Il Pakistan dal diluvio alla resilienza climatrica?

Guterres: «Il Pakistan è doppiamente vittima del caos climatico e di un sistema finanziario globale moralmente in bancarotta»

[10 Gennaio 2023]

Le devastanti inondazioni del 2022 sono state il peggior disastro del Pakistan degli ultimi decenni: un terzo del Paese è stato sommerso dalle acque,  ci sono stati circa 15.000 morti o feriti e 8 milioni di sfollati, sono stati distrutti o danneggiati oltre 2 milioni di case, 13.000 chilometri di strade asfaltate, 439 ponti e circa 200.000 Km2 di terreno agricolo. Si stima che il diluvio del Pakistan abbia spointo nella povertà atre<i 9 milioni di persone.

L’International Conference on Climate Resilient Pakistan, tenutasi ieri a Ginevra e co-ospitata dal governo del Pakistan e dalle Nazioni Unite, ha riunito leader del settore pubblico e privato e della società civile per sostenere la popolazione e il governo del Pakistan dopo le devastanti inondazioni del 2022 e si era data due obiettivi principali: Presentare il Resilient Recovery, Rehabilitation, and Reconstruction Framework (4RF), che delinea una strategia multisettoriale per il ripristino e la ricostruzione in modo resiliente ai cambiamenti climatici e inclusiva; Garantire il sostegno internazionale e creare partenariati a lungo termine per costruire la resilienza e l’adattamento climatico del Pakistan.

Alla base del 4RF c’è il Post-Disaster Needs Assessment (PDNA), realizzato dal Pakistan con il sostegno del sistema delle Nazioni Unite, del Gruppo della Banca mondiale, della Banca asiatica di sviluppo e dell’Unione europea, che stima che i danni delle inondazioni superino i 14,9 miliardi di dollari, le perdite economiche oltre 15,2 miliardi di dollari e che la ricostruzione abbia bisogno di oltre 16,3 miliardi di dollari. Il PDNA ha identificato priorità fondamentali che includono il rilancio dei mezzi di sussistenza e dell’agricoltura, la ricostruzione di alloggi privati ​​e di infrastrutture pubbliche, tra cui strade, ponti, scuole e ospedali.

Durante la conferenza, le delegazioni hanno ricordato la loro assistenza agli sforzi di soccorso immediati e hanno affermato il loro sostegno al popolo pakistano per una ripresa resiliente, riabilitazione e ricostruzione. Le delegazioni hanno espresso la loro solidarietà e annunciato «Impegni di sostegno finanziario alla realizzazione degli obiettivi e delle aree prioritarie delineate nel 4RF, nonché agli sforzi umanitari in corso». Complessivamente, questi impegni ammontano a più di 9 miliardi di dollari provenienti da partner sia bilaterali che multilaterali. Ulteriori annunci di sostegno in natura sono stati fatti da una serie di delegazioni».

Aprendo l’International Conference on Climate Resilient Pakistan,  il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «Per decenni ho avuto il privilegio di assistere alla sconfinata generosità e resilienza del popolo pakistano in mezzo a gravi minacce e sconvolgimenti.  Dai terremoti alle alluvioni. Ad anni di implacabili attacchi terroristici. Agli incubi geopolitici come le guerre in Afghanistan che nel corso dei decenni hanno spinto milioni di persone a fuggire attraverso il confine pakistano in cerca di sicurezza, un trend che continua ancora oggi.   Ma anche nei momenti più bui, lo spirito generoso del popolo pakistano ha brillato fortemente. Ho visto vicini aiutare i vicini con cibo, acqua e riparo. E ho visto comunità pakistane accogliere a braccia aperte i rifugiati afgani nonostante le loro scarse risorse. Quindi il mio cuore si è spezzato quando ho visto in prima persona l’assoluta devastazione delle inondazioni della scorsa estate. Nessun Paese merita di sopportare quello che è successo al Pakistan. Ma è stato particolarmente amaro vedere lo spirito generoso di quel Paese ripagato con un disastro climatico di dimensioni monumentali».

Guterres ha definito nuovamente il diluvio del Pakistan «Un monsone sotto steroidi che ha sommerso un terzo del Paese, tre volte l’area del mio Paese, il Portogallo.  Un terrificante “muro d’acqua” (…) Sono state distribuite tende, cibo, acqua, medicine e trasferimenti di denaro.  Ed è stato lanciato un piano di risposta umanitaria di 816 milioni di dollari. Ma tutto questo è solo un rivolo di sostegno di fronte al crescente flusso di necessità.  Allo stesso tempo, il popolo pakistano ha affrontato questa tragedia epica con eroica umanità.  Dai primi soccorritori che si sono precipitati verso le comunità colpite.  Ai medici e agli infermieri che ho incontrato, che lottano contro il tempo per salvare vite umane in ospedali sovraffollati.  E non dimenticherò mai di aver ascoltato le testimonianze personali di donne e uomini che ho incontrato a settembre sulla scia delle rovine.  Hanno lasciato le loro case e tutti i loro beni terreni per aiutare i loro vicini a sfuggire alle acque in aumento.  Hanno sacrificato tutto ciò che avevano per aiutare gli altri e portarli in salvo».

Secondo il capo dell’Onu, «Dobbiamo abbinare l’eroica risposta del popolo pakistano ai nostri sforzi e ai massicci investimenti per rafforzare le loro comunità per il futuro.  Ricostruire il Pakistan in modo resiliente costerà più di 16 miliardi di dollari e a lungo termine sarà necessario molto di più. Questo include non solo il recupero delle inondazioni e gli sforzi di ripristino, ma anche iniziative per affrontare sfide sociali, ambientali ed economiche scoraggianti, ricostruire case ed edifici, riprogettare le infrastrutture pubbliche, tra cui strade, ponti, scuole e ospedali, rilanciare posti di lavoro e agricoltura, garantire che la tecnologia e la conoscenza siano condivise con il Pakistan per sostenere i suoi sforzi per costruire un futuro resistente ai cambiamenti climatici. E, per tutto il tempo, sostenendo donne e bambini, che hanno fino a 14 volte più probabilità degli uomini di morire durante i disastri e che affrontano il peso maggiore di sconvolgimenti e perdite nelle crisi umanitarie.   Le donne sono costantemente in prima linea nel sostegno durante i periodi di crisi, anche in Pakistan. I loro sforzi sono essenziali per una ripresa forte, equa e inclusiva.  E’ fondamentale che le donne svolgano appieno il loro ruolo, come leader e partecipanti a tutti i livelli, contribuendo con le loro intuizioni e soluzioni».

Per Guterres «Dobbiamo anche correggere un errore fondamentale. Il Pakistan è doppiamente vittima del caos climatico e di un sistema finanziario globale moralmente in bancarotta. Tale sistema nega sistematicamente ai Paesi a medio reddito la riduzione del debito e i finanziamenti agevolati necessari per investire nella resilienza contro i disastri naturali.  E quindi, abbiamo bisogno di modi creativi per consentire ai Paesi in via di sviluppo di accedere alla riduzione del debito e ai finanziamenti agevolati quando ne hanno più bisogno. Soprattutto, dobbiamo essere onesti sulla brutale ingiustizia delle perdite e dei danni subiti dai Paesi in via di sviluppo a causa del cambiamento climatico.  Se ci sono dubbi su perdite e danni, andate in Pakistan: c’è perdita, c’è danno.  La devastazione del cambiamento climatico è reale, dalle inondazioni e siccità, ai cicloni e alle piogge torrenziali.   E come sempre, i Paesi in via di sviluppo meno responsabili sono i primi a soffrire.  Il Pakistan, che rappresenta meno dell’1% delle emissioni globali, non ha causato la crisi climatica ma sta vivendo con i suoi peggiori impatti. L’Asia meridionale è uno deglo hot spot della crisi climatica globale del mondo, dove  le persone hanno 15 volte più probabilità di morire a causa degli impatti climatici che altrove.  Alla recente conferenza delle Nazioni Unite sul clima in Egitto, il mondo ha compiuto alcuni importanti passi avanti. Questo include progressi nell’affrontare perdite e danni, accelerare il passaggio alle energie rinnovabili e un appello senza precedenti a riformare l’architettura finanziaria globale, in particolare le banche multilaterali di sviluppo. Include anche l’accelerazione degli sforzi per coprire ogni persona nel mondo con sistemi di allerta precoce contro i disastri climatici entro 5 anni. Ma dobbiamo andare molto oltre.  I Paesi in prima linea nella crisi climatica hanno bisogno di un sostegno massiccio.  I Paesi sviluppati devono mantenere il loro impegno a raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento e raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi di dollari con urgenza, senza indugio. E dobbiamo invertire l’oltraggiosa tendenza all’aumento delle emissioni, quando devono diminuire per prevenire un’ulteriore catastrofe climatica».

Il segretario generale dell’Onu ha concluso: «La conferenza di oggi è il primo passo di un viaggio molto più lungo verso la ripresa e la ricostruzione in Pakistan.  Le Nazioni Unite saranno lì per fare a lungo da treaino.  Anche il mondo deve esserlo. E ad ogni passo, saremo ispirati dalla resistenza e dalla generosità del popolo del Pakistan in questa missione essenziale e colossale».

L’appello di Guterres e del premier Pakistano Shehbaz Sharif è stato in gran parte accolto e nell’incontro finale con la stampa Guterres e  Sharif  hanno detto che «La conferenza ha segnato l’inizio di un processo strutturato di sostegno alla ripresa del Pakistan , allineando gli aiuti umanitari, la ripresa rapida con uno sviluppo sostenibile a lungo termine più ampio in modo resiliente. La conferenza ha individuato i principi/piano d’azione per la ripresa resiliente, la riabilitazione e la ricostruzione del Pakistan».

Il processo strutturato di sostegno alla ripresa resiliente del Pakistan si baserà sui seguenti elementi: Sviluppare e concordare piani dettagliati per specifici interventi di recupero. Sulla base del PDNA, e seguendo le priorità e le modalità di attuazione delineate nel Resilient Recovery, Rehabilitation and Reconstruction Framework (4RF), saranno progettati e finalizzati interventi concreti di recupero. Questo includerà interventi in base ai 4 obiettivi strategici di ripresa: SRO1: migliorare la governance e le capacità delle istituzioni statali per ripristinare vite e mezzi di sussistenza delle persone colpite, in particolare le più vulnerabili; SRO2: ripristinare i mezzi di sussistenza e le opportunità economiche; SRO3: garantire l’inclusione sociale e la partecipazione; SRO4: ripristinare e migliorare i servizi di base e l’infrastruttura fisica in modo resiliente e sostenibile. Lavorare dall’immediato al lungo termine. Il processo di recupero varierà dalle esigenze di recupero immediate a quelle a lungo termine. Mentre il Paese passa alla ricostruzione a lungo termine, le priorità dovrebbero includere il finanziamento delle componenti più immediate e critiche in termini di tempo del 4RF, comprese le spese sociali urgenti volte a prevenire la crisi sanitaria, mitigare l’impatto dell’inverno e le piogge nella prossima stagione dei monsoni e ripristinare i mezzi di sussistenza. Quadro di resilienza a lungo termine. Oltre alle esigenze di ripresa identificate dal PDNA e dal 4RF, è necessario un quadro di resilienza a lungo termine, che guiderà la costruzione della resilienza e la capacità del Pakistan di resistere a shock futuri. Promuovere l’inclusività. Il processo di ripresa è radicato in un approccio inclusivo dell’intero Pakistan, che riconosce il ruolo degli stakeholders nazionali e provinciali, sostenendo tutti i segmenti della società. Sviluppo di una strategia di finanziamento. Sarà sviluppato un piano di finanziamento credibile e dettagliato, che includa la promozione di partenariati pubblico-privati. Preparazione del progetto. Verrà istituita una struttura, o sarà rafforzata la struttura di preparazione dei progetti sostenuta dall’UNDP, già istituita all’interno del ministero delle Finanze pakistano, con un fondo dedicato per finanziare lo sviluppo professionale da parte di consulenti qualificati di progetti fattibili, selezionati dal quadro 4RF, per funzionari, privati e finanziamenti e/o investimenti pubblico-privati. Monitoraggio e valutazione. Verranno messi in atto efficaci meccanismi di monitoraggio e valutazione per garantire la trasparenza nell’allocazione e nella spesa dei fondi, unitamente alle comunicazioni pubbliche sui progressi della ripresa.  Creazione di un gruppo di supporto per i partner internazionali. Sotto la guida del governo sarà istituito un  International Partners’Support Group to Pakistan’s Resilient Recovery, Rehabilitation and Reconstruction ” che assisterà il Pakistan nello sviluppo di piani e progetti concreti e contribuirà a garantire impegni finanziari e di altro tipo a sostegno dell’attuazione di tali piani e progetti nei prossimi anni. Altro supporto. Il Pakistan accoglie con favore qualsiasi altro sostegno da parte di altri partner basato sui loro quadri internazionali di aiuto/sostegno o altri accordi o protocolli esistenti.