Enea: Mediterraneo sempre più rovente nell’inverno più caldo degli ultimi 40 anni
Aumento delle temperature confermato dal modello previsionale ENEA
[9 Maggio 2024]
Secondo i dati sono stati rilevati nell’ambito del progetto MedFever – che riunisce ENEA, MedSharks, Lush, università La Sapienza di Roma, OGS, Guardia Costiera e un gruppo di subacquei volontari, – e confermati dal sistema previsionale ENEA MITO sulla circolazione marina del Mediterraneo, «Il Mar Mediterraneo è sempre più caldo. Nell’inverno appena trascorso la temperatura media del golfo di Napoli ha registrato per la prima volta un aumento di circa 1 C rispetto alla media degli ultimi 7 anni, toccando i 15,5°C» nella colonna d’acqua tra i 5 e i 36 metri del fondale e registrata dalla stazione di Banco di Santa Croce a Vico Equense (Napoli) che fornisce dati dal 2016.
Per controllare la temperatura del Tirreno e monitorare l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema marino e sui processi di dinamica costiera, i ricercatori di MedFever, insieme a un team di subacquei-sentinelle, hanno creato una vera e propria rete di un centinaio di sensori-termometro posizionati fino a 50 metri di profondità, sia a largo che sotto costa, in 15 punti di osservazione nel Tirreno: Isola del Giglio (Toscana), Nettuno (Lazio), Capri, Palinuro e Vico Equense (Campania), Reggio Calabria e Scilla (Calabria); Capo Peloro e Porticello (Sicilia), Capo Figari, Mortoriotto e Santa Teresa di Gallura (Sardegna). A questi punti di osservazione, si sono recentemente aggiunte anche tre stazioni coordinate dai nuclei subacquei della Guardia Costiera, al largo di Portofino (Liguria), lungo la Costiera Amalfitana (Campania) e nel Golfo di Cagliari.
L’ENEA evidenzia che «Le temperature in crescita sono confermate anche in superficie in quasi tutti i mari italiani e, in particolare, nell’Adriatico, con valori superiori al grado rispetto alla media 2020-2022».
La coordinatrice del progetto, Eleonora de Sabata di MedSharks. evidenzia che «Le osservazioni MedFever sono estremamente importanti poiché “guardano”’ non solo la superficie del mare ma anche ciò che accade sul fondo delle aree costiere. In questo contesto che potremmo definire emergenziale, il supporto dei diving center è fondamentale sia per la gestione della rete di misure, senza le quali il progetto non potrebbe proseguire, ma soprattutto per l’osservazione quotidiana dello stato di salute dell’ecosistema marino. Il contributo di ogni individuo, dalla comunità scientifica ai cittadini appassionati di mare, è fondamentale per monitorare e proteggere le nostre preziose risorse acquatiche».
La rete di sensori di rilevazione della temperatura di MedFever è stata calibrata al Centro Ricerche ENEA di Santa Teresa (La Spezia). Inoltre, ENEA ha messo in campo anche il modello di circolazione del Mediterraneo MITO, sviluppato e gestito dal Laboratorio di Modellistica climatica e impatti, in grado di fornire previsioni su temperatura, salinità e velocità delle correnti marine con un dettaglio spaziale fino a poche centinaia di metri.
All’ENEA avvertono che «Nello specifico, il trend risulta anche peggiore: negli ultimi quarant’anni le temperature medie dei fondali del Golfo di Napoli sono aumentate di circa 1,5° (da 14 a 15,5° C), se all’aumento di un grado registrato da MedFever si abbina il confronto con i dati storici della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Anche in questo caso il dato è confermato da MITO sia per quanto riguarda la superficie che per la rapidità con la quale il calore si trasferisce ai fondali, specialmente nelle aree costiere. Il raffronto con i dati del sistema previsionale ENEA, infatti, ha consentito di rilevare che soprattutto nei mesi invernali, a causa dei venti che soffiano sulla superficie marina, si innescano processi di mescolamento verticali che riscaldano tutta la colonna d’acqua sottostante, con conseguente aumento dei rischi per gli ecosistemi. In particolare, il sistema MITO rileva a 100 metri di profondità nel golfo di Napoli anomalie di circa + 0,5° C, in accordo con i dati dei sensori di MedFever, e punte di circa + 1° C nel Tirreno, nel canale di Sicilia e nello Ionio centrale».
Ernesto Napolitano del Laboratorio ENEA di Modellistica climatica conclude: «Questi dati confermano l’allarme sulle temperature dell’aria e del mare lanciato ieri dal Servizio Ue Copernicus, che ha rilevato che, dopo febbraio e marzo 2024, anche aprile è stato globalmente il più caldo mai registrato al mondo. Sulla stessa scia anche la temperatura superficiale marina media globale che ad aprile è stata di 21,04°C, valore più alto mai registrato per questo mese, di poco sotto i 21,07° C registrati a marzo 2024, la più alta di qualsiasi mese nella storia dei dati, anche superiore a quella di agosto 2023 (20,98°C). Aprile è stato anche il 13esimo mese di seguito in cui la temperatura globale della superficie del mare è stata la più alta mai registrata in quel mese. Questi cambiamenti non sono solo numeri ma segnalano che ci troviamo agli inizi di un processo più ampio e che tali fenomeni accadranno in modo sempre più frequente»