Aumentano i contenziosi climatici: i tribunali avranno un ruolo essenziale nell’affrontare la crisi climatica

I casi più discussi riguardano: violazione dei diritti climatici, non rispetto degli obiettivi climatici da parte di governi e imprese e greenwashing

[27 Gennaio 2021]

Secondo il nuovo rapporto “The Status of Climate Change Litigation – A Global Review”, pubblicato dall’United Nations environment programme (Unep)  in collaborazione con il Sabin Center for Climate Change Law della Columbia University, negli ultimi anni le controversie giudiziarie in materia di clima sono aumentati, trasformando le aukle dei tribunali in unp’arena sempre più importante per gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico in tutto il mondo.

Il rapporto Unep evidenzia che « I casi climatici sono quasi raddoppiati negli ultimi tre anni» e riguardano sia governi che imprese, chiamati ad attuare i loro impegni sul clima, così come a rispettare gli obiettivi su cambiamenti climatici di mitigazione e adattamento.

Il rapporto dimostra che  «Il contenzioso sul clima è diventato più comune e di maggior successo in tutto il mondo. Nel 2017 sono stati presentati 884 casi in 24 Paesi; nel 2020, i casi erano quasi raddoppiati, con almeno 1.550 casi sul cambiamento climatico depositati in 38 Paesi (39 compresi i tribunali dell’Unione europea)». Mentre il contenzioso sul clima continua a essere concentrato nei Paesi ad alto reddito, gli autori del rapporto si aspettano che la tendenza cresca ulteriormente nel sud del mondo e il rapporto elenca casi recenti in Colombia, India, Pakistan, Perù, Filippine e Sudafrica.

L’Unep evidenzia che «Anche il background dei querelanti sta diventando sempre più diversificato, con ONG e partiti politici insieme a bambini, anziani, migranti e popolazioni indigene». Mentre sono particolarmente vulnerabili al Covid-19, quei gruppi di querelanti sono spesso in prima linea nell’affrontare il  cambiamento climatico, sopportando condizioni meteorologiche estreme, innalzamento del livello del mare e inquinamento.

Arnold Kreilhuber, direttore ad interim della Divisione legale dell’Unep, spiega che «I cittadini si rivolgono sempre più ai tribunali per accedere alla giustizia ed esercitare il loro diritto a un ambiente sano. I giudici e i tribunali hanno un ruolo essenziale da svolgere nell’affrontare la crisi climatica».

Alcune dei recenti trend del contenzioso climatico identificate dal rapporto includono: «Violazioni dei “diritti climatici”, vale a dire che i casi fanno sempre più affidamento sui diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla vita, alla salute, al cibo e all’acqua. Fallimenti dei governi nel far rispettare i loro impegni in materia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. “Greenwashing” e non divulgazione, quando la messaggistica aziendale contiene informazioni false o fuorvianti sugli impatti del cambiamento climatico».

L’Unep prevede che nei prossimi anni il contenzioso climatico aumenterà sia nelle corti nazionali che internazionali, in particolare per quanto riguarda le imprese che riportano in modo errato i rischi climatici, i governi che non si sono adattati agli eventi meteorologici estremi e i casi per far rispettare le precedenti decisioni dei tribunali. Si prevede un aumento anche dei casi riguardanti le persone sfollate a causa degli impatti dei cambiamenti climatici.

Michael Burger, direttore esecutivo del Sabin Center for Climate Change della Columbia Law School, conclude: «Il contenzioso climatico è una leva fondamentale per mantenere i governi e le società impegnati nella lotta per combattere il cambiamento climatico. Ed è uno strumento potente per indurli a rendere conto dei loro fallimenti nel farlo. I tribunali possono compensare gli squilibri di potere nella società e dare forza allo stato di diritto».