Bolsonaro cerca di vendere all’Onu l’immagine di un Brasile che non esiste (VIDEO)
Il presidente del Brasile nega la crisi ambientale e dice che l’Amazzonia è praticamente intatta e il Paese più sicuro
[25 Settembre 2019]
Secondo una nota del governo brasiliano, intervenendo alla 74esimaa Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, «ha ribadito l’impegno del governo per la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile a beneficio della popolazione. dal Brasile e dal mondo».
Il neofascista Bolsonaro ha affermato che «Il mio governo ha un impegno solenne per la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile a beneficio del Brasile e del mondo« e poi ha aggiunto che «L’Amazzonia rimane praticamente intatta», spiegando a un auditorio in gran parte allibito che «In questo periodo dell’anno, il clima secco e i venti favoriscono gli incendi spontanei e dolosi e quelli praticati dagli indios e dalle popolazioni locali come parte della loro cultura e sopravvivenza».
Poi Bolsonaro è passato ad attaccare il resto del mondo: «Gli attacchi sensazionalistici che abbiamo patito da gran parte dei media internazionali a causa degli incendi in Amazzonia hanno suscitato il nostro sentimento patriottico. E’ un errore affermare che l’Amazzonia è un sito del patrimonio mondiale e un equivoco che, come attestano gli scienziati, la nostra foresta è il polmone del mondo».
Il comunicato ufficiale del governo di Brasilia spiega che «Secondo Bolsonaro, la sovranità brasiliana è stata attaccata da Paesi che, secondo lui, erano mossi da false informazioni diffuse dai media internazionali» e il presidente ha detto all’Onu (riferendosi evidentemente al presidente francese Emmanuel Macron) che «Uno di loro alla riunione del G7 ha osato suggerire di applicare sanzioni al Brasile senza nemmeno ascoltarci. Sono grato a coloro che non hanno accettato di realizzare questa assurda proposta. In particolare, al presidente Donald Trump, che ha ben sintetizzato lo spirito che deve prevalere tra i paesi delle Nazioni Unite: il rispetto per la libertà e la sovranità di ognuno di noi». Poi ha sottolineato: «Il 61% del nostro territorio è preservato! La nostra politica per i reati è di tolleranza zero, compresi i reati ambientali. Voglio riaffermare la mia posizione secondo cui qualsiasi iniziativa per aiutare o sostenere la conservazione della foresta pluviale amazzonica o di altri biomi deve essere trattata nel pieno rispetto della sovranità brasiliana».
Concludendo, Bolsonaro ha invitato tutti a conoscere il suo Paese e l’Amazzonia: «Vogliamo che tutti conoscano il Brasile, e in particolare la nostra Amazzonia, con tutta la sua vastità e bellezza naturale. Non viene devastata o consumata dal fuoco, come hanno detto mentendo i media. Ognuno di voi può avere le prove di quello di cui sto parlando proprio ora».
Durissima la risposta di Greenpeace Brasil: «Nel suo discorso di apertura all’Assemblea generale dell’Onu a New York martedì 24, il presidente Jair Bolsonaro ha scelto di continuare a distorcere la realtà del Paese. Nei 30 minuti in cui ha occupato la tribuna delle Nazioni Unite, Bolsonaro ha attaccato tre Paesi, ha mentito sulla realtà brasiliana, si è affidato alla teoria della cospirazione globalista, ha attaccato le popolazioni indigene e ha fatto propaganda per il suo elettorato in Brasile. Ha anche affermato che il Brasile, sotto la sua gestione, è più sicuro, pochi giorni dopo il tragico omicidio di un bambino di otto anni a Rio de Janeiro a causa di un’azione violenta da parte dello Stato».
Secondo Marcio Astrini, coordinatore delle politiche pubbliche di Greenpeace Brasil, «Il discorso sull’ambiente del presidente è stato una farsa. Bolsonaro ha cercato di convincere il mondo che protegge l’Amazzonia quando in realtà promuove lo smantellamento dell’area socio-ambientale, negoziando le terre indigene con l’industria mineraria straniera e indebolisce la lotta ai crimini forestali. Sotto la sua gestione, gli incendi, la deforestazione e la violenza sono aumentati in modo scandaloso. Per la foresta e i suoi popoli, Bolsonaro è un problema, non una soluzione. Bolsonaro è stato eletto presidente, non ha avuto in dono il Brasile e non ha avuto carta bianca per distruggere il paese. Distorce il concetto di sovranità per giustificare il suo progetto di distruzione dell’Amazzonia. La sovranità non ha il potere di fare (o di distruggere) tutto quel che si vuole. La sovranità ha la responsabilità nazionale di garantire la protezione del più grande patrimonio ambientale del Brasile».
Poi Greenpeace Brasil passa a svelare. una per una, tutte le bugie dette da Bolsonaro all’Onu:
Bolsonaro afferma l’impegno per l’ambiente e la tolleranza zero per i reati ambientali: Da gennaio a settembre, il governo ha ridotto del 7,5% le risorse per le politiche di lotta alla deforestazione e ai reati associati, come l’accaparramento delle terre e la violenza contro le comunità. Nello stesso periodo, vi è stata una riduzione del 28% del numero di valutazioni ambientali in tutto il Paese, rispetto allo stesso periodo del 2018. Senza controlli, quello che agisce liberamente è il crimine organizzato. Con questa connivenza, le mafie che traggono profitto dalla distruzione della foresta stanno mettendo in pericolo la foresta e i suoi popoli. Con il taglio del 24% del budget dell’Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis (Ibama) per i controlli, non sono rimaste quasi risorse per pagare le spese fisse dell’agenzia. Il 38% del budget per i programmi di prevenzione e controllo degli incendi boschivi è stato bloccato. Il Brasile perde così la sua capacità di monitorare, applicare e prevenire i crimini ambientali. Il budget per affrontare i cambiamenti climatici è praticamente zero. Il taglio del 95% incide gravemente sul programma di lotta alla deforestazione e agli incendi, la più grande fonte di emissioni di gas serra del Brasile.
Bolsonaro ha detto che «L’Amazzonia è praticamente intatta»: Secondo l’Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (Inpe), il bioma amazzonico ha già perso il 19% della sua area originale. Da gennaio ad agosto 2019, il numero di allarmi di deforestazione è aumentato del 75% rispetto allo stesso periodo del 2018. Considerando solo agosto di quest’anno, gli allarmi di deforestazione dell’Amazzoni sono stati 3 volte superiori e gli allarmi di incendio sono aumentati del 196,4%, rispetto allo stesso mese del 2018. Gli scienziati avvertono che la deforestazione amazzonica potrebbe raggiungere un punto critico in cui la foresta potrebbe perdere la capacità di riprendersi e diventare una savana degradata.
Per il presidente del Brasile gli incendi sono stati il risultato del “tempo” di quest’anno: E’ vero il contrario. Secondo uno studio pubblicato dall’ Instituto Ambiental de Pesquisa Ambiental (Ipam), quest’anno il numero di giorni consecutivi senza pioggia è stato inferiore rispetto all’anno scorso. L’aumento degli incendi è correlato all’aumento della deforestazione. L’aumento degli incendi nel 2019 è in realtà il risultato di un movimento orchestrato, incoraggiato dai discorsi di Bolsonaro e dallo smantellamento delle politiche e delle agenzie ambientali. L’esistenza, quest’anno, del cosiddetto “Dia do Fogo”, durante il quale agricoltori e accaparratori di terra nel Pará hanno pianificato incendi coordinati il 10 agosto, è una chiara prova della garanzia di impunità. Sebbene quei piani siano stati riportati dai media, il governo federale non ha adottato misure precauzionali e le indagini si stanno svolgendo con un lungo procedimento.
L’ossessione di Bolsonaro per l’apertura delle terras indígenas all’estrazione mineraria: Basta confrontare una mappa delle terre indigene in Brasile con i dati sulla deforestazione per vedere quanto sono importanti nel mantenere in piedi la foresta. Le terras indigenas svolgono un ruolo chiave nella riduzione della deforestazione e dei cambiamenti climatici. Gli studi dimostrano che in Brasile i livelli di deforestazione sono 11 volte inferiori nelle aree della foresta pluviale amazzonica dove ci sono terre indigene che in altre aree forestali. La Costituzione brasiliana del 1988 assicura ai popoli indigeni il rispetto della loro organizzazione sociale, dei costumi, delle lingue, delle credenze e le tradizioni e riconosce il diritto originario sulle terre che occupano tradizionalmente. Le terre indigene sono beni dell’Unione, essendone riconosciuto agli indios il possesso permanente e l’uso esclusivo delle ricchezze del suolo, dei fiumi e dei laghi al loro interno. La delimitazione delle terras indigenas è quindi un mero riconoscimento da parte del governo di ciò che è, è stato e sarà sempre un dominio indigeno. E spetta allo Stato proteggerli.
Ma invece di proteggere l’Amazzonia Bolsonaro, per salvare la propria immagine, lancia campagne governative che ha riproposto all’Assemble generale dell’Onu e Greenpeace Brasil denuncia ancora: «Invece di azioni concrete per combattere la deforestazione e di mostrare pubblicamente l’ambiziosa politica di proteggere l’Amazzonia, il Cerrado e altri ecosistemi unici, il governo ha preferito investire denaro pubblico in una campagna pubblicitaria per ripulire l’immagine del paese all’estero e riaffermare la sovranità del Brasile nello sviluppo della regione amazzonica. Con i 3 milioni di reais spesi per la campagna, trasmessa in Brasile e all’estero, il governo potrebbe garantire per 6 mesi la presenza di 250 brigadistas in Amazzonia».
E gli ambientalisti sottolineano che «Quando afferma che il Brasile fa ciò che vuole con l’Amazzonia, ciò che Bolsonaro intende davvero è che il governo ha il diritto di distruggere la più grande foresta pluviale del pianeta . Dal punto di vista di Bolsonaro, significa aprire l’Amazzonia alle miniere, all’accaparramento delle terre, all’avanzare del settore agricolo nella foresta e a un’ulteriore sfruttamento predatorio e insostenibile del più grande patrimonio ambientale del Brasile. Questo “sviluppo”, già adottato durante il regime militare, avvantaggia solo i grandi e i potenti, e non la popolazione amazzonica, formata anche da comunità indigene, fluviali e di piccoli proprietari».
Di fronte al sovranismo patriottico di Bolsonaro, Greenpeace Brasil ricorda che «Fondi provenienti da 30 Paesi che movimentano 16 trilioni di dollari di assets chiedono al Brasile azioni concrete contro la deforestazione. Diverse aziende, come Timberland, Kipling Bags, The North Face e H&M, stanno sospendendo l’acquisto di prodotti brasiliani a causa dell’agenda anti-ambientale del governo. Sul trattamento dell’Amazzonia da parte di Bolsonaro, il Brasile è stato anche oggetto di critiche da parte di diversi governi, come Francia e Germania. Per lo stesso motivo, la settimana scorsa, il parlamento austriaco ha respinto l’accordo commerciale tra il Mercosur e l’Unione europea».
Astrini ribadisce che «La politica anti-ambientale del governo non sta solo distruggendo la foresta e i suoi popoli, ma anche l’immagine e la reputazione del Brasile nel mondo. Se vuole evitare ulteriori danni al Paese, Bolsonaro deve invertire il suo programma di distruzione e adottare misure concrete ed efficaci per proteggere l’Amazzonia».
Per rivelare la scomoda verità sull’Amazzonia che Bolsonaro insiste nel nascondere, Greenpeace Brasil ha “tradotto” la campagna pubblicitari ufficiale del suo governo.
Con lo slogan “Bolsonaro, não sabe como proteger a floresta? A gente te ajuda!” gli ambientalisti spiegano che «La protezione della foresta richiede innanzitutto che il governo si assuma la responsabilità di garantire la protezione dell’ambiente e di avviare l’adozione di misure concrete per ridurre la deforestazione. Ignorarlo fa male alle foreste, agli animali, ai fiumi e al nostro futuro, e fa male agli affari, come possiamo vedere da tutte le compagnie che hanno dichiarato che non compreranno più dal Brasile fino a quando il Paese non farà sul serio la conservazione ambientale».
Ecco, secondo Greenpeace Brasil, le 10 vere misure che devono essere prese per prevenire ulteriori incendi boschivi e salvare l’Amazzonia dalla distruzione: 1. Invertire lo smantellamento delle politiche ambientali e garantire la capacità dello Stato brasiliano di combattere i crimini ambientali. 2. Attuare politiche di mitigazione e di lotta ai cambiamenti climatici. 3. Riprendere la delimitazione delle terre indigene e garantire il rispetto dei diritti costituzionali delle popolazioni indigene. 4. Proteggere la biodiversità creando aree protette e assicurandone l’effettiva attuazione. 5. Porre fine all’accaparramento delle terre, al disboscamento illegale, ai permessi di estrazione e incendio, specialmente nelle aree protette e nelle terre indigene. 6. Nessuna nuova diga idroelettrica e fine dell’esplorazione petrolifera in Amazzonia. 7. Garantire un processo di valutazione ambientale efficace per tutti i progetti infrastrutturali. che protegga le persone e l’ambiente. 8. Garantire la trasparenza delle informazioni prodotte dalle istituzioni brasiliane per il controllo sociale. 9. Ripristinare la partecipazione della società ai processi politici. 10. Garantire un ambiente sicuro per gli attivisti e i leader comunitari in Brasile.