Per aumentare il sostegno all’azione climatica dobbiamo usare un linguaggio che possa capire chiunque

Cambiamento climatico e comunicazione: la terminologia scientifica confonde l’opinione pubblica

Mitigazione è risultato il termine più difficile da capire, cambiamento improvviso il più facile

[3 Settembre 2021]

Il recente studio “Public understanding of climate change terminology”, pubblicato da un team di ricercatori dell’University of Southern California (USC) e dell’United Nations Foundation, emerge che gli statunitensi «faticano a comprendere i termini usati frequentemente dagli scienziati per descrivere il cambiamento climatico».

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di valutare, su una scala da 1 (“per niente facile”) a 5 (“molto facile”), quanto fosse facile comprendere 8 termini – mitigazione, carbon neutral, transizione senza precedenti, tipping point, sviluppo sostenibile, rimozione dell’anidride carbonica, adattamento e cambiamento improvviso –  tratti da rapporti pubblicati dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change (ma non l’ultimo rapporto IPCC pubblicato il 9 agosto 2021.)

L’United Nations Foundation ha scelto i termini attraverso una consultazione informale con l’IPCC. Una delle autrici dello studio, Lila Rabinovich dell’USC, ha sottoposto gli 8 termini scientifici a 20 partecipanti con diversi per di età, etnia, genere, istruzione e punti di vista sul cambiamento climatico termini. I ricercatori spiegano che «in uno studio qualitativo come questo, un campione di 20 interviste  è sufficientemente ampio per trovare termini che potrebbero essere fraintesi. Infatti, l’88% delle incomprensioni in questo studio sono state sollevate nelle prime 10 interviste. Dopo 17 interviste, non sono emerse nuove incomprensioni. Sarebbe necessaria un’indagine di follow-up per esaminare la frequenza con cui si verificano malintesi o chi è più probabile che li si subisca».

“Mitigazione” si è rivelato il  termine più difficile da capire: un intervistato ha detto che «per me, personalmente, significa mitigare i costi, mantenere bassi i costi… per evitare le spese per intentare una causa. La mitigazione è stata anche comunemente confusa con la mediazione o la “discussioni tra pari”».

Il termine “sviluppo sostenibile” è in bilico tra la comprensione e l’incomprensione: se gli scienziati  lo usano per descrivere la crescita economica che lasci un mondo vivibile per le generazioni future, generalmente, i partecipanti allo studio hanno detto di aver compreso la parola “sostenibile”, ma il 65% di loro ha interpretato “sviluppo” come riferito alla costruzione di abitazioni e infrastrutture (ma qui c’entra anche la lingua inglese).

Il termine “cambiamento improvviso” è stato il più facile da comprendere da parte del campione: anche se ci sono definizioni più complesse, i ricercatori ricordano che «nel contesto del cambiamento climatico, il termine si riferisce a un cambiamento così rapido e inaspettato che gli esseri umani hanno difficoltà ad adattarsi ad esso». Ma anche qui, sebbene i partecipanti avessero sentito parlare di “improvviso” e “cambiamento”, non erano necessariamente consapevoli dei termini usati insieme o del loro significato nel contesto climatico. Alcuni lo hanno definito in termini di azione personale, piuttosto che ampi cambiamenti nell’ambiente. Come ha detto una persona: «Puoi fare un brusco cambiamento per cambiare ciò che la natura sta già facendo». Inoltre, i partecipanti sono rimasti sorpresi nell’apprendere che, nel contesto climatico, “cambiamenti improvvisi” possono verificarsi nel corso dei secoli.

Ai partecipanti è stato anche chiesto di fornire suggerimenti per un linguaggio alternativo e, in generale, hanno consigliato di utilizzare termini più semplici e di utilizzarli nel contesto del cambiamento climatico. Ad esempio, per il termine “transizione senza precedenti”, che l’IPCC definisce come «cambiamenti rapidi, di vasta portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società», i partecipanti hanno suggerito: «un cambiamento mai visto prima».  Per ”tipping point”, che l’IPCC definisce come «un cambiamento irreversibile nel sistema climatico» è stato suggerito come alternativa “troppo tardi per aggiustare qualcosa”.

Anche alcune ricerche pubblicate in precedenza avevano suggerito di semplificare il linguaggio per aumentare la comprensione da parte dell’opinione pubblica: limitare le frasi a 16-20 parole e usare parole con non più di due sillabe, quando possibile (Cutts 2013Kadayat e Eika 2020McLaughlin 1969); scrivere per l’opinione pubblica come se ci si rivolgesse a un lettore di 12 o 13 anni (grado USA 6-7; Wong-Parodi et al. 2013).

Metodi per farsi capire che somigliano più al marketing politico berlusconiano, poi adottato con successo dalla destra sovranista, neofascista e negazionista climatica, che alla divulgazione scientifico/climatica. Ma, come fa notare la principale autrice del nuovo studio, Wändi Bruine de Bruin dell’USC: «Un intervistato ha riassunto il tutto bene dicendo “sembra che stiate parlando al di sopra delle persone”. Per essere compresi da un pubblico “laico”, gli scienziati devono sostituire il gergo con il linguaggio quotidiano. In diversi casi gli intervistati hanno proposto alternative semplici ed eleganti al linguaggio esistente. Ci hanno ricordato che, anche se il cambiamento climatico può essere un problema complesso, non è necessario renderlo ancora più complesso usando parole complicate».

Pete Ogden, vicepresidente per l’energia, il clima e l’ambiente dell’United Nations Foundation, ha concluso: «Se vogliamo creare un sostegno per un’azione più energica per fermarla, dobbiamo migliorare nel comunicare la terribile minaccia del cambiamento climatico. Dobbiamo iniziare usando un linguaggio che possa capire chiunque».