Il Consiglio di Stato francese: per lo Stato rispettare gli impegni climatici è un obbligo
L’Affaire du Siècle: sentenza storica che terremota la politica climatica francese
[20 Novembre 2020]
Ieri il Conseil d’Etat francese ha preso una decisione davvero storica per la lotta alla crisi climatica: ha sentenziato che gli obiettivi di riduzione dei gas serra fissati dalla legge sono vincolanti, mettendo così messo lo Stato di fronte alle proprie responsabilità.
Tutto nasce da una denuncia del Comune di Grande-Synte sostenuta dall’Affaire s du Siecle, una coalizione composta da Notre Affaire à Tous, Fondation Nicolas Hulot, Oxfam France e Greenpeace France, e ora il più alto tribunale amministrativo francese ha concesso allo Stato 3 mesi per dimostrare che le azioni messe in atto sono sufficienti per rispettare gli impegni presi.
E’ una decisione che terremota le mappe della politica climatica francese e Guillaume Hannotin, avvocato al Conseil d’Etat et à la Cour de cassation, che rappresenta l’Affaire du Siècle nel caso Grande-Synthe, spiega che «Nel diritto, viene fatta una distinzione tra ciò che viene chiamato “droit mou” e “droit dur”. Le leggi di programmazione erano fino ad “droit mou, cioè una legge che dice molte cose, ma non obbliga a nulla, quella che io chiamo legge “y’ a qu’à – faut qu’on”, una legge che fissa gli appuntamenti – il più distanti possibile – che descrive traiettorie – ben presto emendate – e che allestisce i termometri, ma senza mai prevedere obblighi o azioni … Gli obiettivi contenuti in queste leggi, come la legge sulla Transition énergétique et la croissance verte del 2015, erano quindi nell’ordine di un manifesto, dell’effetto di annuncio politico, forse di incitamento, ma non diazione».
Ma ora il Conseil d’Etat, vista l’emergenza climatica, e la legge, dice che questi obiettivi devono essere considerati obbligatori. Prende cioè in parola la politica e i’avvocato Hannotin fa notare che «Il Conseil d’Etat mostra anche di aver capito che è da adesso che si stanno costruendo gli obiettivi del 2030, 2050 e oltre. L’argomento dello Stato era quello di dire “non possiamo prevedere dove saremo con le emissioni di gas serra tra 10 anni”. Il Consiglio di Stato ha risposto che dobbiamo guardare oggi per vedere se stiamo andando nella giusta direzione. Siamo in presenza di una traiettoria e l’obiettivo di 10 anni lo stiamo costruendo adesso. Se stai sbattendo contro un muro, non devi aspettare che la collisione per dire che devi frenare».
Il Conseil d’Etat ha concesso allo Stato francese 3 mesi per dimostrare che si sta fornendo i mezzi per raggiungere i suoi obiettivi e che le traiettorie previste ed effettive sono coerenti per ottenere, entro il 2030, una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Quel che avverrà ora è quindi una valutazione delle politiche pubbliche attuate. Di solito, questo compito viene svolto da una commissione parlamentare o dalla Cour des comptes. Hannotin evidenzia che «L’enorme differenza qui è che il Consiglio di Stato può andare molto oltre, poiché ha la possibilità, al termine di questa valutazione, di ordinare allo Stato di agire, su punti precisi! È quindi una decisione che ha il potenziale di apportare cambiamenti molto concreti».
Durante questi 3 mesi, l’Affaire du Siècle, che aveva già denunciato l’insufficienza delle azioni dello Stato e il patente non rispetto delle tempistiche e trend previsti dalla legge, potrà depositare una nuova memoria per continuare a rafforzare il caso Grande-Synthe, affidandosi, ad esempio, all’esperienza dell’ Haut Conseil pour le Climat che aveva denunciato che lo Stato non sta facendo abbastanza.
A fine 2018, la coalizione ha anche avviato una procedimento per inazione climatica che è in corso di istruzione al Tribunal administratif di Parigi.
Per l’Affaire du Siècle, «Questa prima decisione del Consiglio di Stato nel dossier Grande-Synthe è già un primo passo verso la vittoria. Perché anche lì lo Stato ha affermato che nulla gli si poteva opporre prima del 2030, e che comunque non era realmente vincolato da questi obiettivi. Il Consiglio di Stato dice che questo è falso. Tuttavia, il Consiglio di Stato è il più alto tribunale amministrativo in Francia, questa decisione è quindi definitiva. Il Tribunal administratif dovrà quindi tenere conto di questa giurisprudenza. Ma poiché i due ricorsi sono diversi e complementari, potrebbe andare oltre e riconoscere ad esempio l’obbligo generale dello Stato di lottare contro il cambiamento climatico, o sanzionarlo su carenze specifiche (energie rinnovabili, efficienza energetica , ecc.), mentre il Conseil d’Etat si è pronunciato solo sui gas serra. Infine, questo apre la strada a possibili altri ricorsi, anche in altri settori, per far condannare, ad esempio, le azioni contrarie agli obiettivi di riduzione dei gas serra».