Svelato il segreto della vita millenaria dei ginko biloba

Gli alberi molto longevi producono sostanze chimiche protettive per combattere gli stress causati da agenti patogeni o siccità

[14 Gennaio 2020]

Lo studio “Multifeature analyses of vascular cambial cells reveal longevity mechanisms in old Ginkgo biloba trees”, pubblicato su PNAS da un team di ricercatori cinesi guidato da Li Wang del College di orticoltura e di protezione delle piante dell’università di Yangzhou e dell’università forestale di Pechino, e da Richard Dixon del BioDiscovery Institutedell’University of North Texas – Denton, ha scoperto perché il ginko biloba vive così a lungo: l’albero produce sostanze chimiche protettive che combattono le malattie e la siccità e, a differenza di molte altre piante, i suoi geni non sono programmati per innescare un inesorabile declino quando la sua giovinezza è finita.

Il gingko biloba, originario della Cina, una specie relitta, considerata un fossile vivente e risalente al Permiano, a crescita lenta e che può vivere per più di 1.000 anni. è presente in parchi e giardini in tutto il mondo, ma, secondo la Lista Rossa Iucn, in natura è sull’orlo dell’estinzione a causa del disboscamento, con delle popolazioni selvatiche confinate nella montagna di Xitianmu nello Zhejiang, in Cina.

Dixon spiega che «Il segreto è mantenere un sistema di difesa veramente sano ed essere una specie che non ha un programma di senescenza (invecchiamento) predeterminato. Con l’avanzare dell’età degli alberi di gingko, non mostrano alcuna prova di indebolimento della capacità di difendersi dallo stress».

Il team sino-statunitense ha studiato esemplari di gingko biloba che hanno un età che va dai 15 ai 667 anni, estraendo gli anelli degli alberi e analizzando cellule, corteccia, foglie e semi e hanno scoperto che «alberi giovani e vecchi producono sostanze chimiche protettive per combattere gli stress causati da agenti patogeni o siccità». Si tratta di antiossidanti e antimicrobici e ormoni vegetali che proteggono dalla siccità e da altri fattori di stress ambientale. Studi genetici hanno dimostrato che «i geni legati all’invecchiamento non si attivano automaticamente in un determinato momento come in altre piante, come le erbe e quelle annuali».

Quindi, anche se un ginko biloba vecchio di secoli potrebbe sembrare mal messo a causa dei danni dal gelo o dai fulmini, in realtà in questi patriarchi arborei tutti i processi necessari per una crescita sana sono ancora funzionanti.

Dixon pensa che si tratti di caratteristiche comuni ad altri alberi che hanno una lunghissima vita, come i nostri ulivi, il pino loricato o la sequoia gigante, che ha «il legno pieno di sostanze chimiche antimicrobiche. Speriamo che il nostro studio incoraggerà gli altri a scavare più a fondo in quelle che sembrano essere le caratteristiche importanti per la longevità nel gingko e in altri alberi di lunga durata».

Commentando lo studio su BBC News, Mark Gush della Royal Horticultural Society ha ricordato che «L’albero più antico del mondo – il pino di Bristlecone o Matusalemme (Pinus longaeva) – ha più di 4.800 anni. Oltre a una fornitura costante di cibo, luce e acqua, si ritiene che la capacità di vivere fino a un’età così elevata sia collegata a un tasso di crescita lenta, adattamenti cellulari e relativa protezione da influenze secondarie come parassiti e malattie, condizioni climatiche estreme e danni fisici catastrofici. Mentre il Regno Unito intraprende un ambizioso programma di piantumazione di alberi, la comprensione del mix di specie arboree che produrrà i maggiori benefici degli ecosistemi a lungo termine e dove sarebbe meglio piantarle, è probabilmente sempre più importante».