Trovato in Trentino un parassitoide alieno in grado di contrastare l’infestazione di Drosophila suzukii che si ciba di piccoli frutti
Leptopilina japonica integrerà l’azione del Ganaspis brasiliensis nella lotta biologica
[23 Settembre 2020]
Grazie al recente ritrovamento da parte della Fondazione Edmind Mach (FEM di un parassitoide alieno in grado di contrastare la Drosophila suzukii, si aprono nuove prospettive per il controllo biologico del terribile moscerino che si nutre della polpa dei piccoli frutti e che sta creando ingenti danni ai produttori trentini, e non solo. La scoperta è stata realizzata nell’ambito di un dottorato di ricerca attivato da FEM e università del Molise con il contributo di Sant’Orsola S.C.A ed è frutto del progetto “lotta biologica alla specie aliena” finanziato dalla Provincia autonoma di Trento.
Alla FEM spiegano che «Questo insetto alieno, trovato in un ciliegeto in valle dell’Adige, mostra delle somiglianze ed integra validamente l’attività che verrà svolta dall’altro parassitoide, il Ganaspis brasiliensis, appena importato dalla Svizzera e attualmente in sperimentazione nelle celle di quarantena della FEM e che rimane tuttora il principale candidato nella implementazione della lotta biologica. I due insetti svolgeranno un’azione sinergica, dunque, nel controllo biologico della Drosophila suzukii».
Il monitoraggio territoriale eseguito dalla FEM per verificare l’andamento della popolazione, il livello di infestazione della frutta coltivata e spontanea e la presenza di antagonisti di Drosophila suzukii, insetto che continua a causare ingenti danni alle coltivazioni dei frutti a polpa rossa, ha quindi permesso di catturare un parassitoide alieno mai riscontrato al di fuori del suo areale di origine e mai segnalato fino ad ora in Europa. Nel suo areale originale asiatico, la Leptopilina japonica risulta molto attiva sulle larve di D. suzukii.
I ricercatori della FEM sottolineano che «Dopo l’iniziale riconoscimento, basato sui caratteri morfologici, è stata necessaria una conferma attraverso l’analisi molecolare, il cui responso è giunto recentemente ed ha confermato la prima identificazione».
Alberto Grassi e Simone Puppato del Centro Trasferimento Tecnologico FEM, concluono: «A seguito di questo primo ritrovamento si è dato avvio ad uno specifico studio che ha previsto il campionamento di frutti coltivati e selvatici raccolti direttamente dalla pianta e conservati in cella climatica al fine di verificare l’eventuale sfarfallamento di altri parassitoidi alieni. L’indagine è ancora in corso, ma è possibile fin d’ora affermare che la presenza di L. japonica è già diffusa in provincia, in quanto è stata riscontrata in altri cinque siti distanti fra loro fino a 20 km e collocati ad altitudini comprese fra 211 e 685 m s.l.m.».