Sopravvivere nudi infondo al mare: uno squalo senza pelle e denti pescato al largo della Sardegna

Anomalie che potrebbero essere causate da un inquinamento chimico o dall’acidificazione del mare dovuta al cambiamento climatico

[28 Agosto 2020]

Lo studio “Living naked: first case of lack of skin‐related structures in an elasmobranch, the blackmouth catshark (Galeus melastomus)”, pubblicato sul Journal of Fish Biology da un team di ricercatori del Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’università di Cagliari e del Consorzio Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) – Antonello Mulas, Andrea Bellodi, Cristina Porcu,

Alessandro Cau, Elisabetta Coluccia, Riccardo Demurtas, Martina Francesca Marongiu, Paola Pesci,

Maria Cristina Follesa –  ha documentato il primo caso conosciuto di uno squalo che è sopravvissuto in natura nonostante la mancanza di denti e delle strutture che formano la pelle.

Lo strano esemplare è una femmina di un piccolo squalo abissale della famiglia Scyliorhinidae: un boccanera o gattuccio boccanera, (Galeus melastomus), chiamato anche bocca d’inferno, lungo 30 centimetri e pesante 82,7 grammi e i ricercatori spiegano che «Per quanto è noto, in questo articolo viene segnalato il primo caso di mancanza di strutture correlate alla pelle (epidermide, stratum laxum, denticoli dermici e denti) in un elasmobranco che nuota liberamente, il gattuccio bocca nera, Galeus melastomus . L’individuo è stato catturato con reti a strascico nelle acque della Sardegna (Mediterraneo centro-occidentale) nel luglio 2019 a una profondità di 500 m. Sebbene questo tipo di anomalia morfologica sia potenzialmente fatale, le osservazioni hanno suggerito che il campione fosse in buona salute e ben sviluppato».

Lo squalo era di un colore giallastro pallido dappertutto, tranne che per gli occhi, l’addome e le branchie, che erano gli unici punti ad avere del pigmento. «Non è chiaro come l’anomalia influenzi il comportamento, la fisiologia o l’ecologia di questo individuo», si legge nello studio.

Eppure, date le funzioni che svolgono questi elementi della pelle, è probabile che la loro carenza abbia influito sul modo di nuotare del boccanera, aumentandone il costo energetico e rallentandolo, il che deve aver indebolito il suo sistema immunitario. Inoltre la pelle La pelle è uno strumento vitale per gli squali, dato ché li protegge da ambienti ostili e da predatori  e rivali della loro stessa specie in competizione per cibo e territorio.

Gli scienziati hanno anche notato che i denti dello squalo – pescato al largo di Capo Carbonara – avevano notevoli anomalie e che erano «ridotti a una sorta di strutture non visibili ad occhio nudo», ma questa malformazione non dovrebbe aver limitato la capacità di cacciare o nutrirsi del gattuccio “nudo” perché il Galeus melastomus  ingoia le sue prede intere. Infetti, il team di ricarca sardo ha trovato 14 creature all’interno dello stomaco del boccanera “nudo”

Le ragioni alla base di queste anomalie rimangono un mistero e i ricercatori dell’università di Cagliari e i ricercatori sardi e del CoNISMa suggeriscono che la causa potrebbe essere collegata alla lunga esposizione a inquinanti chimici o all’aumentata acidificazione del mare a causa del riscaldamento globale. Oppure potrebbe trattarsi di una malformazione naturale verificatasi durante lo sviluppo embrionale del piccolo squalo.