In 10 anni i ghiacciai del mondo hanno perso 2.720 gigatonnellate di ghiaccio (VIDEO)

La principale causa è il forcing termico atmosferico. Ma il cambiamento climatico scioglie più rapidamente i ghiacciai a contatto con l’oceano

[27 Aprile 2023]

Il nuovo  studio “Glacier Mass Loss Between 2010 and 2020 Dominated by Atmospheric Forcing”, pubblicato su Geophysical Research Letters da Livia Jakob di Earthwave e da Noel Gourmelen delle università di Edinburgo e Strasburgo, fornisce la prima valutazione in assoluto della perdita di massa dei ghiacciai a livello globale secondo l’altimetria radar satellitare, dimostrando che, tra il 2010 e il 2020 i ghiacciai hanno perso 2.720 gigatonnellate di ghiaccio, il 2% del loro volume totale a causa del cambiamento climatico.

I dati provengono dal satellite Cryosat dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che ha tracciato i circa 200.000 ghiacciai sulla Terra  Cryosat che ha a bordo un altimetro radar che invia impulsi a microonde per tracciare le variazioni di altezza lungo la superficie del pianeta, e in particolare i cambiamenti di elevazione delle distese di ghiaccio. Uno strumento che funziona benissimo quando si monitorano le dolci ondulazioni all’interno dell’Antartide e della Groenlandia, ma che trova più difficoltà a misurare il ghiaccio su terreni accidentati, come nelle valli ripide formate dai ghiacciai. Ma i progressi nell’elaborazione dei dati hanno consentito agli scienziati di aumentare efficacemente la risoluzione e la robustezza della visione di Cryosat in modo che ora possa monitorare gli sviluppi anche in quei luoghi difficili da vedere. e la Jakob e Gourmelen ricordano che «I ghiacciai al di fuori delle due calotte glaciali sono attualmente i maggiori contributori all’innalzamento del livello del mare. Il monitoraggio globale di queste regioni è un compito impegnativo, esistono poche stime e permangono differenze significative tra queste stime».

Gourmelen  spiega: «Alcuni anni fa, abbiamo sviluppato una tecnica di elaborazione dei dati CryoSat, chiamata swath processing, che ha rivoluzionato l’uso dei dati Cryosat su complessi terreni ghiacciati. Svela una ricchezza di nuovi dettagli sui ghiacciai».

Rilanciando i risultati del nuovo studio, l’Esa ricorda che «I ghiacciai si trovano in tutti i continenti tranne l’Australia. Forniscono una fonte essenziale di acqua dolce. Ad esempio, solo i ghiacciai dell’Asia di alta montagna forniscono acqua a oltre 1,3 miliardi di persone. I ghiacciai sono importanti anche per industrie come l’energia idroelettrica. La scomparsa dei ghiacciai in tutto il mondo è quindi destinata a causare seri problemi alle popolazioni locali ea coloro che dipendono dal deflusso dell’acqua più a valle.Inoltre, il ghiaccio che si perde dai ghiacciai contribuisce maggiormente all’innalzamento del livello del mare rispetto al ghiaccio che si perde da una delle gigantesche calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide».

Lo studio, ha applicato questo approccio all’intero archivio di dati di Cryosat  e fornisce, per la prima volta, un quadro globale dei driver della perdita di ghiaccio dei ghiacciai e i risultati indicano che a livello globale  Il forcing atmosferico è responsabile dell’89% della perdita di massa dei ghiacciai globali  mentre l’oceano determina il 10% della perdita, «Tuttavia, nelle regioni in cui l’oceano sta cambiando rapidamente, come i mari di Barents e Kara o intorno all’Antartide, l’interazione oceanica è responsabile della maggior parte della perdita di ghiaccio».

Cryosat è un vecchio veicolo spaziale che sta funzionando ben oltre il tempo di vita per il quale è stato progettato e gli scienziati sperano che possa trasnettere ancora dati preziosi per qualche anno ancora, ma temono anche che possa “spegnersi” da un giorno all’altro.

L’Unione europea sta pianificando il lancio della serie di satelliti Cristal ispirata a Cryosat e, intervenendo all’European Geosciences Union General Assembly a Vienna, la Jakob ha evidenziato che «Quello che abbiamo dimostrato che si può  fare con Cryosat per misurare i ghiacciai in tutto il mondo è di buon auspicio per la missione Cristal».

Per Stephen Plummer dell’Esa «Il lavoro innovativo che utilizza Cryosat in modalità swath altimetry dimostra il valore del suo altimetro per il monitoraggio dei ghiacciai, aggiungendo così uno degli obiettivi secondari della missione. “Questo lavoro ha gettato le basi per l’esercizio di intercomparazione del bilancio di massa del ghiacciaio, Glambie, per riconciliare le diverse stime del bilancio di massa del ghiacciaio da una moltitudine di metodi satellitari e in-situ. Aiuta anche a guidare la progettazione della missione Copernicus Sentinel Expansion CRISTAL per il monitoraggio del ghiaccio terrestre, garantendo la continuità nel monitoraggio dei ghiacciai a livello globale».

Questa prima stima globale, dipendente dal tempo del volume del ghiacciaio e del cambiamento di massa dall’altimetria radar, è un nuovo datset indipendente per il monitoraggio del cambiamento del ghiacciaio e i ricercatori sottolineano che «E’ unico in termini di combinazione di elevato campionamento spaziale e temporale, contribuendo all’espansione del toolbox delle misure del bilancio di massa del ghiacciaio. In futuro, la combinazione di queste molteplici osservazioni geodetiche, gravimetriche e in situ, unita a crescenti capacità di modellazione, dovrebbe portare a una maggiore accuratezza nella valutazione della salute globale dei ghiacciai, migliorare la comprensione dei processi sottostanti che collegano la perdita dei ghiacciai con i forcing climatici, nonché come migliorare la nostra capacità di prevedere il futuro cambiamento dei ghiacciai».

I ghiacciai dell’Alaska sono quelli che hanno subito le maggiori perdite di ghiaccio: più di 80 miliardi di tonnellate all’anno, circa il 5% del volume totale di ghiaccio nella regione durante il periodo di studio di 10 anni. E questo dipende in grandissima parte dall’effetto delle temperature dell’aria più calde.

I luoghi in cui i ghiacciai sembrano erodersi e muoversi più velocemente perché i loro fronti terminano in acque sempre più calde includono l’Artico – alle Svalbard – e nei settori russi dei mari di Barents e Kara. In queste aree l’aumento dello scarico di ghiaccio nell’oceano rappresenta oltre il 50% della perdita di massa dei ghiacciai.

Gourmelen ha detto a BBC News che «Questa è una conseguenza di quella che viene chiamata “Atlantificazione” dell’Artico. Di solito, le acque superficiali dell’Oceano Artico sono fredde e fresche, ma sempre più in alcuni di questi luoghi le acque superficiali stanno diventando più salate e più calde man mano che le correnti risalgono dall’Atlantico. E questo significa che i ghiacciai stanno scaricando più ghiaccio nell’oceano, Questo, ovviamente, si aggiungerà all’innalzamento del livello del mare che già minaccia le comunità a bassa elevazione sul livello del mare».

Lo studio evidenzia «L’importanza della forcing termico oceanico e dell’aumento dello scarico di ghiaccio nell’attuale perdita di ghiacciai e il suo potenziale nel determinare una rapida e ampia perdita futura man mano che il clima si riscalda. Questo e futuri miglioramenti nel partizionamento del bilancio di massa dovrebbero aiutare la comprensione del processo e supportare lo sviluppo di modelli attuali nella rappresentazione del comportamento dei ghiacciai sotto la forzatura atmosferica e oceanica, con conseguenti proiezioni migliori e più affidabili della futura produzione di acqua dolce del ghiacciaio e del contributo del livello del mare».

Gourmelen conclude: «Il contributo relativo della diminuzione del bilancio di massa superficiale e dell’aumento dello scarico di ghiaccio al cambiamento del livello del mare è ben noto per le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide. Ora sappiamo di più su come l’atmosfera e l’oceano si uniscono per sciogliere i ghiacciai. C’è ancora molto lavoro da fare per perfezionare questi numeri e per incorporare questa conoscenza nelle nostre proiezioni sui ghiacciai».

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  • ESA’s CryoSat mission reveals 10 years of glacier ice loss