Gran Paradiso: 90 corpi glaciali che in meno di 2 secoli si sono ridotti da circa 88 km2 a meno di 30 km2
La Carovana dei ghiacciai di Legambiente e CGI si conclude con l’inaugurazione del Giardino dei Ghiacciai
[13 Settembre 2021]
Secondo i dati di (info SMI – università di Torino/DST e Fondazione Montagna Sicura, «Nell’intero territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso ricadono una novantina di corpi glaciali la cui forma varia molto in base alla diversità geologica e morfologica dei versanti che li ospitano. Tutti però sono particolarmente sensibili al riscaldamento atmosferico: in meno di due secoli, dalla fine della Piccola Età Glaciale (1820-1850), hanno perso circa il 65% della loro superficie, passando da circa 88 km2 a meno di 30 km2».
La Carovana dei Ghiacciai 2021 di Legambiente ha osservato il Ghiacciaio della Capra, nel versante piemontese e dice che Hha registrato nel 2018 il collasso di una grotta glaciale che ha determinato un arretramento dello stesso di ben 110 metri», mentre in Valle d’Aosta «La fronte del Ghiacciaio della Tribolazione risulta essersi ritirata invece di 1830 metri ed innalzata di 870 metri di dislivello, quella del Ghiacciaio di Grand Croux si trova a 2 chilometri di distanza e 670 metri di quota più a monte, mentre, per quella Ghiacciaio di Money gli stessi valori corrispondono rispettivamente a 1500 e 650 metri».
La quinta e ultima tappa della Carovana dei ghiacciai di Legambiente sui ghiacciai del Parco Nazionale del Gran Paradiso è stata particolarmente densa di eventi: durante la tappa è stata organizzata la conferenza titolo “Ghiacciai e servizi ecosistemici in quota”, alle misurazione dei ghiacciai, si sono aggiunti riti di riconciliazione con la natura. In omaggio all’imminente centenario del Parco del Gran Paradiso (1922-2022), grazie al contributo di FRoSTA, la Carovana dei Ghiacciai ha inaugurato il nuovo sentiero del “Giardino dei Ghiacciai” in Valnontey. Il ritrovamento e la valorizzazione delle iscrizioni storiche incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai del Gran Paradiso rappresenta un’azione concreta di sensibilizzazione sulla crisi climatica e sul ritiro dei ghiacciai. Attualmente il sentiero propone l’intervento artistico di Caretto/Spagna “Segnali dal Corpo Glaciale”, sulle rocce/segnale ottocentesche in Valnontey, ed composto da 5 coppie di oggetti, in roccia e bronzo, installati in diversi siti significativi dal punto di vista glaciologico, che intendono attivare la riflessione su alcuni temi legati al glacialismo e al cambiamento climatico.
A inaugurare il Giardino dei Ghiacciai è stato Felix Ahlers CEO di FRoSTA, che ha detto: «In FRoSTA pensiamo che faccia parte della responsabilità di ogni impresa impegnarsi nella tutela della natura, dei ghiacciai, delle foreste, dei parchi naturali. Come azienda abbiamo un grande interesse a far sì che la natura sia protetta, perché senza la natura i nostri prodotti non possono esistere. Per questo vogliamo aumentare ulteriormente il nostro impegno in difesa dell’ambiente e siamo contenti di far parte del progetto di Legambiente».
Lungo il sentiero del “Giardino dei ghiacciai” è stato organizzata una caccia al tesoro che ha visto protagonisti insieme a Legambiente e al Comitato Glaciologico, il Green Office dell’Università degli Studi di Torino, il Green Team del Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e il Groupe de Recherche en Education à l’Environnement et à la Nature de l’Université de la Vallée d’Aoste. L’iniziativa organizzata nell’ambito del Climbing for Climate della Rete delle Università Sostenibili aveva l’obiettivo di ricercare i segnali glaciologici storici e i massi valorizzati con installazioni artistiche, trasformando un’eredità scientifica in un patrimonio culturale sul cambiamento climatico.
Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente ha sottolineato che «Quest’ultima tappa ha voluto condensare quella che è la vision della campagna: una lettura e un’interpretazione a tutto tondo del mondo dei ghiacciai, da tradurre in una molteplicità di messaggi per “colpire” e rendere più reattivo il nostro Paese. Stimoli che vorremmo utili a scuotere le coscienze per una maggior consapevolezza, ma soprattutto con l’obiettivo di indurre azioni concrete e repentine di contrasto ai cambiamenti climatici. Il suono commovente del corno alpino di Martin Mayes, immerso nella nebbia gelida vicino a quel che resta del ghiacciaio della Capra, si è intrecciato con la veglia funebre dei giovani di Legambiente Piemonte. A questi in Valnontey si sono aggiunti il rito propiziatorio di Ceromazia degli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna e gli scacciapensieri di Alessandro Zolt. Attimi di grande emozione che si sono inframmezzati alle consuete misurazioni dei ghiacciai e alle relative riflessioni di carattere scientifico. A questi si sono connessi importanti momenti esperienziali come quelli vissuti nel “Giardino dei Ghiacciai” inaugurato per l’occasione in Valnontey grazie al contributo di FRoSTA. Tra i tanti scopi l’itinerario avrà anche quello di coinvolgere il pubblico in un’esperienza forte, ponendo al contempo delle domande di senso alle quali provare a rispondere così come hanno fatto docenti e studenti della Rete Università Sostenibili nella loro giornata di Climbing for climate».
Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta, aggiunge: «La seconda edizione di Carovana dei ghiacciai conclude il suo percorso in Valle D’Aosta, regione in cui aveva ricevuto il battesimo lo scorso anno. Conclude le sue tappe di sensibilizzazione e monitoraggio dopo aver osservato lo stato di salute dei ghiacciai del Gran Paradiso, sui versanti piemontese e valdostano. Ma continua il suo messaggio, assonante alle notizie di rifugi alpini che chiudono per assenza d’acqua, fiumi importanti come il Tanaro in secca e come il Po, ormai “senz’acqua”. Notizie e foto di ittiofauna in forte sofferenza e di un’agricoltura, sovente insostenibile, in lotta con il deflusso minimo vitale, nemico di una captazione di risorsa idrica non più possibile. I nostri splendidi ghiacciai, vittima e specchio dei cambiamenti climatici, sono una risorsa ecosistemica che dobbiamo conoscere, riconoscere e preservare, una risorsa di bellezza e soprattutto di vita, per le nostre montagne ma per il bacino padano tutto. Le scelte, sempre più forti ed urgenti che siamo chiamati a prendere con convinzione, sono ormai ineludibili».
Marco Giardino, segretario del Comitato Glaciologico Italiano, conclude: «La tappa del Gran Paradiso ha esaltato il ruolo del Comitato Glaciologico Italiano come partner scientifico della Carovana dei Ghiacciai” Le giornate a Ceresole e al Ghiacciaio della Capra, l’incontro con gli operatori glaciologici volontari, la verifica sul campo protocollo scientifico stabilito dal Comitato e la discussione dei dati con gli esperti durante la conferenza, ha reso evidente come il monitoraggio dello stato dei singoli ghiacciai permetta la quantificazione delle fluttuazioni delle fronti glaciali. Il lavoro svolto con assiduità, anno dopo anno, da operatori volontari e appassionati come il guardiaparco alpinista Valerio Bertoglio permette di arricchire il patrimonio di conoscenze indispensabili, per disegnare gli scenari futuri dell’ambiente d’alta quota nel nostro paese, di fronte al riscaldamento climatico in atto. Nelle giornate valdostane, la ricerca glaciologica è stata affiancata ad una caccia al tesoro e dalla valotrizzazione artistica delle testimonianze della storia ambientale e culturale in Valnontey, un territorio alpino simbolo dell’interazione fra dinamica glaciale e attività dell’uomo. I partecipanti sono stati guidati a riconoscere/ documentare/interpretare: le forme del rilievo montuoso modellate dalle espansioni dei ghiacciai, gli effetti ambientali (diretti o indiretti) causati dalla contrazione delle masse glaciali; i segni dell’attività antropica che si adatta/modifica i processi naturali. Oltre alla scoperta del valore della memoria storica per l’interpretazione scientifica dei fenomeni di deglaciazione, nella giornata con la Rete delle Università Sostenibili si è fatto tesoro della condivisione delle conoscenze acquisite per comprendere le possibilità di adattamento all’attuale cambiamento climatico e ambientale. Una degna conclusione per la Carovana dei Ghiacciai 2021».