Clima: codice rosso in Australia
Continuano a morire le volpi volanti e i pesci del Murray Darling Basin. Problemi anche per i koala
[24 Gennaio 2019]
L’Australia è travolta da un’ondata di caldo record che sembra non voler finire e che ha dipinto di rosso le mappe delle temperature, tanto che l’intero Paese sembra aver preso fuoco. Negli ultimi anni le temperature sono aumentate così rapidamente che gli scienziati australiani hanno letteralmente esaurito le sfumature di rosso per visualizzare in maniera completa le ondate di caldo sulle loro mappe e da qualche anno hanno dovuto aggiungere gradazioni di viola scuro e di rosa per poter comprendere le temperature sopra i 50 gradi centigradi.
Durante questa torrida estate australe 2018/2019, in Australia sono stati raggiunti picchi superiori ai 49° C durante il giorno e la settimana scorsa il New South Wales ha stabilito un nuovo record australiano per le temperature notturne, che non sono mai scese sotto i 35.9° C.
Intanto, proprio a causa delle altissime temperature, continuano le morie di volpi volanti e questi grandi pipistrelli della frutta cadono a decine dagli alberi.
Quando il termometro raggiunge i 40° C, le volpi volanti non sono più in grado di regolare la loro temperatura corporea e le femmine che allattano e i cuccioli sono i più vulnerabili alle ondate di caldo.
Anche i koala sembrano in forte difficoltà e diversi studi stimano che potrebbero estinguersi o entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici e della perdita di habitat.
Greenpeace Australia Pacific denuncia quello che sta accadendo nel Murray Darling Basin: «Una tragedia assoluta si sta svolgendo proprio davanti ai nostri occhi. Fino a un milione di pesci si sono spiaggiati morti e ci si aspetta che ne muoiano innumerevoli altri». Centinaia di grandi esemplari di merluzzi del Murray (Maccullochella peelii) che possono raggiungere i 60 kg galleggiano morti nei fiumi e vengono trovati lungo le rive. Secondo Greenpeace, «Il Murray Darling Basin è letteralmente soffocato dalla cattiva gestione da parte dei governi statale e federale, aggravata da siccità devastanti, esacerbate dai cambiamenti climatici. Le scene viste lungo il fiume sono strazianti».
Gli ambientalisti hanno lanciato una petizione per «costringere il governo del New South Wales la propria responsabilità di questo disastro ecologico e a smetterla di non far niente contro il cambiamento climatico e l’avidità delle multinazionali che distruggono il nostro prezioso Murray Darling Basin»
Infatti la causa di quel che succede non sono solo le temperature record: «Per anni il governo del NSW ha permesso che troppa acqua venisse prelevata dal sistema – spiegano a Greenpeace Australia Pacific – contribuendo a creare le condizioni per questa fioritura algale di dimensioni apocalittiche. Milioni di pesce vengono spazzati via da un disastro causato dall’impoverimento del sistema fluviale da parte del governo del NSW, dall’avidità delle imprese e dai cambiamenti climatici».
Di una cosa gli scienziati australiani sono certi: l’aumento delle ondate di caldo e le temperature record – e il loro impatto su uomini e animali – sono causate dal cambiamento climatico di origine antropica. Perfino il governo australiano nazional-liberale del premier negazionista climatico Scott Morrison non ha potuto nascondere l’evidenza e nel rapporto “State of the Climate 2018” pubblicato da poco, il Bureau of Meteorology ha spiegato che «dal 1910, il clima dell’Australia si è riscaldato a poco più di 1° C, portando ad un aumento della frequenza degli eventi di caldo estremo«.
Mentre l’attuale ondata di calore non ha raggiunto temperature sopra i 50° C, il South Australia è stato colpito così duramente che il governo ha emesso un allarme “codice rosso” chiedendo alle persone di restare il più possibile in casa se possibile e di utilizzare ogni cautela possibile quando si è costretti a uscire., per proteggersi dallo stress da caldo.
Per gli esseri umani sono particolarmente pericolose le alte temperature notturne che non danno scampo dal caldo, dato che gli edifici e le altre strutture non si raffreddano mai, mentre all’aperto gli animali hanno un po’ di tregua rispetto alle altissime temperature diurne.
In Australia si sta verificando quel che è successo in gran parte dell’emisfero settentrionale durante l’estate 2018, quando in Nord America, Regno Unito, Irlanda, Russia, Mediterraneo, Oman, Georgia e Armenia sono state registrate ondate di caldo durature con temperature record. E, come scrive Joe Romm su ThinkProgress, «A causa del cambiamento climatico del nostro rifiuto di agire per fermarlo, le temperature continueranno a salire e a stabilire nuovi record per un lungo periodo».