Tartarughe marine decapitate in Puglia, la condanna di ambientalisti, ricercatori e pescatori

Wwf e TartaLife: individuare rapidamente gli autori del terribile atto

[19 Febbraio 2019]

Secondo il Centro recupero tartarughe Wwf di Molfetta (Bari), «In Puglia è emergenza tartarughe. Sono già cinque i casi di tartarughe marine Caretta caretta ritrovate decapitate, in pochi giorni sulle spiagge del litorale compreso tra Bari e Trani».

Le Caretta Caretta sono una specie protetta e il Wwf sottolinea che «Sempre più pescatori in Puglia, in Italia e nel mondo contribuiscono alla conservazione delle tartarughe marine adottando delle semplici pratiche a bordo, che aumentano le loro probabilità di sopravvivenza dopo il rilascio o semplicemente adottando modifiche degli attrezzi da pesca che riducono le catture. Purtroppo alcuni ancora non vedono le tartarughe come animali vulnerabili da proteggere e per questo motivo è necessario aumentare gli sforzi per far conoscere il fascino di questi antichi animali al maggior numero possibile di pescatori».

Alessandro Lucchetti del Cnr-Irbim di Ancona, capofila del progetto europeo per la tutela delle tartarughe marine TartaLife, che negli oltre 5 anni di progetto ha lavorato a fianco di numerosi pescatori professionisti, grazie ai quali la mortalità delle tartarughe accidentalmente catturate è diminuita notevolmente,  ha dichiarato: «Se realmente la causa della morte delle cinque tartarughe decapitate recuperate in Puglia è attribuibile a riti scaramantici effettuati da pescatori, dobbiamo mettere in chiaro che questi vandali nulla hanno a che fare con la maggioranza dei pescatori che, al contrario, verso il mare e le sue creature, nutrono grande rispetto e attenzione. Con il progetto TartaLife lavoriamo quotidianamente proprio per contribuire fattivamente alla conservazione della tartaruga marina E lo abbiamo fatto proprio insieme a molti operatori della pesca, sviluppando e diffondendo specifici attrezzi da pesca a basso impatto, potenziando i centri di recupero, formando i pescatori su cosa fare in caso di catture accidentali. E se pure molto rimane ancora da fare, possiamo dire che la collaborazione è stata un successo».

Tutti i partner di TartaLife ( Cnr.Ismar, Fondazione Cetacea, Legambiente,  Consorzio Unimar, Parco Nazionale dell’Asinara, Aree marine protette Isole Egadi e Isole Pelagie e Provincia di Agrigento)  «condannano fortemente l’accaduto e sperano che i colpevoli possano essere velocemente identificati, anche per non lasciare dubbi sull’onestà e correttezza di una categoria così importante per il mare e la biodiversità che lo caratterizza».

Il Wwf ha chiesto alle forze di polizia «il massimo impegno per individuare in tempi rapidi gli autori di questa mattanza. Chi è responsabile di questi crimini deve essere assicurato alla giustizia». Il Wwf chiede, inoltre ai cittadini, di «fornire informazioni utili alla cattura dei responsabili per fermare questa strage assurda, crudele e incomprensibile».