Efficienza energetica: la nuova etichetta unica della Commissione Ue ritorna al futuro

Legambiente: «Bene che si torni allo schema A-G: più chiarezza per il consumatore»

[16 Luglio 2015]

Ieri la Commissione, nell’ambito della sua strategia dell’Unione dell’energia, ha proposto una revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dell’efficienza energetica, «Per dare ai consumatori un’indicazione più chiara dell’efficienza energetica dei prodotti, attualmente classificati in modi diversi (secondo scale da A a G, da A+++ a D, ecc.), e per indurre produttori e dettaglianti ad una più rigorosa osservanza delle regole».

La Commissione Ue vuole rivedere, semplificandolo, il sistema di etichettatura energetica di televisori, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori, aspirapolveri e altri elettrodomestici. Si tratta di tornare allo schema iniziale che prevedeva classi di efficienza energetica dalla A alla G, differenziate per colori e senza l’aggiunta di +. «introducendo: un’unica scala per l’etichettatura energetica, da A a G: ripristinando la scala da A a G, già ben nota ai consumatori e di efficacia ormai comprovata, e di riscalare le etichette esistenti; una banca dati digitale per i nuovi prodotti efficienti: tutti i prodotti immessi sul mercato dell’Ue dovranno essere registrati in una banca dati online, per migliorare la trasparenza e agevolare la vigilanza del mercato da parte delle autorità nazionali».

La Commissione sottolinea che «La proposta è in linea con il principio “l’efficienza energetica al primo posto” iscritto nella strategia dell’Unione dell’energia, che intende rendere il sistema energetico dell’Ue più sostenibile grazie alle scelte informate dei consumatori» ed aggiunge: «L’etichetta energetica dell’Ue ha dato ottima prova di sé sin dal 1995: l’85% dei consumatori europei se ne serve nelle decisioni d’acquisto. Ha anche stimolato l’innovazione industriale, con il risultato che oggi molti prodotti figurano tra le classi più elevate (A+++, A++, A+), mentre la maggior parte delle altre classi è addirittura vuota (in alcuni casi persino la classe A). Eppure questo risultato estremamente positivo paradossalmente ha reso difficile ai consumatori riconoscere i prodotti più efficienti: molti infatti pensano che il prodotto di classe A+ appena acquistato sia il più efficiente sul mercato, mentre in alcuni casi è uno dei meno efficienti. Per agevolare la comprensione e il confronto tra i prodotti la Commissione europea propone un’unica etichetta energetica con scala da A a G. I consumatori saranno stimolati a comprare i prodotti più efficienti e il consumo diminuirà di conseguenza, con incidenze positive sulla fattura energetica».

Una volta approvata dai co-legislatori (si prevede un iter di un anno), ecco come sarà applicata la proposta della Commissione: i prodotti già disponibili sul mercato saranno venduti come prima. I nuovi prodotti saranno venduti con la nuova scala energetica. Le vecchie etichette, ad esempio quelle con scala da A+ a A+++ saranno eliminate dai dettaglianti. I produttori registreranno i loro prodotti; Le informazioni saranno accessibili alle autorità degli Stati membri al fine di agevolare i controlli di conformità e aumentare la trasparenza. I consumatori saranno informati mediante campagne d’informazione specifiche curate dagli Stati membri in collaborazione con i dettaglianti. La Commissione europea sosterrà le “azioni congiunte di vigilanza del mercato”, come il progetto “EEpliant” cui partecipano 12 Stati membri.

Le misure vigenti di etichettatura dell’efficienza energetica producono ogni anno un risparmio di circa 175 megatonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) di energia primaria, equivalente al consumo di energia primaria dell’Italia in un anno o al consumo annuale di circa 60 milioni di famiglie, Il nuovo sistema dovrebbe produrre un ulteriore risparmio energetico di 200 TWh all’anno nel 2030, pari al consumo annuale dei Paesi baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia), cioè circa 17  Mtep all’anno di energia primaria. Secondo la Commissione Ue, «L’etichetta energetica riveduta farà risparmiare al consumatore 15 euro all’anno grazie a: informazioni più chiare sull’efficienza energetica dei prodotti; la possibilità di confrontare i prodotti; maggiori informazioni sui prodotti stessi: prestazioni, consumo di acqua, livello di rumore. Questo importo si sommerà al risparmio attuale già pari a 465 euro all’anno, raggiungendo un totale di 480 euro all’anno per nucleo familiare. Per i fabbricanti e i dettaglianti, l’etichetta energetica riveduta si tradurrà in un aumento complessivo dei ricavi superiore a 10 miliardi di euro all’anno grazie a: rafforzamento di uno strumento caro ai consumatori, tanto che più dell’85% di questi ultimi ne tiene conto al momento dell’acquisto; riduzione del rischio di confusione, con conseguente aumento della certezza del diritto e della conformità; riduzione degli oneri amministrativi, grazie alla registrazione dei prodotti e alla possibilità di scaricare l’etichetta digitale. Questo importo si sommerà ai 55 miliardi di euro all’anno già conseguiti attualmente, per arrivare a ben 65 miliardi di euro all’anno di ricavi supplementari».

La proposta della Commissione comporta vantaggi anche per gli Stati membri: «Risparmio di tempo: 10-15% di tempo in meno da dedicare alla sorveglianza dei mercati grazie alla banca dati di registrazione dei prodotti; riduzione degli oneri amministrativi: poiché si tratta di una proposta di regolamento, l’applicazione è diretta; gli Stati membri evitano quindi l’onere del recepimento delle disposizioni nel diritto nazionale». Vantaggi anche per l’ambiente:

Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente, commenta favorevolmente la proposta di nuova etichetta energetica presentata dal Commissario europeo all’energia e all’azione climatica Miguel Arias Cañete: «Alla vigilia della COP di Parigi, essa è un segnale importante da parte della Commissione europea riguardo alla lotta ai cambiamenti climatici. »La scomparsa dei vari + dopo la A, che mettevano confusione al consumatore, è una vittoria del buon senso verso la chiarezza e la semplificazione. L’altra grossa novità è la creazione di un database unificato per tutti i prodotti immessi nel mercato europeo. Non è visibile al consumatore ma consentirà alle autorità statali di controllo una maggiore collaborazione e una facilità molto superiore nella verifica della veridicità delle etichette».

Ma Sabbadin – aggiunge che «Purtroppo c’è una nota dolente: nell’ultima versione del testo è saltata l’introduzione in etichetta del costo dei consumi dell’elettrodomestico nell’arco della sua vita. Un’indicazione che avrebbe consentito di valutare la spesa reale legata all’acquisto di un prodotto, sommando al costo dell’acquisto anche quello dei consumi a venire. Si sarebbe reso così palese che spesso chi meno spende più spende e viceversa. Speriamo che venga introdotta in etichetta almeno l’indicazione obbligatoria della durata di vita minima dei prodotti, che al momento è ancora solo un’ipotesi».

Legambiente auspica anche che «Il passaggio alla nuova etichetta venga fatto il prima possibile da produttori e rivenditori per minimizzare il rischio di mandare in confusione i consumatori. Da questo punto di vista, la previsione di una sola settimana per il passaggio da vecchia a nuova etichetta, prevista nel testo presentato oggi, pare poco realistica. Come  lasciano presagire anche i risultati del progetto MarketWatch di Legambiente che, nel 2014, su 2522 prodotti controllati nei punti vendita italiani ha riscontrato che solo il 59% era correttamente etichettato e il 20% era mancante di etichetta, nonostante questa sia in vigore da 15 anni».