu presenta un’opera scientifica colossale e preoccupante sul presente e il futuro del mare
[22 Aprile 2021]
Il Second World Ocean Assessment (WOA II) è il principale risultato del secondo ciclo del “Regular Process for Global Reporting and Assessment of the States of the Marine Environment, including Socioeconomic Aspects” ed è il risultato più recente dell’unica valutazione integrata dell’oceano mondiale a livello globale che copre gli aspetti ambientali, economici e sociali.
Si tratta di è un lavoro collettivo colossale (due volumi da oltre 4 500 pagine l’uno) realizzato da più di 300 scienziati che facevano parte di un team di oltre 780 esperti provenienti da tutto il mondo. Fornisce informazioni scientifiche sullo stato dell’ambiente marino in modo completo e integrato per supportare decisioni e azioni per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg), in particolare l’obiettivo 14, e per l’attuazione dell’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development.
Presentando il WOA II, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «Una maggiore comprensione dell’oceano – il sistema di supporto vitale del nostro pianeta – è essenziale se il mondo vuole riprendersi meglio dalla pandemia di Covid-19 e raggiungere gli obiettivi concordati sullo sviluppo sostenibile e l’azione climatica».
Ma il messaggio principale del secondo World Ocean Assessment è un avvertimento per l’intera umanità «Molti benefici forniti dall’oceano sono sempre più minati dalle azioni umane».
Guterres ha ricordato che «Le pressioni di molte attività umane continuano a degradare l’oceano e distruggere gli habitat essenziali – come le foreste di mangrovie e le barriere coralline – ostacolando la loro capacità di aiutare ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici. Queste pressioni provengono anche dalle attività umane a terra e nelle zone costiere, che portano nell’oceano inquinanti pericolosi, compresi i rifiuti di plastica. Nel frattempo, si stima che la pesca eccessiva abbia portato a una perdita annuale di 88,9 miliardi di dollari in benefici netti».
Il Segretario generale dell’Onu ha aggiunto che «Il carbonio rilasciato nell’atmosfera sta provocando il riscaldamento e l’acidificazione degli oceani che ha distrutto la biodiversità. Allo stesso tempo, l’innalzamento del livello del mare sta minacciando le coste del mondo».
Guterres è preoccupato anche perché «Il numero di “zone morte” nell’oceano è quasi raddoppiato, passando da oltre 400 a livello globale nel 2008 a circa 700 nel 2019. Anche circa il 90% delle specie di mangrovie, fanerogame marine e piante palustri e oltre il 30% delle specie di uccelli marini stanno affrontando la minaccia di estinzione. Gli esperti attribuiscono questo al nostro fallimento generale nell’ottenere una gestione sostenibile integrata delle coste e dell’oceano. Invito tutti gli stakeholders a prestare attenzione a questo e ad altri avvertimenti. Una migliore comprensione dell’oceano è essenziale».
La pandemia di Covid-19 ha drammaticamente dimostrato che la salute umana e la salute del pianeta sono collegate e il capo dell’Onu ha chiesto di «Trasformare il nostro rapporto con la natura negli sforzi per riprendersi meglio, raggiungere uno sviluppo sostenibile e mantenere l’aumento della temperatura globale entro l’obiettivo di 1,5 gradi Celsius dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Come chiarisce l’Assessment, la sostenibilità degli oceani dipende dal fatto che noi tutti lavoriamo insieme, anche attraverso la ricerca congiunta, lo sviluppo delle capacità e la condivisione di dati, informazioni e tecnologia. Dobbiamo anche integrare meglio la conoscenza scientifica e il processo decisionale».
Con il 2021 ha preso il via l’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development che, secondo il capo dell’Onu fornisce un quadro per l’azione collettiva per raggiungere questo obiettivo e «I risultati di questa valutazione sottolineano l’urgenza di risultati ambiziosi nei vertici ed eventi delle Nazioni Unite di quest’anno sulla biodiversità, il clima e altri ad alto livello. Insieme, possiamo promuovere non solo una ripresa verde, ma anche blu, dalla pandemia di Covid-19 e contribuire a garantire una relazione resiliente e sostenibile a lungo termine con l’oceano».