Stato del clima, Wmo: «Caldo record ed estremi meteorologici. Guardiamo il futuro in faccia»
Giornata meteorologica mondiale: più caldo, più secco, più umido
[22 Marzo 2016]
Secondo la World meteorological organization (Wmo) «il 2015 resterà negli annali a causa dei record della temperatura che sono stati polverizzati, dell’intensità delle ondate di caldo, del carattere eccezionale delle piogge, delle devastazioni causate dalle siccità e del profilo insolito dell’attività ciclonica tropicale». Ora, i record continuano a cadere dall’inizio del 2016.
Il rapporto The WMO Statement on the Status of the Climate in 2015, presentato in occasione della Giornata meteorologica mondiale, che si celebra il 23 marzo, contiene informazioni dettagliate sulle temperature record registrate sia sulla superficie delle terre emerse che sugli oceani, sul riscaldamento dell’oceano e sull’innalzamento del livello del mare, che non hanno mostrato nessun segno di flessione, sulla ritirata della banchisa artica e sui fenomeni meteorologici estremi verificatisi in tutto il mondo. La Giornata meteorologica mondiale quest’anno ha come tema “Più caldo, più secco, più umido, guardiamo il futuro in faccia” e il segretario generale della Wmo Petteri Taalas ha sottolineato: «Il futuro è alle porte. Il ritmo inquietante dei cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di gas serra che osserviamo attualmente è senza precedenti dall’inizio dei rilevamenti».
Il rapporto Wmo conferma che la temperatura media alla superficie del globo, superiore di circa 0,76° C alla norma del periodo 1961-1990 a causa di un episodio di El Niño intenso e del riscaldamento globale di origine antropica, nel 2015 ha di gran lunga battuto tutti i record. Dato che il 93% del surplus di calore è stoccato negli oceani, è stato anche stabilito un nuovo record per quel che riguarda il contenuto termico dell’oceano fino a una profondità di 2.000 metri. Il livello del mare è il più elevato da quando vengono registrati i dati.
Ondate di caldo intense hanno fatto danni in molti Paesi e le più devastanti hanno colpito India e Pakistan. Asia e Sud America hanno conosciuto l’anno più caldo della loro storia. L’Europa centrale e orientale sono state colpite da un’ondata di calore di durata eccezionale, con temperature superiori ai 40° C. Record di caldo sono stati battuti in Germania (40,3° C), Spagna (42,6° C), Gran Bretagna (36,7° C). Gli Usa del nord-ovest e il Canada occidentale sono stati colpiti da un numero record di incendi forestali che, solo in Alaska hanno incenerito più di 2 milioni di ettari.
Record di caldo mensili sono stati registrati anche a gennaio e febbraio 2016, in particolare alle alte latitudini dell’emisfero nord, dove le anomalie positive sono state particolarmente pronunciate. Secondo la Nasa e la Noaa, nell’Artico l’estensione del ghiaccio marino ha toccato il minimo storico per gennaio/febbraio.
Il Malawi ha subito le peggiori inondazioni a memoria d’uomo. In Africa occidentale un monsone intense ha portato piogge eccezionali. A settembre sul litorale occidentale della Libia sono caduti più di 90 mm di pioggia in 24 ore, quando la media mensile è di 8 mm. A Marrakech, in Marocco, ad agosto sono caduti 35,9 mm di pioggia, 13 volte più della orma mensile. Nel 2015 il super El Niño ha portato forti piogge in nell’America Latina sub-tropicale e in alcuni Stati Usa e del nord del Messico.
Nel 2014/2015 l’Africa australe ha conosciuto la più grave siccità dopo quella del 1932/1933, con gravi ripercussioni su produzione agricola e scurezza alimentare. La siccità ha aggravato gli incendi nelle foreste dell’Indonesia, con conseguenze negative sulla qualità dell’aria in tutti i Paesi vicini. Brasile del nord, Colombia e Venezuela, oltre ad alcune regioni dei Caraibi e dell’America centrale, hanno subito una grave siccità che ha avuto pesanti conseguenze sull’agricoltura, l’acqua e l’energia.
Le concentrazioni di CO2 in atmosfera hanno superato la soglia simbolica delle 400 parti per milione.
David Carlson, direttore del World climate research programme, che è co-sponsorizzato dalla Wmo, è molto preoccupato: «Le temperature sorprendentemente elevate registrate finora nel 2016 hanno provocato delle onde d’urto all’interno della comunità dei climatologhi».
Taalas conclude: «Il messaggio inviato dal nostro pianeta ai leader è forte. Bisogna firmare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, applicarlo e ridurre senza più ritardi le emissioni di gas serra, prima di superare il punto di non ritorno. Oggi, la Terra è già più calda di un grado Celsius rispetto all’inizio del XX secolo. Siamo a metà strada dalla soglia critica dei 2° C. I Piani nazionali già adottati per lottare contro i cambiamenti climatici può darsi che non riusciranno ad evitare un aumento di 3° C, ma possiamo impedire che si realizzino gli scenari più pessimistici prendendo, con la massima urgenza, delle misure radicali per ridurre le emissioni di biossido di carbonio. Parallelamente alle misure di attenuazione, è essenziale rinforzare l’adattamento ai cambiamenti climatici investendo nei sistemi di allarme precoce per le catastrofi, così come nei servizi climatologici, come gli strumenti di gestione della siccità, delle inondazioni e i sistemi di informazione sulle ondate di calore e la vigilanza sanitaria».