Il cambiamento climatico sta moltiplicando la resistenza antimicrobica
Aumentano la resistenza agli antibiotici e la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua e da vettori di esseri umani, animali e piante
[26 Aprile 2024]
Domani inizia a Barcellona l’ESCMID Global Congress che durerà fino al 30 aprile e Sabiha Essack, a capo della ricerca sudafricana sulla resistenza agli antibiotici e One Health all’ Antimicrobial Research Unit dell’università del KwaZulu-Natal di Durban ha anticipato i temi del suo intervento dai quali emerge che «Il cambiamento climatico sta moltiplicando la minaccia causata dalla resistenza antimicrobica (AMR), amplificandone il rischio crescente attraverso l’aumento delle temperature globali, le emissioni di gas serra e l’innalzamento del livello del mare».
La Essack spiega che «Il cambiamento climatico è noto come moltiplicatore della minaccia per la resistenza antimicrobica perché esercita i suoi effetti sulla diffusione delle malattie attraverso i trasporti e la crescita della popolazione, aumentando al tempo stesso il rischio di resistenza antimicrobica a livello biologico modificando le condizioni fisiche e ambientali in cui vivono i microbi. Il cambiamento climatico compromette l’integrità ecologica e ambientale dei sistemi viventi e consente agli agenti patogeni di causare sempre più malattie. L’impatto sui sistemi idrici, sugli animali destinati alla produzione alimentare e sui raccolti minaccia l’approvvigionamento alimentare globale. Le attività umane associate alla crescita della popolazione e ai trasporti, insieme al cambiamento climatico, aumentano la resistenza agli antibiotici e la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua e da vettori di esseri umani, animali e piante».
La professoressa sudafricana ricorda che per tutta la vita, la temperatura è fondamentale per i processi batterici e le infezioni e che «Con l’aumento delle temperature con il cambiamento climatico, i tassi di infezione batterica possono aumentare e le malattie possono diffondersi ad altitudini e latitudini più elevate dove non erano state trovate in precedenza. Gli esempi includono l’aumento della temperatura nei sistemi idrici che contribuisce a una migliore sopravvivenza delle specie Campylobacter, Salmonella e Vibrio che causano malattie di origine idrica e alimentare. La Candida auris ha acquisito termotolleranza e tolleranza alla salinità negli ecosistemi delle zone umide. L’Escherichia coli e alcuni dei patogeni ESKAPE crescono in modo ottimale a 32-36° C».
Gli agenti patogeni ESKAPE – Enterococchi, S. aureus, K. pneumoniae, A baumannii, P aeruginosa ed Enterobacter – possono “sfuggire” all’azione degli antibiotici.
La Essack fa notare che «L’aumento delle temperature, dell’incidenza e della prevalenza delle malattie infettive farà aumentare l’uso degli antimicrobici e la conseguente pressione selettiva per la resistenza, o in altre parole, renderà più facile per i microbi sviluppare la resistenza antimicrobica». La scienziata fa un esempio tratto da uno studio condotto negli Stati Uniti, nel quale «Una mappa dell’aumento della resistenza a E. Coli rispecchia i cambiamenti della temperatura nell’arco di 30 anni. Poiché sempre più paesi sperimentano temperature medie più elevate ogni stagione, la capacità di questi batteri di diventare resistenti agli antibiotici è in aumento».
Studi e rapporti avvertono che i livelli del mare stanno aumentando ai ritmi più rapidi degli ultimi 3000 anni, e il ghiaccio artico e antartico si sta sciogliendo e ritirandosi rapidamente, con segnalazioni di geni di resistenza antimicrobica rilasciati dal permafrost in Siberia e Alaska. La Essack afferma che «Il cambiamento climatico sta anche causando lo spostamento delle correnti oceaniche e con esse si sposteranno i geni della resistenza antimicrobica. Anche le zavorre delle navi sono state implicate nel trasporto di resistenza antimicrobica attraverso i mari. I batteri Vibrio destano particolare preoccupazione. Questi batteri sono agenti patogeni marini che prosperano in acqua leggermente salata nei climi caldi. Un aumento della temperatura della superficie del mare dovuto al cambiamento climatico può alterare l’abbondanza, la distribuzione e i modelli di infezione del vibrione. Il colera caratterizzato da diarrea è un esempio di tali infezioni, che sono in aumento».
La Essack conclude: «Il cambiamento climatico ha facilitato il movimento e la proliferazione della resistenza antimicrobica. Per affrontare questa minaccia, avremo bisogno di una leadership politica e di un impegno inequivocabili; forti quadri politici e governance globali e locali; soluzioni innovative “One Health” basate sull’evidenza e di ricerca sull’implementazione per adattare interventi di successo ai contesti nazionali. Questi partenariati devono includere un’ampia gamma di interessi sociali che sospenderanno gli interessi dei singoli settori per il bene pubblico. Le iniziative che mirano a compiere progressi nel campo del cambiamento climatico o della resistenza antimicrobica dovrebbero unire le forze e evidenziarsi a vicenda per rendere chiari i vantaggi reciproci».