Amazzonia: nei primi due anni del governo Bolsonaro le emissioni di carbonio sono raddoppiate
Le regioni amazzoniche emettono più carbonio di quanto ne assorbano
[23 Settembre 2022]
Secondo lo studio pre print “Amazon carbon emissions double mainly by dismantled in law enforcement”, pubblicato su Research Square di Nature e condotto nel 2019 e nel 2020da un team di 30 ricercatori guidato dalla chimica dell’ Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (Inpe) Luciana Gatti, ha dimostrato che le emissioni di carbonio in Amazzonia sono raddoppiate rispetto agli anni da 2010 e 2018. Un forte aumento che coincide con i primi due anni di governo del presidente neofascista Jair Bolsonaro, e i ricercatori dicono che il motivo di questo forte aumento «E’ dovuto all’accelerazione della deforestazione e degli incendi in Amazzonia».
Secondo lo studio, «L’emissione media annua nella regione, tra il 2010 e il 2018, era stata di 250 milioni di tonnellate di carbonio. Nel 2019 l’emissione ha raggiunto 440 milioni, e poi 520 milioni nel 2020».
Lo studio è ancora in corso di revisione prima della pubblicazione finale ma i ricercatori hanno fatto notare che «Negli ultimi due, tre anni, la deforestazione illegale è aumentata notevolmente parallelamente ai cambiamenti nella governance. Analizziamo come questi cambiamenti influiscano sul bilancio del carbonio amazzonico e come siano legati alla deforestazione e agli effetti degli incendi, evidenziando l’allentamento delle politiche ambientali e ispettive durante il governo Bolsonaro. La nostra ipotesi è che le conseguenze del crollo dei controlli abbiano portato a un aumento della deforestazione, alla combustione e al degrado della biomassa, producendo perdite nette di carbonio e aumentando l’essiccazione e il riscaldamento delle regioni forestali».
Nel 2021 lo stesso team di ricercatori aveva pubblicato su Nature lo studio “Amazonia as a carbon source linked to deforestation and climate change” che ha analizzato i dati sul flusso di carbonio fino al 2018 e aveva avvertito che l’Amazzonia orientale emette più carbonio di quanto ne assorbe. Nel nuovo studio, oltre allo squilibrio nel ciclo del carbonio, è stato scoperto l’impatto della deforestazione sulla temperatura locale e sul livello delle precipitazioni. Nel 2020 l’Amazzonia ha registrato un calo delle precipitazioni del 12% e un aumento della temperatura di 0,6° C.
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato aerei per prelevare circa 600 campioni d’aria sopra parti selezionate della foresta pluviale e hanno scoperto una divisione molto chiara tra la parte orientale e quella occidentale della foresta pluviale. La Gatti spiega che «La parte orientale dell’Amazzonia, che è disboscata per circa il 30%, ha emesso 10 volte più carbonio rispetto a quella occidentale, che è disboscata per circa l’11%. Questo è un impatto enorme, lo sappiamo direttamente perché stiamo emettendo CO2 nell’atmosfera, che sta accelerando il cambiamento climatico, ma anche perché stiamo promuovendo cambiamenti nelle condizioni della stagione secca e stress per gli alberi che produrranno ancora più emissioni. Questo è un feedback negativo terribile che aumenta le emissioni molto più di quanto sapevamo».
I ricercatori denunciano che la foresta nel sud-est dell’Amazzonia è stata gravemente colpita dalla deforestazione e dal cambiamento climatico. In quest’area, nei due mesi più caldi dell’anno le temperature sono aumentate di 3,07° C, circa lo stesso aumento osservato nell’Artico e circa 3 volte la media globale.
La Gatti sottolinea che «Questo è incredibile. E’ una sorpresa completa per lo strato equatoriale del globo».
I ricercatori sono preoccupati che il cambiamento climatico interferisca anche con le precipitazioni, che secondo loro hanno conseguenze immediate per il Brasile. La Gatti conferma: «Questa è una pessima notizia per tutti, ma principalmente per il Brasile. Abbiamo molti problemi per la mancanza di precipitazioni, come l’elettricità proveniente dall’energia idroelettrica che diventa più costosa. Ci sono anche pesanti perdite nell’ agricoltura. Dobbiamo collegare questo con la deforestazione dell’Amazzonia e cambiare comportamento».
Altri scienziati che lavorano in questo campo dicono che le ultime scoperte sono coerenti con i cambiamenti che hanno già mostrato una serie di studi. Jean-Pierre Wigneron dell’Institut National de Recherche Agronomiques (INRA) francese, ha detto a B BC News: «La deforestazione e il degrado aumentano, mentre il pozzo di carbonio delle foreste intatte è stabile o in leggero aumento. Quindi, trovare un budget del carbonio negativo non è così sorprendente».
Nancy Harris, del World Resources Institute (WRI), autrice di precedenti studi sulla stessa area, conclude: «Si discute se la regione sia già una fonte o se stia precariamente al limite di diventare una fonte di anidride carbonica: manca mettere il punto. La scienza ora è chiara sul fatto che l’Amazzonia è nei guai. Le elevate emissioni della deforestazione hanno afflitto la regione per decenni e gli impatti dei cambiamenti climatici sulle foreste come siccità, incendi e morie indotte dal calore diventeranno sempre più comuni nel prossimo decennio».