H2OS, in Senegal un eco-villaggio anti-desertificazione
Un progetto italiano e di migranti senegalesi contro desertificazione, abbandono, emigrazione
[29 Maggio 2017]
E’ stata inaugurata la “eco-maison”, il primo lotto del progetto H2OS, che prevede la realizzazione di un eco-villaggio a Keur Bakar, in Senegal, a 200 km dalla capitale Dakar, composto da spazi comuni e moduli abitativi autonomi dal punto di vista energetico e idrico in una zona in cui la desertificazione procede inesorabile. Il villaggio si trova in un’area priva di elettricità, acqua, servizi scolastici e sanitari
H2OS è un esperimento di co-sviluppo promosso dall’associazione di migranti senegalesi Circolo Sunugal di Venezia, sviluppato dalla Onlus veneziana Musoco, in collaborazione con l’Union pur la solidarité et l’entraide di Dakar.
Il progetto è finanziato da Cgil, Caaf Nord-Est, 8 per mille Chiesa Valdese, Livenza Tagliamento Acque e supportato anche dalla statunitense Autodesk Foundation della Silicon Valley Community Foundation., IdRiCo – Idee per risorse collettive, Regione Friuli Venezia Giulia e Arci Trieste.
Le eco-abitazioni, organizzate attorno alla tecnologica eco-casa comune, saranno realizzate in mattoni stabilizzati di terra cruda in regime di autocostruzione comunitaria. Gli elementi più complessi delle costruzioni (testate, servizi, impianti) sono a cura di tecnici specializzati che, nel frattempo, formano sul posto la manodopera locale. Una sostenibilità che si riverbera anche nel costo dell’opera, sotto i 200 Euro al metro».
Il progetto architettonico e tecnologico di H2OS è concepito e sviluppato da TAMassociati, impresa nota per la realizzazione in Africa di ospedali-modello dalla forte impronta ecologica. A TAMassociati spiegano che «Tutto ruoterà attorno a questo progetto: dal ruolo delle donne all’orto biologico, al lavoro, alla scolarità, all’equilibrio tra tradizione e modernità. Sarà open-source, autonomo e sostenibile. Un esempio di co-sviluppo e un modello per tutto il continente. H2OS è un progetto di eco-villaggio in Africa. Contro desertificazione, abbandono, emigrazione».
I TAMassociati concludono: «La realizzazione della ‘eco-maison’ chiude la prima fase del progetto. La sfida di progettisti, promotori e partner è chiara: una progettazione non invasiva ma partecipata, che sa farsi baluardo e simbolo di diritti , quali l’accesso all’acqua, al cibo, alla possibilità di vivere nei luoghi dove si è nati e di allontanarsene per volontà, non necessità».