Global climate strike, Fridays for future: momento storico per il clima

I messaggi ai leader mondiali e a tutti noi da parte dei giovani, che stanno agitando le piazze d'Italia e del mondo

[24 Settembre 2021]

Le ragazze e i ragazzi di Fridays For Future sono tornati in piazza per il Global Climate Strike e dicono: «Torniamo ad essere marea, e che marea! Gli effetti della crisi climatica sono sempre più devastanti, non possiamo stare fermə mentre il nostro presente e futuro bruciano! Il 2021 per il clima non sarà un anno qualsiasi, in tutto il mondo creeremo un vero e proprio momento storico prima della COP26, dando coraggio a chi dovrà prendere decisioni epocali e non più rimandabili per l’umanità. Le protagoniste e i protagonisti saremo noi, facciamoci sentire!  Sappiamo che il momento migliore per agire sarebbe stato 30 anni fa, ma il secondo momento migliore è oggi. È una responsabilità, ma anche un’opportunità storica.  Non risparmiare energie, dai il massimo questa volta, c’è bisogno di te! Tuttə unitə per avere un futuro! La crisi climatica colpirà ogni categoria. Che tu sia adultə, genitore, nonnə, lavoratrice o lavoratore, questa è la tua occasione per far sentire la tua voce».

Kyoto Club è al fianco di tutti i giovani che oggi hanno deciso di scendere in piazza per sostenere la giustizia climatica e il suo direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini,  sottolinea che «Le grandi manifestazioni dei giovani in tutto il mondo prima del Covid hanno alzato l’attenzione sul clima e sono state una delle spinte che hanno portato l’Unione ad alzare gli obiettivi UE al 2030-2050.  Ora tornano a riempirsi le piazze con la richiesta che i governi passino a nuovi target e a radicali politiche di riduzione delle emissioni climalteranti».

I giovani di tutto il mondo inviano un messaggio ai leader mondiali: 1. I paesi del Nord globale devono abbattere drasticamente le emissioni disinvestendo dai combustibili fossili e ponendo fine all’estrazione, alla combustione e all’utilizzo degli stessi. Abbiamo bisogno di piani concreti e bilanci di CO2 (carbon budget) annuali e dettagliati, con tabelle di marcia e obiettivi progressivi che ci garantiscano di arrivare ad azzerare le emissioni nei tempi necessari per arrestare il cambiamento climatico rispettando i principi di giustizia ed equità. 2. I paesi colonizzatori del Nord globale hanno un debito climatico da risarcire ai paesi del Sud del mondo per le disparità di emissioni storiche prodotte nel tempo. Si può iniziare potenziando un sistema di finanza climatica che applichi riparazioni climatiche di matrice antirazzista, cancellando il debito, soprattutto per i danni causati dagli eventi meteorologici estremi, e stanziando fondi per l’adattamento indispensabili per le comunità. 3. Impegnarsi per una ripresa veramente globale dalla pandemia da Covid-19 assicurando un’equa distribuzione dei vaccini in tutto il mondo e sospendendo le restrizioni sui brevetti legati ai vaccini e alle cure anti-Covid19. Questo passo è essenziale per una ripresa globale, sostenibile e giusta. 4. Riconoscere la crisi climatica come una minaccia concreta per la sicurezza dell’umanità e garantire i diritti umani dei rifugiati climatici nel diritto internazionale. 5. Riconoscere il ruolo fondamentale della biodiversità per la vita e la cultura delle comunità indigene e impegnarsi a rendere l’Ecocidio un reato perseguibile a livello internazionale. 6. Fermare la violenza e gli atti criminali nei confronti dei popoli indigeni, i piccoli agricoltori, i piccoli pescatori e altri difensori dell’ambiente e della terra. Il loro lavoro è da sostenere: sono i nostri difensori e vanno ascoltati e rispettati.

L’atro messaggio di Friday For Future è  indirizzato a tutti: 1. I MAPA (Most Affected Peoples and Areas, le persone e le aree più colpite) non vengono ascoltati, ma non sono privi di voce. Lottano per il loro presente e non solo per il loro futuro. Nessuno dovrebbe essere prigioniero dell’ingiustizia. Non lottate PER i MAPA, lottate AL FIANCO dei MAPA. I MAPA non sono solo esperienze tristi, dobbiamo mettere in risalto le loro preziosissime storie di resistenza. 2. I paesi MAPA non sono “poveri”, sono ricchi di risorse ma sono stati sistematicamente oppressi nel corso della storia e ostacolati nel loro sviluppo. I leader dei paesi del Nord globale hanno un debito climatico da pagare all’umanità. Agire urgentemente per la salvaguardia del clima e per supportare le comunità nel processo di adattamento ai cambiamenti climatici non possono essere definiti “un dovere” o “solidarietà”, sono un risarcimento, riparazioni per le ingiustizie che le nazioni e i settori più ricchi hanno causato con le loro attività di sfruttamento. 3. Le voci dei MAPA devono essere amplificate e messe al centro della nostra lotta per la giustizia climatica, altrimenti anche se riuscissimo a limitare il riscaldamento globale entro un livello sicuro per la vita sulla Terra, le comunità emarginate sarebbero comunque sacrificate e abbandonate a loro stesse, quindi solo una parte del problema sarebbe risolta.

FFF è di nuovo in piazza insieme a centinaia di associazioni, organizzazioni e persone comuni  per ricordare che «Ora più che mai, è necessario unirci alle masse di persone che protestano ovunque nel mondo sotto la guida di chi lavora e difende l’ambiente e viene sistematicamente ignorato. Unendoci alla lotta per la decolonizzazione, la giustizia e l’autonomia riconosciamo che le nostre lotte per i diritti e la libertà sono tutte collegate».