I serpenti invasori minacciano la sopravvivenza delle foreste dell’isola di Guam
Hanno estinto le specie autoctone di uccelli che disperdevano i semi degli alberi
[8 Marzo 2017]
L’isola di Guam, spersa nell’Oceano Pacifico, ogni tanto guadagna i titoli dei giornali per le minacce del leader supremo nordcoreano Kim Jong-Un di raderla al suolo con un missile atomico in grado di colpire la sua grande base militare statunitense, ma tra gli ambientalisti è molto più nota per l’invasione dei serpenti bruni arboricoli (Boiga irregularis) che, dopo essere stati accidentalmente introdotti a Guam con una nave da carico durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno decimato l’avifauna: negli anni ’80 avevano già estinto 10 delle 12 specie di uccelli autoctoni che vivevano nelle foreste dell’isola.
Ora lo studio “Effects of an invasive predator cascade to plants via mutualism disruption”, appena pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori statunitensi, rivela che i serpenti invasori potrebbero addirittura impedire la crescita delle foreste di Guam perché, «Impediscono la diffusione di semi degli alberi da parte dagli uccelli». Secondo i ricercatori la crescita di nuovi alberi sull’isola potrebbe essere calata addirittura del 92% e, a lungo termine, potrebbe avere conseguenze gravi per le foreste e per le foreste e le altre specie che vivono sull’isola.
I Boiga irregularis vivono in un areale originario che si estende in Australia nord-orientale, Papa Nuova Giunea, isole nord.orientali dell’Indonesia e in molte isole della Melanesia, ma a Guam, un territorio statunitense di soli 549 km2, vivono attualmente circa due milioni di serpenti bruni arboricoli, efficienti predatori notturni che fanno strage di piccoli animali e che si sono dimostrati molto resistenti ad ogni tentativo di eradicazione.
Il principale autore dello studio, Haldre Rogers, del Department of ecology, evolution, and organismal biology dell’Iowa State University Come ha detto a BBC News: «E’ una sensazione davvero strana trascorrere una giornata da soli nella giungla a Guam. Quando sei a Saipan (un’altra isola delle Isole Marianne settentrionali, ndr) , c’è questo chiacchiericcio costante di uccelli, e si viene visitati da diversi uccelli diversi. A Guam c’è il silenzio».
Ma se i serpenti hanno reso la foresta silente mangiandosi tutti gli uccelli, ora i ricercatori temono che la loro voracità e possa avere un impatto significativo sulle foreste dell’isola. Rogers e il suo team hanno scoperto che circa il 70% degli alberi di Guam producono piccoli frutti che normalmente venivano mangiati dagli uccelli, che poi disperdevano i semi attraverso le feci. «A parte i pipistrelli della frutta, che sono quasi estinti anche loro, a Guam, nessun’altro può disperdere i semi. Se faranno fuori gli uccelli e pipistrelli, non c’è niente per sostituirli». Una constatazione molto preoccupante per altri territori invasi da questi voraci serpenti, come le isole tra cui Wake Island, Tinian, Rota , Okinawa , Diego Garcia, Hawaii, ma anche il Texas, spesso siti che ospitano basi militari statunitensi.
Per capire quanti frutti vengono dispersi naturalmente, gli scienziati hanno realizzato dei “panieri di semi” di per due specie di alberi comuni su Guam e hanno scoperto che solo il 10% dei semi germina nelle immediate vicinanze degli alberi. I semi passati attraverso gli stomavci degli uccelli hanno da 2 a 4 volte più probabilità di germinare di quelli non ingoiati dai volatili. E’ così che il team statunitense è riuscito a calcolare che su Guam l’assenza degli uccelli ha ridotto l’abbondanza di nuove pianticelle delle due specie di alberi tra il 61% e 92%.
Uno degli autori dello studio, Joshua Tewksbury di Future Earth, conclude: «Questo studio è un primo passo nel prevedere la portata del cambiamento che potrebbe avvenire a Guam, se non si riesce a trovare un modo per riportarci gli uccelli indietro. Il primo impatto dell’invasione dei serpenti bruni arboricoli e della scomparsa degli uccelli è ancora in corso, ma i nostri risultati suggeriscono chiaramente che gli effetti indiretti saranno grandi, potrebbero potenzialmente influenzare la composizione e la struttura della foresta».