Il Piemonte di nuovo sott’acqua dopo solo un anno

Legambiente: si utilizzino (bene!) i fondi Ue per mettere in sicurezza e rispettare il territorio, per un futuro in cui gli effetti del cambiamento climatico possano essere mitigati

[7 Ottobre 2020]

L’intero Piemonte, con episodi drammatici nelle province di Cuneo e di Vercelli, ed ampie zone della Liguria sono stati colpiti da eventi atmosferici che, dicono a Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, «di eccezionale ormai non hanno più nulla. In poche ore è caduta una quantità d’acqua localmente superiore ai 600 mm, causando improvvise piene e smottamenti».

I morti accertati finora sono 9, i Comuni che hanno subito danni più di 100, una decina i ponti crollati,  altrettante le strade interrotte da smottamenti e cedimenti strutturali. Secondo le prime stime i danni ammonterebbero ad oltre 300 milioni di euro e in Regione Piemonte qualcuno parla di un miliardo di euro.

Infatti, in una nota la Regione evidenzia che «Sono oltre 360 gli interventi urgenti che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha presentato a Roma al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese con una prima stima parziale dei danni provocati dagli eventi alluvionali che hanno interessato parte del Piemonte tra il 2 e il 3 ottobre».

Ieri Cirio aveva annunciato che «di concerto con il Dipartimento nazionale della Protezione civile abbiamo deciso di chiedere l’accesso al Fondo di solidarietà dell’Unione europea insieme a Liguria e Francia, in modo da avere più possibilità di un riscontro positivo» e poco prima aveva detto: «Le cifre non sono ancora definitive, ma sommando i danni alle opere pubbliche a quelli subiti dai privati, famiglie e aziende dei settori industria, commercio, artigianato e agricoltura parliamo di una cifra che si aggira intorno a un miliardo di euro. Il Piemonte ha sempre pagato tanto e ricevuto poco. Ma ora è necessario che il Governo faccia la sua parte».

Legambiente sottolinea che «La violenza e la quantità delle precipitazioni aventi modalità sempre più simili a quelle monsoniche e dettate dai cambiamenti climatici sempre più evidenti sulle nostre montagne, hanno colpito duramente il nord ovest di una Penisola vittima d’abbandono, di incuria, ma soprattutto di una cementificazione selvaggia».

Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, conclude: «Il nostro territorio per la sua conformazione fisica e geografica è estremamente delicato. La cementificazione selvaggia, la mancanza di una pianificazione, la scarsa manutenzione hanno portato ai risultati sotto gli occhi di tutti. Il nostro dossier Città Clima segnala come negli ultimi 10 anni si siano registrati 95 eventi estremi fra Piemonte, Liguria e Val d’Aosta (894 in tutta Italia). È imprescindibile fare un passo avanti deciso. Si approvi una norma regionale per il consumo di suolo zero, e si proceda ad una immediata messa in sicurezza del territorio. Le risorse europee legate al recovery fund devono essere utilizzate sulla doppia via del restauro ambientale e della prevenzione, devono essere strumento per una messa in sicurezza dell’intero Paese, e non possono essere finanziamento di grandi opere dalla dubbia utilità e dal forte impatto ambientale».