Unesco, lungo l’Appennino tosco-emiliano due nuovi siti riconosciuti Patrimonio dell’umanità
Giovannelli: «I nostri ‘gessi’, sottovalutati per decenni e solo recentemente riscoperti, entrano dalla porta principale nel gruppo dei più importanti beni naturali del mondo»
[20 Settembre 2023]
La 45esima sessione estesa del comitato del Patrimonio mondiale Unesco è stata una giornata storica per l’Appennino tosco-emiliano, in quanto è arrivato il via libera alla candidatura avanzata dalla Regione Emilia-Romagna e dal Governo italiano sul “Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale”.
Adesso i gessi della Valle del Secchia – risalenti a oltre 200 milioni di anni fa – e quelli della collina reggiana sono stati risconosciuti come Patrimonio dell’umanità dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
«Una cosa straordinaria, ancora non riusciamo a prenderne la misura – commenta a caldo Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – I nostri ‘gessi’, sottovalutati per decenni e solo recentemente riscoperti, entrano dalla porta principale nel gruppo dei più importanti beni naturali del mondo. Un valore che resterà e crescerà nel tempo».
I gessi della Valle del Secchia (tra Villa Minozzo, Castelnovo Monti e Ventasso) e quelli di Albinea, Vezzano sul Crostolo e Scandiano sono due dei sette siti che costituiscono il “Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale” tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.
«Ora anche la Riserva di biosfera dell’Appennino tosco-emiliano potrà mettere a valore e tutela entrambi i siti di evaporiti – spiega Giovanelli – Quelle più antiche, triassiche e quelle più giovani messiniane, da oggi parte di una élite mondiale: la rete, dei Patrimonio naturale dell’umanità che conta 260 siti in tutto il mondo. È una consegna di responsabilità a tutti gli abitanti e tutti noi».