Danni del Maltempo sulla costa Pontina: «Abusi decennali hanno compromesso l’assetto idrogeologico»
Legambiente: «Ancora una volta chiediamo alle autorità di intervenire»
[30 Settembre 2022]
Secondo il circolo comprensoriale Sud Pontino di Legambiente, «Non vi è dubbio che i danni provocati dall’alluvione di ieri pomeriggio a Formia, come lo scorso anno a Itri, che per fortuna non ha fatto vittime, sia stata provocata non soltanto dall’eventi eccezionale ma anche dalla mano dell’uomo. Le modificazioni fisiche provocate dagli incendi costituiscono le premesse per l’incremento del rischio per l’ambiente antropizzato ubicato a valle delle zone percorse dal fuoco, anche dopo lo spegnimento degli incendi. Infatti per tutta l’estate in versante dei Monti Aurunci che guarda verso in Golfo di Gaeta alle spalle di Formia è stato aggredito più volte da furiosi incendi. Legambiente ha denunciato la grave situazione di pericolo del nostro- ecosistema boschivo e dei rischi che ne sarebbero derivati anche mettendo in atto campagne di sensibilizzazione e concrete azioni di prevenzione. Il comportamento dei versanti cambia drasticamente quando la copertura vegetale viene devastata dagli incendi che, oltre a una serie di modificazioni fisico-chimiche del suolo, determinano la formazione di uno strato di cenere finissima che rende momentaneamente impermeabile la superficie del suolo in occasione di violente piogge; ciò ha provocato, in concomitanza con eventi piovosi intensi, tipici di questo periodo di transizione climatica, lo scorrimento superficiale delle acque piovane e l’innesco di fenomeni erosivi che modificano le condizioni di stabilità».
Gli ambientalisti del Cigno Verde denunciano che «Nel caso di Formia alla situazione destabilizzante degli incendi si è aggiunto la rovinosa manomissione del territorio dovuta a una antropizzazione incontrollata che negli anni scorsi ha interessato l’intera area. Proprio nei punti in cui l’acqua ha mostrato la massina violenza abbandonando il normale percorso e riversandosi sulle strade e piazzali sono presenti anche opere di tombinamento e riduzione dell’alveo che hanno accentuato il fenomeno. Questi eventi si potranno registrare sempre più frequentemente nel periodo di settembre a novembre dei prossimo anni su tutto il versante che va da itri fino a Spigno Saturnia dove le fiamme aggrediscono con particolate violenza il patrimonio boschivo».
Anche secondo nota Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle del Lazio, «Non possiamo più sorprenderci degli eventi calamitosi che sempre più violentemente colpiscono i nostri territori e anno dopo anno si moltiplicano. Questa volta la conta dei danni la dobbiamo fare a Sabaudia, dove sono stati innumerevoli gli alberi abbattuti e le colture distrutte, e in modo ancora più devastante a Formia, dove fiumi di fango sono venuti giù da Santa Maria La Noce, collina cittadina deturpata, la scorsa estate, dagli incendi e dai decennali abusi, sanati nel corso degli anni, ma che hanno comunque compromesso l’assetto idrogeologico del territorio. Sappiamo tutti molto bene che è solo per un caso fortuito che oggi, mentre guardiamo con timore il cielo di nuovo grigio e carico di pioggia e siamo sconfortati per i danni, non piangiamo feriti, o peggio vittime, di questo ennesimo disastro che non è solo figlio del cambiamento climatico e della “Natura Matrigna”. Abbiamo tutti delle responsabilità ma anche il dovere di confrontarci con la nuova realtà che abbiamo intorno: per questo è sempre più fondamentale mitigare i rischi connessi agli eventi meteorologici avversi. Soprattutto attraverso una transizione ecologica che riequilibri gli eccessi e restituisca alla natura quello che le abbiamo tolto e che ora, lo vogliamo o no, si riprenderà, se non cambiamo ancora più decisamente rotta, come nel Lazio stiamo già provando a fare. Nel mentre, tutta la mia solidarietà va ai cittadini, agli operatori di Protezione Civile e a tutti coloro che sono coinvolti nell’emergenza, che ieri ed oggi non si sono risparmiati ed hanno imbracciato la pala per ridare dignità alle nostre città».
Legambiente Sud Pontino continua: «Chiediamo ancora una volta alle autorità di intervenire specialmente lungo i versanti incombenti su aree ad alto rischio idrogeologico per predisporre un valido piano antincendio e delimitare subito su carte topografiche di dettaglio le aree percorse dal fuoco al fine di individuare le aree urbanizzate, a valle, che potrebbero essere interessate rovinosamente da eventuali colate detritiche. E’ indispensabile più che mai pianificare la riforestazione delle aree percorse dal fuoco e corretta amministrazione delle aree boschive ancora risparmiate».