Apocalissi da crisi climatica in Somalia, il 22% della popolazione è in emergenza siccità

Save the children: «Fonti d'acqua prosciugate, raccolti persi e pascoli scomparsi, animali che muoiono e persone che si allontanano dalle loro comunità dopo aver visto morire il loro bestiame»

[25 Novembre 2021]

Circa 2,6 milioni di persone in Somalia – quasi il 22% della popolazione in 66 su 74 distretti in tutto il paese – sono colpiti dalla siccità e quasi 113.000 persone sono sfollate. Inoltre, si prevede che 1,2 milioni di bambini sotto i cinque anni saranno gravemente malnutriti entro la fine dell’anno, di questi, quasi 213.400 soffriranno di malnutrizione severa.

Sono questi i drammatici dati diffusi da Save the children dopo che le piogge stagionali “Deyr”, che normalmente iniziano a fine settembre e terminano all’inizio di dicembre, quest’anno non sono riuscite a portare acqua a sufficienza, dopo che già gli anni scorsi erano stati caratterizzati da stagioni delle piogge sotto la media o secche, che hanno lasciato milioni di bambini affamati, malnutriti e bisognosi di assistenza urgente.

Gli operatori di Save the children raccontano che, a causa della profonda siccità, centinaia di fonti d’acqua si sono prosciugate, numerosissimi animali sono morti e i raccolti sono secchi. Molte famiglie non hanno più accesso al cibo e all’acqua potabile e hanno perso i risparmi di una vita a causa della morte del loro bestiame. In alcune zone i prezzi dell’acqua sono saliti alle stelle.

Il deterioramento della situazione a causa della siccità ha aggravato una crisi che in Somalia si protrae già da anni e dove si prevede che il numero di persone che avranno bisogno di assistenza umanitaria aumenterà del 30% nel 2022 (da 5,9 milioni a 7,7 milioni).

«Il nostro personale sul campo sta assistendo ad una situazione terribile – dichiara Mohamud Mohamed Hassan, direttore di Save the children in Somalia – Fonti d’acqua prosciugate, raccolti persi e pascoli scomparsi, animali che muoiono e persone che si allontanano dalle loro comunità dopo aver visto morire il loro bestiame. Quelli che non possono permettersi di pagare acqua e cibo, si trovano davanti alla prospettiva di morire di fame e di sete. Questa è una situazione insostenibile per la popolazione della Somalia. I somali sono un popolo resilienti, che si adatta nelle avversità, ma nessuno può adattarsi rapidamente a cambiamenti climatici così drammatici. La comunità globale deve assumersi la responsabilità di questa crisi. Non è colpa dei bambini somali, che hanno alcune delle più basse impronte ecologiche sulla terra, se il loro mondo si sta riscaldando e i loro animali stanno morendo. I bambini stanno sopportando il peso della crisi climatica in Somalia. In Somalia, le risorse devono arrivare ora, in modo che gli operatori umanitari possano rispondere rapidamente al peggioramento della situazione e salvare vite umane. Il momento di agire è adesso, non domani, non la prossima settimana, non l’anno prossimo».