Il film di Frank Capra del 1958 che metteva in guardia contro il riscaldamento globale (VIDEO)

I “profeti” scientifici del global warming inascoltati da politica, economia e media

[16 Febbraio 2016]

Frank Capra è un regista famoso per film come “La vita è meravigliosa” e per aver vinto il premio Oscar per ben tre volte, ma in pochi sanno che era laureato in ingegneria chimica  e che scrisse e produsse The Bell Laboratory Science Series che, nel quarto episodio trasmesso il 12 febbraio 1958, illustrò per la prima volta in TV al pubblico statunitense i pericoli dell’anidride carbonica, del riscaldamento globale e dell’innalzamento del livello del mare.

In quell’episodio  il Dr. Research (lo scienziato Frank Baxter) spiegava a Mr. Fiction Write (l’attore Richard Carlson) che senza limitare le emissioni di CO2 il mondo sarebbe potuto diventare un posto in cui «Turisti su imbarcazioni con il fondo di vetro potrebbero guardare le towers sommerse di Miami, attraverso 150 piedi di acqua tropicale». Dr. Research avvertiva: «Anche ora, l’uomo potrebbe star cambiando involontariamente il clima del mondo attraverso i prodotti di scarto della sua civiltà A causa delle emissioni delle fabbriche e delle automobili di oltre sei miliardi all’anno di tonnellate di anidride carbonica, che aiuta l’aria ad assorbe il calore del sole, la nostra atmosfera sembra essere sempre più calda». Come fa notare Joe Romm su ClimateProgress, «Ora stiamo emettendo 6 volte di più di CO2 da combustibili fossili che nel 1958!».

E il Dr. Research spiegava ancora a Mr. Fiction Write: «Beh, è ​​stato calcolato che un aumento di pochi gradi della temperatura della Terra potrebbe sciogliere le calotte polari. E se questo accadesse, un mare interno riempirebbe una buona parte della valle del Mississippi». La profezia di Frank Capra continuava spiegando che il clima sarebbe cambiato e che le conseguenze avrebbero riguardato la vita stessa d sulla Terra.

Romm, di American Progress, scrive che «Forse lo show avrebbe dovuto essere intitolato, ” Its a wonderful life – not!”. È interessante notare che, nonostante quello che si potrebbe pensare dal suo film più famoso (e altri, “Mr. Smith Goes to Washington”) – che sembrano essere storie da little guy, il 99%  contro l’1%, lo stesso Capra stesso era un “conservatore repubblicano”, che “si scagliava contro” FDR (il presidente Usa Franklin Delano Roosevelt, ndr). Inoltre, Capra spiegò le sue osservazioni in un tempestivo meeting dello  scientific advisory board dello show, dicendo: “Se faccio un film scientifico, dovrò dire che la ricerca scientifica è solo un’altra espressione dello Spirito Santo che opera in tutti gli uomini. Inoltre, devo dire che la scienza, in sostanza, è solo un altro aspetto della ricerca di Dio dell’uomo».

Come fa notare Romm, almeno negli anni ’50, in piena caccia alle streghe anticomunista, la scienza del riscaldamento globale non era stata né politicizzata né veniva in qualche modo contrapposta alla religione, come accade invece nel 2016 nella campagna per le presidenziali Usa.

Anche se The Bell Laboratory Science Series è stato probabilmente il primo programma televisivo nel quale il grande pubblico ha conosciuto il riscaldamento globale, del tema ne aveva già parlato il radio show, General Electric: Excursions in Science con una puntata dedicata alla ricerca del fisico Gilbert Plass. Nel maggio 1953, Time aveva pubblicato un articolo sul lavoro di Plass intitolato “Invisible Blanket” che chiudeva così: «Nei secoli a venire, se la crescita industriale dell’uomo continuerà, il clima della Terra continuerà ad essere sempre più caldo».

Parlando proprio del film di Frank Capra, nel dicembre 2010 il Climate blog della Nasa Earth Right Now  sottolineava che «Il riscaldamento globale non è un concetto nuovo: I vittoriani lo conoscevano. John Tyndall (nato 1820) lo conosceva Così come Svante August Arrhenius. Nell’aprile 1896, Arrhenius pubblicò sul Philosophical Magazine and Journal of Science di Londra, Edimburgo e Dublino un documento dal titolo “On the influence of carbonic acid [CO2] in the air upon the temperature of the ground”».

Nel 1965, il Science Advisory Committee  presidenziale, avverti il presidente Usa  Lyndon Johnson che «L’uomo sta involontariamente conducendo un vasto esperimento geofisico» e che «Nel giro di poche generazioni, sta bruciando i combustibili fossili che si sono accumulati nel terreno nel corso degli ultimi 500 milioni di anni».

Nel 1979, National Research Council Usa mise insieme un team di esperti che produsse un  allarmante rapporto  su un possibile grave riscaldamento globale se avessimo continuato ad emettere CO2 senza nessuna restrizione. Il team spiegava che una politica attendista «può significare aspettare fino a che non sarà troppo tardi».

Nel 1981, James Hansen e altri 6  fisici atmosferici NASA pubblicarono su Science  il profetico studio “Climate Impact of Increasing Atmospheric Carbon Dioxide” che avvertiva che «I potenziali effetti sul clima nel XXI secolo comprendono la creazione di regioni soggette a siccità in Nord America e in Asia centrale come parte di uno spostamento delle zone climatiche, l’erosione dello strato di ghiaccio dell’Antartide occidentale, con un conseguente aumento del livello del mare in tutto il mondo e l’apertura del mitico Passaggio a Nord Ovest».  Insomma, tutto era già noto agli scienziati, ma tutto è stato caparbiamente ignorato da politica, economia e media, salvo qualche rara eccezione, come quella del  New York Times che diede notizia dello studio in un articolo intitolato “Study finds warming trend that could raise sea levels”.

Nel 1988, la scienza climatica era così ben compresa e documentata che l’Onu e l’Organizzazione meteorologica mondiale decisero di istituire l’Intergovernmental Panel on Climate Change che doveva fornire ai governi di tutto il mondo rapporti regolari e analisi scientifiche sul cambiamento climatico.

Romm conclude: «Gli scienziati ci hanno messo in guardia per oltre 6 decenni sui pericoli delle emissioni di CO2 senza restrizioni, sul riscaldamento globale e il cambiamento climatico. Per quanto riguarda il mito che un paio di decenni fa gli scienziati del clima credevano in un raffreddamento globale – un mito che è stato completamente smontato nella letteratura scientifica (…), ora sappiamo  che negli anni ’70 e ‘80 al gigante petrolifero Exxon Mobil era stato detto dai suoi scienziati che il cambiamento climatico era causato dall’uomo e che, senza una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, avrebbe raggiunto livelli catastrofici. Forse è il momento che tutti i politici degli Stati Uniti – e la Corte Suprema – inizino ad ascoltare».

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