In Kenya la grave siccità alimenta la malnutrizione e riduce i parti ospedalieri nel Turkana
Morto gran parte del bestiame. E la situazione è destinata a peggiorare se fallirà anche la sesta stagione delle piogge di fila
[28 Dicembre 2022]
La 28enne Akure Ewar, a 7 mesi di gravidanza, ha fame e durante il giorno ha spesso le vertigini e ha detto all’United Nations sexual and reproductive health agency (UNFPA): «Non ho mai sperimentato una siccità così grave in vita mia. Le stagioni secche sono andate progressivamente peggiorando negli ultimi tre anni, ma i nostri animali ci hanno fatto andare avanti con latte e carne. Questa volta sono morti tutti e non ci hanno lasciato niente».
Akure vive nella contea del Turkana, in Kenya che, dopo quattro successive stagioni di piogge fallite, è nel bel mezzo della peggiore siccità degli ultimi 40 anni. All’UNFPA spiegano che «Più di 4,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, tra cui 134.000 donne incinte o che allattano che risultano essere gravemente malnutrite e bisognose di cure. Costrette a migrare in cerca di acqua, cibo e pascoli, molte non sono in grado di accedere alle strutture sanitarie per l’assistenza sanitaria materna essenziale».
Maiyo Elphas, un funzionario della sanità pubblica della sub-contea di Loima, ha sottolineato che «Prima della siccità, le nostre strutture sanitarie registravano una media di 411 parti in un mese, indicando un tasso di assistenza al parto qualificata del 70%. Nel novembre 2022, il numero è sceso a 100 nascite registrate, il che rappresenta un tasso molto basso del 24,6%».
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. «Ogni donna, ricca o povera, ha un rischio del 15% di complicazioni al momento del parto, ma nelle regioni sviluppate non si verificano quasi decessi materni». Basta questo a spiegare «L’importanza di un’assistenza qualificata al parto, ovvero un parto assistito da un professionista sanitario qualificato, come un medico, un infermiere o un’ostetrica.»
In Kenya, un Paese con un alto tasso di mortalità materna di 342 per 100.000 nati vivi, il tasso di assistenza qualificata al parto era già basso, ma per le persone colpite dalla siccità la situazione sta peggiorando drammaticamente.
La trentenne Losikiria Kuya, che vive nel villaggio di Lochorepetet, ha detto all’UNFPA che «Spesso devo stare per giorni senza cibo». E’ una madre di tre figli attualmente incinta del quarto, e spesso non è in grado di percorrere i 10 chilometri fino al centro sanitario più vicino per i controlli prenatali: «Di solito quando è il momento di andarci, mio marito mi porta al centro in moto, ma con lui che spesso è in cerca di un pascolo, devo essere pronta a badare a me stessa se necessario».
L’UNFPA fa notare che «La crisi causata della siccità non sta colpendo solo l’accesso delle donne all’assistenza sanitaria materna essenziale; sta causando una grave denutrizione tra le donne incinte, aumentando i rischi per loro e per i loro futuri bambini. Oltre a influenzare lo sviluppo del feto, la denutrizione causa anche una serie di problemi alle donne incinte, tra cui un maggior rischio di sepsi e morte».
L’UNFPA e i suoi partner, tra i quali la Croce Rossa del Kenya, l’International Rescue Committee e i team di gestione sanitaria della contea del Turkana, stanno fornendo servizi di salute sessuale e riproduttiva salvavita attraverso sforzi di sensibilizzazione che avvicinano i servizi a chi ne ha più bisogno.
Dedan Njagi, l’infermiera del Lobei Health Center, ha detto all’UNFPA che «Durante la stagione della siccità, abbiamo svolto attività di sensibilizzazione sanitaria ogni due settimane, durante la quale offriamo alla comunità servizi prenatali e postnatali, pianificazione familiare, nutrizione e immunizzazione»,
Si stima che da 15 a 20 donne incinte ricevano assistenza ad ogni visita di assistenza. I volontari sanitari della comunità – la spina dorsale delle squadre di sensibilizzazione – hanno anche il compito di tenere traccia delle donne per garantire che partoriscano in una struttura sanitaria, sotto la cura di un assistente qualificato.
Ma l’UNFPA è molto preoccupata: «La gravità e la durata eccezionale della siccità stanno peggiorando una situazione già disastrosa nella contea di Turkana, che stava già vacillando a causa delle infestazioni di locuste e della pandemia di Covid-19. Le proiezioni indicano la possibilità di una sesta stagione delle piogge scarsa consecutiva da marzo a maggio 2023, mettendo a rischio ancora più donne e ragazze».
Per questo l’UNFPA ha lanciato un appello per 113,7 milioni di dollari per il suo Piano di risposta alla crisi della siccità nel Corno d’Africa 2022-2023 per rispondere alle crescenti esigenze di donne e ragazze.