Impatti sproporzionati dei cambiamenti climatici sulle popolazioni socialmente vulnerabili
Rapporto EPA: «Le minoranze etniche sono particolarmente vulnerabili ai maggiori impatti del cambiamento climatico»
[6 Settembre 2021]
La nuova analisi “Climate Change and Social Vulnerability in the United States: A Focus on Six Impacts” pubblicata dall’ Environmental Protection Agency Usa (EPA) dimostra che «I danni più gravi causati dai cambiamenti climatici ricadono in modo sproporzionato sulle comunità svantaggiate che sono meno in grado di prepararsi e riprendersi da ondate di caldo, scarsa qualità dell’aria, inondazioni, e altri impatti».
Il rapporto EPA, uno degli studi sulla giustizia ambientale più avanzati realizzati fino ad oggi, che esamina come gli impatti previsti dei cambiamenti climatici possono essere distribuiti tra la popolazione statunitense, conferma quello che dicono da tempo molte associazioni ambientaliste Usa: «Le comunità di minoranze etniche e razziali sono particolarmente vulnerabili ai maggiori impatti del cambiamento climatico».
Presentando il rapporto, l’amministratore dell’EPA Michael Regan ha evidenziato che «Si prevede che gli impatti dei cambiamenti climatici che avvertiamo oggi, dal caldo estremo alle inondazioni alle forti tempeste, peggioreranno e le persone meno in grado di prepararsi e farcela saranno esposte in modo sproporzionato. Questo rapporto sottolinea l’urgenza di un’azione equa sui cambiamenti climatici. Con questo livello di scienza e dati, possiamo centrare in modo più efficace la missione dell’EPA sul raggiungimento della giustizia ambientale per tutti».
Il nuovo rapporto dell’EPA, mostra il grado in cui 4 fasce di popolazione socialmente vulnerabili, definite in base a reddito, livello di istruzione, etnia ed età, possono essere più esposte agli impatti più elevati del cambiamento climatico e quantifica 6 tipi di impatti, compresi quelli sulla salute dovuti a cambiamenti nella qualità dell’aria e alle temperature estreme, fino alla disoccupazione er i lavoratori esposti alle intemperie e minacce di inondazioni alle proprietà.
Ecco il principali risultati del rapporto:
Si prevede che gli individui neri e afroamericani affronteranno impatti i maggiori dei cambiamenti climatici per tutti e sei gli impatti analizzati nel rapporto, rispetto a tutti gli altri gruppi demografici. Ad esempio, con 2° C di riscaldamento globale, gli individui neri e afroamericani avrebbero il 34% in più di probabilità di vivere in aree con i più alti aumenti previsti di asma infantile che salirebbero 41% con 4°C del riscaldamento globale. Avrebbero 40% in più di probabilità di vivere in aree con i più alti aumenti previsti di decessi dovuti a temperature estreme, che salirebbero al 59% con 4° C di riscaldamento globale.
Ispanici e latinos rappresentano un’elevata percentuale di lavoratori nelle industrie esposte alle intemperie, come l’edilizia e l’agricoltura, che sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle temperature estreme. Con 2° C di riscaldamento globale, gli individui ispanici e latinos avrebbero il 43% in più di probabilità di vivere in aree con le maggiori riduzioni previste delle ore di lavoro a causa delle temperature estreme. Per quanto riguarda i trasporti, gli individui ispanici e latinos hanno circa il 50% in più di probabilità di vivere nelle aree con i maggiori aumenti stimati dei ritardi del traffico dovuti all’aumento delle inondazioni costiere.
Per L’EPA, «Questo studio significativo rappresenta un’importante pietra miliare nella comprensione degli impatti futuri dei cambiamenti climatici su diverse popolazioni americane, specialmente nelle comunità ricche di risorse. A causa delle limitazioni dei dati e della modellazione, questo studio è limitato agli Usa contigui, In futuro migliorerà sia la copertura di altre aree importanti, come le Hawaii e l’Alaska ed esplorerà ulteriori settori di impatto e misure di vulnerabilità sociale».
L’Epa conclude ricordando che il nuovo rapporto «Aiuterà ulteriori sforzi compiuti dall’amministrazione Biden e di tutto il governo federale per promuovere la giustizia ambientale e affrontare gli impatti sproporzionati che il cambiamento climatico sta avendo sulle comunità vulnerabili. Durante le sue prime settimane in carica, il presidente Biden ha emesso l’ordine esecutivo 14008 Tackling the Climate Crisis at Home and Abroad, che ha istituito il primo White House Environmental Justice Advisory Council, il White House Environmental Justice Interagency Council e la Justice40 Initiative. Attraverso l’iniziativa Justice40, il governo federale sta, per la prima volta nella storia, lavorando per garantire che almeno il 40% dei benefici degli investimenti per il clima e l’energia pulita vada a favore delle comunità svantaggiate».